Caso Schwazer, il Tas deciderà entro il 12 agosto

Olimpiadi
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Il marciatore altoatesino, accompagnato dai suoi legali e dal suo allenatore Sandro Donati, è stato ascoltato dal Tas a Rio. Al termine dell'udienza nessuna dichiarazione sul dibattimento. Durissima la Iaaf che chiede una squalifica di 8 anni per Schwazer

Rimane sospesa al trentunesimo piano di un edificio al centro di Rio, e ancora per qualche giorno fino forse addirittura al 12 contro ogni aspettativa di Alex Schwazer, la residua speranza olimpica del marciatore altoatesino. Al civico numero 52 dell'Avenida Almirante Barroso, dove il Tas ha deciso di ascoltare il ricorso dell'atleta azzurro, è andato in scena l'ultimo disperato tentativo di acciuffare le olimpiadi da parte dell'ex campione a cinque cerchi a Pechino.


Sentenza entro il 12 agosto - "Alex e i suoi legali non possono rilasciare dichiarazioni sull'andamento dell'udienza al Tas. La procedura arbitrale confidenziale non lo permette". Con queste parole, annunciando la fine dell'udienza fiume, al 31/o piano di un edificio nel centro di Rio, Giuseppe Sorcinelli dell'entourage di Alex Schwazer, ha spiegato i motivi per cui non verrà rilasciata alcuna dichiarazione sul merito del dibattimento. L'unico retroscena trapelato nel pomeriggio sarebbe uno scatto d'ira del professor Sandro Donati, che nel corso del dibattimento sarebbe uscito sbattendo la porta. "Non è una scelta nostra sottrarci al confronto - ha aggiunto - Ma non possiamo davvero divulgare nulla. Il Tas ha deciso di affrontare la questione con profondità, e ci ha dato il termine del 12 agosto. Adesso vi prego, lasciate tranquillo il ragazzo che continuerà ad allenarsi con dedizione fino alla decisione finale".


"Squalificate Alex Schwazer per otto anni"
- E' questa la richiesta della Iaaf al Tas nel procedimento svoltosi a Rio de Janeiro per decidere sul ricorso del marciatore italiano in merito al controverso caso di doping nel quale è risultato coinvolto a inizio anno, la federazione internazionale di atletica leggera rilancia con una richiesta di sospensione durissima. Lo apprende l'Ansa in ambienti dell'atletica internazionale.

L’udienza - Arrivato intorno alle 9 in compagnia dei suoi legali, Gerhard Brandstaetter e Thomas Tiefenbrunner, e del tecnico Sandro Donati, Schwazer ha tentato il tutto per tutto. "Abbiamo affrontato grandi sacrifici per venire qui. Speriamo di non dover ripartire domani", hanno riferito i suoi avvocati. All'udienza, iniziata intorno alle 10.30, ha assistito anche il capo dell'antidoping della Iaaf, Thomas Capdeville. Si è svolta prevalentemente in tedesco, la lingua del presidente del panel e degli avvocati della difesa, così come dell'arbitro svizzero indicato della Iaaf, Ulrich Haas (lo spagnolo Pinto terzo giudice). Oltre a Donati, ascoltato in qualità di testimone, sono stati autorizzati a collegarsi da una sala del Coni a Roma i periti Pieraccini (esperto in profili steroidei), Ronci, D'Ottavio e De Boer e gli uomini della procura antidoping Nado Italia. Per la Iaaf presente il professor Schumacher, direttore del laboratorio antidoping di Montreal, al fine di dimostrare la legittimità della catena del controllo e della conservazione del campione incriminato. Donati ha illustrato la sua relazione su alcune slide in Powerpoint, autorizzate dai giudici. La linea difensiva (respinta la richiesta della prova del Dna, che comunque non sarebbe arrivata in tempo utile), punta principalmente su un vizio formale, ovvero l'indicazione della provenienza del campione, non consentita dal regolamento, che avrebbe fatto individuare l'individuazione dell'atleta. Sul form (Chain of Custody Form) che accompagna la provetta oltre ad essere riportata la scritta "Racines, Italia" (doveva essere indicata solo la Nazione di provenienza), è stato scritto che la persona testata è "un maschio e che gareggia su lunghe distanze, superiore a 3 chilometri". C'è poi l'anomalia, da attribuire alla Iaaf, che non ha tempestivamente comunicato alla Fidal la positività del marciatore (dal 13 maggio al 21 giugno). "Abbiamo visto Schwazer sereno, motivato e determinato come prima di una gara. E di solito lui le gare le vince, speriamo vinca anche questa", hanno concluso i suoi legali, scettici, ma decisi a giocarsi tutte le carte in mano per regalare all'atleta bolzanino il sogno olimpico.