Russia e Cina, guai nel nuoto. La Wada indaga
OlimpiadiIl presidente dell'agenzia mondiale antidoping ha annunciato un'inchiesta sui nuotatori russi e cinesi dopo l'esclusione dell'atletica russa dalle Olimpiadi di Rio. Arrestato intanto in Spagna il coach dell'etiope Genzebe Dibaba, campionessa del mondo dei 1500
Un'indagine sulle nazionali di nuoto di Cina e Russia per presunto uso di doping. Craig Reedie, il numero 1 della Wada (l'Agenzia mondiale antidoping), in una conferenza stampa ha spiegato di aver "attivato delle indagini" sui nuotatori cinesi e russi in collaborazione con la Fina dopo "un'ondata di nuove accuse preoccupanti" circa l'uso di pratiche dopanti, tra cui la manipolazione sistemica dei campioni di urina e di sangue. Il presidente Wada ha inoltre ribadito il pieno sostegno per la decisione della Iaaf di vietare la partecipazione ai Giochi di Rio alla squadra di altetica russa. Decisione che non avrà effetto invece sulla squadra paralimpica come ha confermato oggi il comitato paralimpico internazionale.
Intanto, l'allenatore della campionessa del mondo dei 1500 metri, Genzebe Dibaba (sorella della più famosa Tirunesh), e grande favorita ai Giochi di Rio, è stato arrestato oggi in Spagna nel corso di un'operazione antidoping, condotta in Catalogna, a 25 chilomeri da Barcellona, dove si allenano gli atleti di Jama Aden. Insieme al tecnico somalo, arrestato anche uno dei suoi fisioterapisti di nazionalità marocchina. Da tre anni a questa parte l'hotel di Sabadell costituisce la base di allenamento di questo gruppo di mezzofondisti, in cui la stella è appunto l'etiope Dibaba, ma che comprende anche altri atleti di Somalia, Sudan e Gibuti. Nelle stanze dei due arrestati, "accusati di somministrazione e distribuzione di prodotti dopanti" e "danno alla salute pubblica", sarebbe stata trovata dell'Epo con altre sostanze vietate. L'operazione di polizia è stata lanciata settimane fa, in collaborazione con l'agenzia spagnola antidoping.