Doping, rinviata sentenza definitiva sulla Russia

Olimpiadi
L'esecutivo del Cio ha deciso di rinviare la sentenza definitiva sul caso doping in Russia (foto LaPresse)

Il Cio ha deciso di rimandare il verdetto su Mosca, aprendo una procedura disciplinare verso le persone coinvolte nel rapporto Wada. Sarà necessario attendere la sentenza del Tas del 21 luglio sul ricorso degli atleti russi squalificati dalla Iaaf

Per ora niente bando olimpico della Russia: l'esecutivo del Cio ha deciso di rinviare una sentenza definitiva sul caso doping di Mosca, aprendo una formale procedura disciplinare nei confronti delle persone coinvolte nel rapporto Wada. "Esamineremo con cura il rapporto McLaren – la nota del Cio - valutando le opzionali legali, confrontando il bando totale di tutti gli atleti e il diritto alla giustizia individuale". In particolare, il Cio attende la sentenza del Tas del 21 luglio sul ricorso degli atleti russi squalificati dalla Iaaf.

"Sbagliato punire atleti puliti" - "Sarebbe sbagliato punire atleti puliti. Sarebbe inaccettabile vietare a loro di partecipare ai Giochi di Rio2016". Questo in sintesi è quanto contenuto nella nota diffusa dal Comitato olimpico russo, dopo che ieri la Wada ha pubblicato il rapporto "McLaren" sul cosiddetto 'doping di Stato', che potrebbe portare all'esclusione di tutti gli sportivi della Russia dalle Olimpiadi in programma in Brasile il mese prossimo. "Come un sostenitore della lotta contro il doping, con tolleranza zero, il Comitato olimpico della Russia è pronto a fornire piena assistenza a tutte le organizzazioni internazionali interessate al caso. Tuttavia, siamo fondamentalmente in disaccordo con l'opinione di McLaren e con chi pensa a un eventuale 'licenziamento' di centinaia di atleti russi puliti, vietando loro di partecipare ai Giochi olimpici. Questa sarebbe una 'conseguenza spiacevole'. La Russia ha combattuto sempre a livello statale e continuerà a lottare contro il doping, in più provvederà a inasprire le sanzioni per reati connessi a questa attività illegale", si legge nella nota diffusa dal Comitato olimpico russo. Intanto, il viceministro russo dello Sport, Iuri Nagornykh, è stato sospeso dal suo incarico e prende corpo l'inchiesta interna sullo scandalo 'doping di Stato'.


Le parole di Malagò
- "Il rapporto Wada è molto duro. C'erano dei rumors trapelati nell'ambiente e da qualche ora se ne parlava. Indubbiamente è un problema, ci sono dati inquietanti". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, riguardo al rapporto pubblicato ieri dalla Wada in cui si parla di doping di Stato in Russia. "E' sorprendente il timing di tutta la questione - spiega il capo dello sport italiano - Domani il Tas si pronuncerà sul ricorso degli atleti russi per l'atletica leggera. Non so quali provvedimenti arriveranno ad adottare. Ho letto le parole di Bach che sono eclatanti ed eloquenti". Molti atleti italiani, intanto, iniziano a lamentarsi per le potenziali medaglie perse in passato per la supremazia dei russi. "Hanno ragione - esclama Malagò - Anche gli addetti ai lavori del Coni avevano evidenziato quelle medaglie che sarebbero state perse. Ma mi permetto di dire che, anche se le competizioni sono dal 2010 al 2015, estive e invernali, i casi sono più di 570 e gli atleti 312, ma nessuno conosce i nomi: per cui, con tutto il rispetto, fin quando non c'è l'elenco, non si può assolutamente dichiarare che ci sia un atleta russo che ha vinto una medaglia in modo scorretto. Magari ce n'è uno solo che l'ha fatto in modo regolare e quello va rispettato".