Olimpiadi invernali, 5 cerchi di storie: dalle 10 medaglie azzurre agli altri protagonisti in Corea

Olimpiadi

Giovanni Bruno

Le Olimpiadi invernali, oltre alle 10 medaglie azzurre, ci hanno regalato storie da ricordare: Marit Bjorgen, signora assoluta del fondo, Ester Ledecka, la giovane signorina dei Giochi eTheresa Stadlober che ha chiuso tra le lacrime

TUTTI I RISULTATI - IL MEDAGLIERE

Il vessillo con i 5 cerchi scende dal pennone di PyeongChang, si spegne il futuristico braciere e quasi si impacchettano gli stadi, in effetti si è studiato anche questo, per il riciclo immediato. E' l'Olimpiade numero 23 che si chiude ma non si sposta. Il sacro fuoco d'Olimpia ha trovato la nuova casa asiatica assai accogliente, verde ed economica magari un po' freddina e ventosa ma se ne farà una ragione.  Tra due anni Tokio poi si attraversa il mar del Giappone per il 2022 della prima volta di Pechino d’inverno dopo l’estate del 2008. Beh dopo le non montagne coreane si sperimenterà lo sconosciuto freddo pechinese, mah, assisteremo anche a questo. Chiudendo gli occhi e ripensando, forse con desiderio romantico, alla Sestriere di Torino o a tutta la favola di Lillehammer mi viene il classico sconforto. Sconcertanti sono stati proprio quei tanti spazi vuoti allo sci alpino e nordico di questi Giochi, eppure ne avevamo avuto già una seria avvisaglia a Sochi ma stavolta a protestare sono stati gli stessi sciatori che hanno corso in una atmosfera ovattata e silenziosa per nulla carica di emozione. Peccato anche perché si era già subito il terribile gioco del rinvio per le pessime condizioni  atmosferiche. Ha fatto specie soprattutto quei salti climatici dai -16 al sopra zero da manica corta ( Jessica Diggins ha proprio corso così la 30 chilometri). Un lungo preambolo necessario per far capire che diventeremo vecchi prima di lasciare l'Oriente e riposizionarci su geografie europee. Il seguito è semplice anzi didascalicamente facile, sono i classici bilanci di fine Olimpiade. Chi vince e chi perde, i voti, i promossi e i bocciati. E' un lavoro di fino e di fine ragionamento e certamente va usato il metodo del bilancino, ovvero salviamo sempre qualcosa o no?

Casa Italia: 3 ori al femminile

Archiviamo il capitolo Italia. 10 medaglie, buono ma non tropo come numero. Le speranze erano 12 o 13, è mancato all’appello una medaglia dal settore maschile dello sci, dalle mas start (tutti insieme) del pattinaggio di velocità, dallo snowboard gigante parallelo. Medaglie definite quasi certe e quindi…. delusione. 10 medaglie però con 3 ori no, non è una delusione è un vero trionfo. Tre medaglie pesanti che fanno virare al più che positivo il bilancio, in più tre ori al femminile e tutte tre lombardi. Il nostro alfiere ne ha portate 3 di medaglie nei tre colori ed ha raggiunto l’olimpo dei plurimedagliati italiani e stranieri. Poi il sorriso della Moioli nello snowboardercross ha illuminato la Corea. Suo primo oro, come primo dallo snowboard. Ragazza fantastica, forte di testa e di gambe. Il futuro è suo. Altro futuro è quello di Sofia e per Sofia intendiamo Goggia. Sicura e determinata, peccato per il superg, ma è servito tantissimo per preparare la discesa e il primo successo al femminile. Abbiamo detto del futuro perché lei ha veramente fame, fame di vincere, 4 vittorie in coppa non bastano per soddisfare il suo appetito. Troppo tempo ha perso in incidenti e deve recuperare quello perso appunto per mettere tanto dentro la sua bacheca personale. Ed è anche il giusto personaggio per continuare il buon momento dello sci femminile con una magica Brignone ed una giovane Bassino. Diverso è il concetto a livello maschile…. Male, molto male. Ci sia aspettava battaglia nelle discipline veloci e non è arrivato nulla, sono arrivate polemiche certamente e forse bisogna capire che cosa realmente non è andato. Un lavoro difficile per il prossimo quadriennio ,ma tra materiali , situazioni tecniche e psicologiche non bisogna fa passare tempo. Gigante e Speciale da rivedere in toto. Servono conferme da alcuni nomi e ne servono di nuovi soprattutto in slalom. Due medaglie( record come il 1988) e disciplina in netta crescita: il Biathlon francamente è assolutamente affascinante e non può che crescere e lo deve fare con gli atleti che ha … perché è una buona nazionale e se ha avuto qualche piccola battuta di arresto con la top Dorothea Wierer  ha trovato una Vittozzi in gran forma. Sci di Fondo… se salviamo, ovviamente , Federico Pellegrino c’è solo da chiedersi  se ve ne erano altri nel bel percorso olimpico. Elisa Brocard unica decente a livello femminile …nessuna traccia delle altre. Assolutamente preoccupante. Preoccupazioni pure nello slittino e Bob. Se il primo è in fase di ricostruzione di generazione e…aspettiamo fiduciosi , per il Bob è buoi pesto. Zero assoluto. Neppure la storia ci sta aiutando. Analizzando gli altri sport possiamo solo parlare bene del pattinaggio di figura con tanti azzurri nelle classifiche finali mentre in quello di velocità ci aspettavamo qualcosina di più ma… ci si può sperare e questo va bene. Bel risultato nel Curling… tre vittorie olimpiche, ecco già la qualificazione olimpica è stata una vittoria… a questo aggiungiamo che abbiamo battuto i subentranti campioni olimpici e la medaglia di bronzo, ovvero USA e Svizzera, Bravi.

Dalla Signora dei Giochi Bjorgen alla Signorina Ledecka

Il successivo capitolo riguarda quello che ci lascia, come personaggi, questa edizione dei Giochi. Intanto il riavvicinamento delle due Coree come pure quel leggero passo anche verso il dialogo con gli Stati Uniti. Poi c’è da celebrare la Signora dei Giochi…Marit Bjorgen, signora assoluta del Fondo. Record di numero di medaglie, record di quelle d’oro, classe sopraffina anche nell’ultima doi questi Giochi dove ha riportato in testa la Norvegia nel medagliere globale ed anche li record. 38 anni e chissà. Ester Ledecka, è la giovane signorina dei Giochi. Unica atleta ad aver vinto in due discipline nella stessa olimpiade. Gigante parallelo della Snowboard e SuperG, una tavola e due sci. Inaudito per la semplicità e per la sua reazione. In SuperG stupore, beh sorpresa assoluta e successo per un centesimo, reale e inaspettato. Nello snowboard no, nessuno stupore e solo un piccolo gesto per dire ho vinto ancora. Qui era certa, doveva e voleva vincere. Entra nella storia a piccoli passi  e di sicuro ci rimarrà. Martin Fourcade, Monsieur Biathlon. La sfrontatezza della certezza, non è solo una rima ma è il vero uomo dello strapotere della disciplina. Fortissimo in tutti sensi, diabolico nella condotta di gara e soprattutto ha certificato il movimento francese.

Dagli scatti alla Bolt di Klaebo alla 30 chilometri di Theresa Stadlober

L'elenco è lungo per raccontare questi giochi, lunghissimo proprio per il numero delle medaglie ma per le storie che ne narrano. Non è possibile poterli descrivere tutti dalla vittorie americane nel fondo e nel curling e le magiche prestazioni del pattinaggio di figura e il numero dei quadrupli che hanno segnato il ghiaccio o la giovane età delle contendenti al femminile. Oppure la sorprendente eliminazione del Canada nell' Hockey per la corsa all’oro e l’errore del superfavorito Lock nello slittino e se è positivo il bilancio della Shiffrin per non parlare poi degli scatti alla Bolt del giovane Klaebo o se la Vonn è da ritenersi soddisfatta o no. Beh ve ne sono di argomenti ma volgiamo chiudere con il classico di un Olimpiade ed è il finale dell’ultima gara olimpica: 30 chilometri femminile. Theresa Stadlober, austriaca 25 enne figlia di due grandi campioni Alois (campione mondiale nel 99 sci di fondo e Roswita Steiner 8 successi in coppa del mondo di sci) è nel gruppetto che insegue la signora  del fondo Marit Bjorgen. Quando mancano 10 chilometri riesce a staccare le due finlandesi che erano con lei , guadagna una decina di secondi, ha un bel passo e per lei si prospetta la medaglia d’argento le altre sembrano troppo stanche per rimontare. Incredibile l’inquadratura successiva…. è sola ma su di un altro percorso, ha sbagliato strada infilandosi nell’anello di ritorno. Chiede, gesticola e poi ritorna indietro e riprende il percorso, finirà nona e suppongo fra le lacrime. Anche questi sono i giochi. Se per tanti ci sono sogni che si avverano e gioia nel risultato qualunque sia, Theresa no, la sua Olimpiade è quella prossima.