Rio, niente Pokemon al villaggio: atleti furiosi

Olimpiadi
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Nella "Vila Olimpica" regna lo sconforto per il malfunzionamento della celebre app della Nintendo. Incredulità e disappunto da parte della tuffatrice Abi Johnston, della calciatrice canadese e del canoista britannico Joe Clarke, cacciatori di pokemon seriali

Non bastavano i problemi strutturali, per risolvere i quali sta lavorando h 24 una forza extra di 600 operai, idraulici, elettricisti e aiutanti generici. Adesso al villaggio olimpico di Rio de Janeiro, dove le varie delegazioni continuano ad arrivare tra dubbi e arrabbiature di chi non trova la propria palazzina pronta, c'è anche la grana dei Pokemon.
L'applicazione Pokemon Go che sta facendo impazzire il mondo nella 'Vila Olimpica', e anche a Rio in generale, non funziona e quindi non è possibile distrarsi in questo modo nelle ore libere da allenamenti e il necessario riposo.

Così vari atleti se ne sono lamentati, anche se il comitato organizzatore ha cercato di parare il colpo promettendo che da agosto la 'caccia' ai vari Dragonair, Mewtwo e Articuno sarà possibile: dall'inizio del prossimo mese Pokemon Go dovrebbe diventare disponibile in tutto il Brasile. Bisogna infatti ricordare che una settimana fa il sindaco di Rio, Eduardo Paes, aveva lanciato via Facebook un appello alla Nintendo affinché Pokemon Go fosse rilasciato in Brasile, o quanto meno nella sua città, in tempo per le Olimpiadi e in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione del 5 agosto. "Il mondo intero sta venendo qui. Vieni anche tu! #Cidadeolimpica #rio2016 #pokemongonobrasil", era stato il post del sindaco.

Una delle prime a scoprire che Pokemon Go da queste parti "non prende" è stata la tuffatrice statunitense Abby Johnston, un argento olimpico a Londra, che ha esternato la propria delusione davanti alle telecamere di un paio di emittenti brasiliane: "Vorrei tanto che qui al villaggio funzionasse - ha detto la ragazza -. Negli Usa passo una o due ore al giorno giocando a trovare i Pokemon. Tutto ciò non mi impedisce di allenarmi a dovere, perché di solito ci gioco quando sto per strada".

Sorpresa dalla mancanza del gioco sullo smartphone che sta facendo impazzire il mondo è la calciatrice canadese Deanne Rose: lei non rischia di fare come i colleghi del Manchester United maschile, ai quali José Mourinho vuole vietare l'uso di Pokemon Go nei due giorni precedenti le partite. "Davvero non c'è in Brasile? - si è lamentata -, peccato perché in Canada io ci gioco molto. Speriamo che davvero dalla settimana prossima sia scaricabile anche qui, così potremo distrarci un poco". Si è lamentato via Twitter, da Deodoro dove si allena e gareggerà, anche il canoista britannico Joe Clarke.

A giorni si capirà se l'appello del sindaco Paes, che oggi intervenendo all'inaugurazione del 'Rio Media Center' ha tenuto una conferenza stampa per scusarsi dei disagi patiti dalle varie delegazioni, è stato raccolto. Intanto niente Pokemon.