Milano-Cortina e il logo olimpico che fa già discutere. Ma si tratta solo del "marchio" provvisorio
OlimpiadiSe l’Italia si aggiudicherà le Olimpiadi invernali del 2026 dovrà pensare anche a quello: al logo che rappresenterà Milano e Cortina perchè quello presentato a Tokyo si fermerà a Losanna. Nel passato c’erano i manifesti, oggi il brand è tutto (o quasi)
OLIMPIADI 2026, MILANO CORTINA PRESENTATI LOGO E CANDIDATURA
In passato era il manifesto. Nel 1956, per l’Olimpiade invernale di Cortina – la prima manifestazione olimpica tenutasi in una città italiana- nasce così un fiocco di neve con all’interno un’immagine classica di Cortina, ovvero il Cristallo. Il logo ancora non esisteva, così come per Chamonix 1928 e per Roma 1960, raffigurata in un manifesto con storica la lupa capitolina.
Nel corso degli anni le immagini si sono evolute, puntando sulla modernità e sul logo. Al vero cambiamento si assiste solo a Los Angeles nel 1984, quando per le Olimpiadi estive inizia una vera e propria “vendita del marchio olimpico”.
Per raccontare come cambia il logo dallo status di “città candidata” a “città olimpica” basta prendere il marchio di Torino 2006. Il primo aveva come simbolo la Mole Antonelliana molto stilizzata e tecnologica. Un logo molto “automobilistico”- così come la fiaccola- firmato da studi come Giugiaro e Pininfarina. Il logo definitivo è poi evoluto: forse in un’immagine un po’ fredda: la Mole è disegnata da fiocchi di neve molto stilizzati, quasi come se fossero rondelle di autovetture, dando però un grande concetto di movimento. Una Mole o una montagna che ruotava su se stessa. Uno stilismo tutto italiano, forse un po’ freddo, ma molto legato al mondo delle auto.
Non dimentichiamoci di Roma 2024, candidata olimpica con il logo che raffigurava il classico Colosseo tricolore. Dal passato al prossimo futuro. Il logo di Milano-Cortina 2026 è passato un po’ in sordina, forse un po’ per scaramanzia e un po’ per il poco tempo a disposizione. In pochi giorni è stata messa in produzione un’idea nata nel palazzo del Coni, ossia il Duomo tricolore stilizzato, affiancato anche dal concetto del pennone dove sale la bandiera che si amalgama bene con una pista da sci e la “S” classica della curva.
La cosa che potrebbe aver infastidito gli appassionati di sci che non hanno apprezzato il logo appena presentato a Tokyo potrebbe essere la pista, che non dà l’idea né delle Dolomiti né di una pista vera e propria, e forse ricorda troppo la Montagnetta di San Siro. Ma niente paura, non si tratta di un logo definitivo. Se Milano-Cortina passeranno le forche caudine della candidatura di giugno 2019, quando a Losanna verrà eletta la città che ospiterà le Olimpiadi del 2026, ci sarà anche il marchio ufficiale. C’è dunque tutto il tempo per studiare il nuovo logo olimpico. Di sicuro si imporrà di più l’immagine del Veneto e di Cortina, a scapito del Duomo che adesso ha sicuramente una posizione “dominante”.
Adesso, per vedere realizzato quel sogno olimpico e quel logo servono “44 voti e, magari, qualcuno di più per stare più tranquilli” , ha spiegato il numero uno del Coni, che prova a “difendere” l’immagine di transizione presentata solo ieri in Giappone. “Se andate a vedere i loghi presentati dalle altre città ci sono commenti spietati. Il logo di Milano-Cortina –puntualizza Malagò- è quello della candidatura, quello che ci serve per arrivare a vincere la partita a giugno”.