Ospite dell'evento 'Il Foglio sportivo', il presidente del Coni ha parlato delle prossime Olimpiadi: "Contiamo su 107 candidature da podio, dobbiamo dimostrarlo sul campo. Dodici ori? Ci metterei la firma". Su Sinner: "Ha capito il valore delle Olimpiadi, è un modello per quello che dice". E sulla questione portabandiera: "Scelta di buon senso, premiata l'atletica per i cinque ori di Tokyo"
"Dodici ori? Ci metterei la firma". Parola del presidente del Coni Giovanni Malagò, ospite a San Siro dell'evento 'Il Foglio sportivo'. Il numero uno del comitato olimpico italiano ha parlato delle previsioni verso Parigi 2024, soffermandosi sulle chance di medaglia degli azzurri che vogliono migliorare il bottino dei 40 podi (con 10 ori) di Tokyo 2020. Secondo le ultime previsioni fatte da Gracenote, infatti, l'Italia potrebbe vincere 47 medaglie di cui 12 d'oro: "Abbiamo una grande squadra - ha detto Malagò - Secondo gli algoritmi, si va a medaglia un po’ meno del 50 per cento delle chance attese. E noi contiamo su 107 candidature da podio: bisogna dimostrarlo sul campo".
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"Sinner ha capito il valore delle Olimpiadi"
E tra i più attesi sul campo a Parigi c'è senza dubbio Jannik Sinner. Malagò punta forte su di lui: "Sinner ci sorprende sempre di più. Oltre alle imprese sul campo, per il livello di comunicazione: è un modello per quello che dice. E ha capito il valore delle Olimpiadi. Ha la fortuna di giocare quattro Slam ogni anno, i Giochi invece sono una volta ogni quattro: non a caso Djokovic, Nadal e Federer sono stati tutti dei fieri portabandiera. Jannik lo sa bene".
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"Portabandiera? Scelta di buon senso"
Malagò, infine, ha parlato della scelta dei portabandiera, ricaduta su Gimbo Tamberi e Arianna Errigo. Il presidente del Coni si è soffermato soprattutto sulla decisione al maschile, con Tamberi preferito a Gregorio Paltrinieri: "Se parti dal presupposto che devono essere persone che hanno fatto il massimo risultato, è scattata la dinamica che ha premiato lo sport - ha ammesso - Se non vai a riconoscere questo all'atletica leggera che ha vinto 5 ori a Tokyo e non aveva un portabandiera da Mennea, mentre il nuoto aveva avuto Federica Pellegrini, ecco la logica delle cose. Penso sia stata una scelta di buon senso".