Lotta continua. Così dal V secolo a.C. come Milone

Olimpiadi
La statua di Milone di Crotone al Louvre di Parigi, opera di Pierre Puget
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Le origini della disciplina risalgono a molti secoli addietro. Dopo la corsa è lo sport olimpico più antico. Nel 708 a.C. nell'antica Grecia si svolsero i primi combattimenti, ma fu tra il 540 e il 516 a.C. che il supercampione di Crotone vinse sei volte il titolo olimpico 

Era il giorno di Daigoro Timoncini, lottatore azzurro che "stazza" 98 chili. E allora è il momento giusto per ricordare le origini della lotta olimpica, che risalgono a molti secoli addietro. Dopo la corsa, la lotta è infatti lo sport olimpico più antico. Nel 708 a.C. nell'antica Grecia si svolsero per la prima volta dei combattimenti e a vincere fu lo spartano Euribato. Ma fu soprattutto un nome a imporsi nella leggenda: tra il 540 e il 516 a.C., infatti, Milone di Crotone vinse per sei volte il titolo olimpico. Un supercampione del quale la leggenda racconta si sia recato dalla Calabria a Olimpia trasportando un toro sulle spalle.

 

 


Nelle Olimpiadi moderne la lotta greco-romana è entrata a far parte del programma olimpico dalla prima edizione, Atene 1896. Nel corso dei decenni in Europa e soprattutto nei Paesi di religione islamica, vennero quindi fondate accademie dove praticare la lotta. Nei villaggi di campagna più disparati delle steppe dell'Asia vennero inventati diversi stili e forme di lotta, dalla "guleche" dell'Azerbaijan alla "kouresse" del Kazakistan per passare alla "kourache" del Kirghizistan e Uzbekistan. Grande impatto sul popolo la lotta ce l'ha anche in Iran, uno dei Paesi a tutt'oggi piu' all'avanguardia.

Sui tre tappeti alla Carioca Arena 2 del Parco Olimpico si alternano atleti soprattutto di Paesi di area islamica. Grande il seguito da parte dei media, con le giornaliste specializzate che seguono dalla tribuna stampa in chador. Ma cos'è la lotta greco romana? Un efficace, spettacolare insieme di prese, di tecniche, di sguardi, di riti pre e post combattimento che unisce popoli e mette a confronto culture e religioni.

C'è il russo che lotta contro il georgiano, l'americano contro l'uzbeko, l'azero contro l'armeno, il turco contro il venezuelano, l'iraniano contro il cinese, il kirghizo contro il tedesco. Insomma, uno sport (e uno spot) di pace esportato anche fuori dall'Olimpiade. Una nobile e arcaica disciplina in cui l'Italia, nella più recente storia dei Giochi, è stata rappresenta da Vincenzino Maenza capace di due ori (Los Angeles '84 e Seul '88) e un argento (Barcellona '92). A livello mondiale il più grande è stato invece il siberiano Alexander Karelin che ha vinto tre ori olimpici nella categoria supermassimi con tre Nazioni diverse: Urss a Seul nel 1988, Comunità Stati Indipendenti nel 1992 a Barcellona e Russia nel 1996 ad Atlanta.