Provvedimento del Tribunale nazionale antidoping: il canottiere azzurro, figlio dell'olimpionico e ora presidente della federazione Giuseppe, è stato sanzionato per tre mancate reperibilità ai controlli
Il Tribunale nazionale antidoping del Coni ha squalificato per sedici mesi Vincenzo Abbagnale, accogliendo in pieno la richiesta della Procura Nado-Italia. Il canottiere azzurro, figlio dell'olimpionico e ora presidente della federazione Giuseppe, è stato così sanzionato per tre mancate reperibilità ai controlli. Per Abbagnale jr niente Giochi di Rio.
Nel procedimento disciplinare a carico dell'atleta tesserato, i 16 mesi di squalifica, comminati dalla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, sono a decorrere dal 20 giugno 2016 e con scadenza al 19 ottobre 2017. L'atleta è stato inoltre condannato al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfetariamente in 378 euro.
Lo stop preclude così la partecipazione di Abbagnale alle prossime olimpiadi di Rio 2016, per le quali era qualificato con l'otto prima della sospensione arrivata dalla Federazione, di cui il padre Giuseppe è presidente. Da capire cosa invece intenderanno fare i suoi avvocati in merito al possibile ricorso in sede sportiva, anche se l'avvocato sportivo dell'atleta, Giovanni Fontana, ha dichiarato all'Ansa: "Attendiamo di conoscere l'iter logico della I Sezione, ma è comunque molto probabile un ricorso alla II Sezione in appello".
La stessa sezione che si era già espressa su un primo ricorso legato alla contestazione della terza mancata reperibilità che aveva fatto scattare il deferimento. Contro quella decisione, lo stesso Abbagnale si era appellato al Tar rischiando la violazione della clausola compromissoria. Rischio soltanto congelato a seguito della richiesta di rinvio dell'udienza avanzata dal legale amministrativista di Abbagnale, Enrico Lubrano, che ora potrebbe decidere di andare fino in fondo. Sull'argomento, si era espresso anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando di "forte imbarazzo" e precisando di essere "felice che la cosa al momento sia rientrata, mi auguro che sia chiusa - le parole di Malagò la scorsa settimana - all'interno del nostro mondo uscire fuori di un certo tipo di regole non può che creare imbarazzo, tanto più se sei figlio di un presidente federale".