Olimpiadi, Pellegrini nella storia: 5^ finale nei 200 stile libero a Tokyo 2020

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Lia Capizzi

Lia Capizzi

Federica Pellegrini nella storia, qualificata per la finale dei 200 stile libero con il 7° tempo. Per l'italiana è la quinta finale olimpica nella stessa specialità, prima donna a riuscirci, eguagliando il record di Michael Phelps. "Era l'obiettivo di questi Giochi, in questo traguardo ci sono 20 anni della mia vita", ha detto 'la Divina'. Mercoledì la finale alle 3.40

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Ha due occhi speranzosi, sembra una bimba, quasi una piccola Fede mentre – ancora in acqua - aspetta di leggere sul tabellone luminoso la somma dei risultati delle due semifinali dei 200 stile. C’è il suo nome tra le migliori otto: Federica Pellegrini 1’56”44, settimo crono di ingresso in finale. Ce l’ha fatta. Adesso sì che può scoppiare a piangere. Altro che piccola, qui siamo di fronte ad una atleta gigantesca che fa già parte della storia del nuoto ma oggi mette un altro macigno in una carriera leggendariaEra il mio obiettivo per questa Olimpiade. E non era di certo un obiettivo minimo perché era difficile, guardate come il livello si è alzato. Ma noi ci abbiamo provato fino alla fine, dico noi perché con me c’è uno staff meraviglioso che mi ha seguito negli ultimi due anni in maniera ineccepibile. Ci abbiamo creduto fino alla fine. In questo traguardo, in questa quinta finale, ci sono 20 anni di vita, la mia”.

Nessuna donna come lei, 5 finali come Phelps

Nessuna come lei. La prima donna di sempre a qualificarsi per cinque finali in cinque Olimpiadi consecutive nella stessa specialitàSolo Mr Nuoto Michael Phelps c’è riuscito gareggiando da Sydney 2000 a Rio 2016 nella sua gara del cuore, i 200 farfalla.  Chiariamo subito, non è un paragone quello tra Phelps e Federica. L’americano è lassù, sul piedistallo del “pesce” più grande di tutti, il più decorato del globo con 28 medaglie olimpiche (23 ori). Quello tra lui e la Pellegrini è un abbinamento da record, rende l’idea del meraviglioso traguardo raggiunto dalla 32enne azzurra (compirà 33 anni il 5 agosto). Romanticamente torna in mente uno scatto fotografico del 2009: Phelps e Federica insieme, uno accanto all’altro, premiati come MVP dei Mondiali di Roma 2009, i successi del Kid di Baltimora insieme ai due ori, con tre record del Mondo, conquistati dalla veneziana nella piscina del Foro Italico.

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Non chiedetele la medaglia, ma potrebbe incutere timore

Adesso la Pellegrini può essere felice, leggera di testa, appagata. Ma non chiedetele una medaglia, questo no. Non vuol dire che in finale possa realizzare il colpaccio, realisticamente è complesso. I tempi qui a Tokyo sono molto particolari, definiamoli pure diversi, le finali in orario mattutino stanno falsando alcuni equilibri e lo si è visto in questi primi giorni di gare. Ma i valori restano comunque ben delineati. Le avversarie sono giovani, dai 19 anni della cinese Yang (1’55”98) ai 21 anni della favorita Ariarne Titmus (1’54”82) che qui a Tokyo si è appena messa l’oro al collo nei 400 stile. Lo scorso giugno l’australiana ha nuotato a soli 11 centesimi dal record del mondo che dal 2009 porta la firma di Pellegrini (1’52”98). Ci sono poi i 24 anni di Katie Ledecky, la donna che ha rivoluzionato la storia dello stile libero, capace di vincere dai 200 fino ai 1500 stile. Insomma, c’è la carta d’identità che rema contro Federica. E c’è pure la legge del cronometro che difficilmente mente: Federica nell’ultimo anno non è mai scesa sotto l’1’56”. Sul podio si salirà nuotando almeno un 1’55” basso, questo è garantito. Ma  c’è un ma. La stessa presenza della fuoriclasse azzurra in una finale potrebbe incutere timore nelle altre 7 partecipanti, perché lo status della Pellegrini ha sempre messo soggezione. C’è da scommettere sulla cattiveria agonistica dell’allieva di Matteo Giunta, ma soprattutto sul fatto che per la prima volta in vita sua Federica può nuotare senza aver nulla da perdere. 

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Un premio alla carriera: Divinamente leggendaria

Determinata, feroce ma mentalmente sbarazzina. E a prescindere da come andrà, l’Italia dovrà sempre ringraziarla  per questi 16 lunghi anni di una carriera inimitabile, dall’argento olimpico a 16 anni ad Atene 2004 fino al capolavoro dell’oro ai Mondiali di Gwangju 2019, passando per l’apoteosi della vittoria alle Olimpiadi di Pechino 2008. Un viaggio sportivo ed esistenziale sempre sotto i riflettori, nel bene e nel male: da ragazzina testarda ad adolescente in crisi, dai successi abnormi alle sonore cadute che sembravano far presagire una stella al tramonto, salvo poi stupire tutti e rialzarsi per tornare a brillare. Il nuoto è uno sport talmente usurante, impone ore e ore di allenamenti quotidiani con la testa sott’acqua, c’è il rischio di perderla davvero la testa. Difatti le avversarie storiche della Pellegrini non ci sono più, hanno mollato dopo pochi anni, stremate ma pure dilaniate da tormenti interni. Le angosce le ha attraversate anche Federica, eccome, ma ha dimostrato di saperne sempre uscire, reagendo, grazie ad una determinazione e ad una professionalità che non hanno eguali. DIVINAmente leggendaria.