Moschettieri d'argento: "Potevamo vincere l'oro"

Olimpiadi
Grande prova per la squadra maschile di spada, medaglia d'argento meritata (Getty)
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C'è un po' di rammarico tra gli spadisti azzurri dopo la sconfitta con la Francia nella finale. Pizzo: "Potevamo tirare meglio". Enrico Garozzo: "Eravamo convinti di batterli". Per l'Italia arriva la 125.a medaglia olimpica

Le stoccate azzurre si infrangono contro il muro della Francia, che sulla pedana della Carioca Arena ha fatto valere il suo ranking da primatista, mostrando di essere ad un livello al momento irraggiungibile per l'Italia. Si chiude con l'argento degli spadisti nella prova a squadre la spedizione della scherma azzurra a Rio, una spedizione tra luci e ombre che porta si' quattro medaglie all'Italia (un oro e tre argenti), ma che arretra e non di poco rispetto ai sette podi di Londra 2012 quando gli ori furono tre, con due argenti e due bronzi. Per la scherma italiana è la 125.a medaglia nella storia dei Giochi.
 

Non è riuscita l'impresa al 'clan dei catanesi', Garozzo, Pizzo e Fichera, che dopo due prove convincenti contro Svizzera e soprattutto contro l'Ucraina (altra grande favorita della vigilia), entrambe concluse sul 45-32, nella finale non sono riusciti a tenere botta alle stoccate dei francesi, grandi favoriti della vigilia. Una finale tutta in salita fin dalle prime battute, che assalto dopo assalto ha visto il trio di moschettieri d'oltralpe Jerent-Borel-Lucenay allungare. Inutile la sostituzione di uno spento Pizzo, ormai lontano da quella condizione che nel 2011 lo portò a laurearsi campione del mondo nella sua Catania, con Andrea Santarelli. La sfida con i francesi, campioni ad Atene 2004 e a Pechino 2008 (a Londra non si è disputato il torneo a squadre) è un classico: gli ultimi due derby olimpici in finale li aveva vinti l'Italia, ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. A Rio, purtroppo, è andata a bersaglio la rivincita transalpina.
 

Finisce 45-31 per i francesi che ottengono il primo oro sulle pedane di Rio, in un medagliere che nella scherma ha visto il dominio della nazionale russa capace di conquistare ben quattro medaglie d'oro.

"Adesso non riusciamo a sorridere perché c'è il rammarico di non aver tirato al meglio in finale. Ma è chiaro che domani, al risveglio, questa medaglia d'argento avrà un altro sapore. Sono orgoglioso di questi ragazzi". Paolo Pizzo non riesce a nascondere l'amarezza dopo la finale persa, nettamente, contro la Francia, squadra favorita alla vigilia, che l'Italia aveva già battuto in stagione. Un argento che la squadra di spada maschile ha dedicato a Lia, la compagna del mental coach del team, Luigi Mazzone, venuta a mancare qualche mese fa: "Il ritratto sul tricolore era il suo - ha aggiunto - ci tenevamo molto a salire sul podio".


Una grande semifinale contro l'Ucraina, poi il calo: "Ci dispiace proprio non aver dato tutto contro la Francia in finale - ha ammesso Enrico Garozzo - L'avevamo preparata nei minimi dettagli, ma non siamo riusciti a restare attaccati al match. Abbiamo sempre creduto di poter vincere l'oro a queste olimpiadi, ma in molti forse non si aspettavano questo risultato. Noi si, per questo brucia un po'". Intanto a casa Garozzo, ora le medaglie sono due dopo l'oro nel fioretto di Daniele, l'argento di Enrico: "Due medaglie in famiglia è una sensazione bellissima - ha concluso - Torniamo in Sicilia a festeggiarle".