I Giochi dell'Italia: il bilancio azzurro a Rio
OlimpiadiDisciplina per disciplina, gioie e delusioni raccolte dal nostro Team nel corso delle Olimpiadi brasiliane: 28 medaglie, le stesse di Londra 2012 e una in più rispetto a Pechino 2008
Il bilancio dell'Italia alle Olimpiadi di Rio de Janeiro è andato oltre alle aspettative. Le medaglie complessive sono 28, le stesse di Londra 2012 e una in più rispetto a Pechino 2008. Gli ori sono otto, gli stessi delle ultime due edizioni, due in meno rispetto ad Atene 2004 e cinque in meno rispetto alle gloriose di Atlanta 1996 e Sydney 2000. Come a Pechino e Londra, l'Italia si è classificata nona nel medagliere restando quindi nel gotha dello sport mondiale. Questo il bilancio italiano suddiviso per singoli sport.
Arco - Dall'arco azzurro ci si aspettava decisamente qualcosa di più, in particolare dalle due squadre. Quella maschile è amaramente uscita ai quarti contro la Cina, quella femminile è arrivata fino alla finale per il bronzo perdendola contro Taipei.
Lotta - Tutti si aspettavano l'oro di Frank Chamizo nella lotta libera ma alla fine è arrivato comunque un glorioso bronzo. Il lottatore di origini cubane è stato eliminato in semifinale con più di un rammarico.
Judo - Lo judo italiano da Mosca '80 non ha mai tradito. Sul tatami della Carioca Arena 2, Fabio Basile ha conquistato il titolo nella categoria dei 66 chilogrammi centrando così la 200esima medaglia d'oro italiana ai Giochi estivi, e Odette Giufrida l'argento nei 52 kg.
Nuoto - L'immenso Gregorio Paltrinieri ha compiuto una delle imprese più belle della storia dello sport italiano. Greg si è preso l'oro dei 1500 stile libero in una gara dominata sin dall'inizio e dove ha nuotato a lungo sotto il record del mondo. Gabriele Detti torna da Rio con due medaglie, entrambe di bronzo, quella nella gara più lunga in vasca e quella sui 400 stile libero. Medaglia d'argento anche dal gran fondo con Rachele Bruni. Infine, Federica Pellegrini, l'alfiere azzurro a Rio. Fede ha dato tutto quello che poteva, il quarto posto suo 200 stile libero è però un segno che gli anni trascorrono. Poco gloria anche per il nuoto sincronizzato.
Pallanuoto - Più di così alla pallanuoto italiana non si poteva chiedere. Argento per il Setterosa e bronzo per il Settebello sono il prosieguo di una storica e gloriosa tradizione.
Pallavolo - L'Italvolley sognava l'oro ma alla fine è arrivato l'argento al termine di un torneo impeccabile sotto l'aspetto gestionale e della qualità del gioco. In finale hanno ceduto al Brasile per la felicità dei sudamericani.
Pentathlon moderno - Riccardo De Luca ha perso la medaglia di bronzo d'un soffio. Un quarto posto amaro a soli due secondi ritardo.
Pugilato - Il pugilato è un altro sport che ha particolarmente deluso a Rio. Sette atleti, tra essi anche la prima donna ai Giochi (Irma Testa), tutti eliminati troppo presto. Tra le cause sicuramente qualche decisione arbitrale discutibile ma serve dare nuova linfa al movimento.
Scherma - La scherma è sempre una miniera d'oro. L'oro di Garozzo e l'argento della Di Francisca nel fioretto, uniti agli argenti di Fiammingo nella spada e della squadra maschile della spada, sono un bilancio più che buono che confermano l'eccellente scuola italiana nelle varie armi. L'unica ad essere mancata la Errigo nel fioretto.
Sollevamento pesi - Non poteva chiedere di più Mirco Scarantino in uno sport dominato dai pesisti dei Paesi dell'Asia centrale.
Tennis - Il cammino nei tabelloni olimpici degli azzurri si sono fermati ai quarti di finale. Roberta Vinci e Fabio Fognini nel misto e Vinci-Sara Errani nel femminile, non sono andati tanto lontani. Fognini è uscito al terzo turno eliminato da Murray.
Tiro a volo - Con cinque medaglie, il tiro a volo è stata la federazione che ha portato il più alto numero di medaglie all'Italia. Resterà per sempre memorabile la finale dello skeet con tanto di spareggio tra Diana Bacosi, poi d'oro, e Chiara Cainero, d'argento. D'oro, sempre nello skeet, anche Gabriele Rossetti a proseguire la tradizione di famiglia (il padre Bruno bronzo nel '92). Argento per Giovanni Pellielo (trap) e Marco Innocenti (double trap).