Olimpiadi, Paltrinieri argento nel nuoto negli 800 stile libero a Tokyo 2020

tokyo 2020
Lia Capizzi

Lia Capizzi

Giorgio Scala - DBM

Gregorio Paltrinieri torna sul podio olimpico. Già oro a Rio 2016 nei 1500 sl, l’azzurro conquista l’argento negli 800 stile dopo aver combattuto poche settimane fa con la mononucleosi. Una medaglia che vale quasi un miracolo e che premia il coraggio e il cuore di un atleta che merita una standing ovation

LA GIORNATA LIVERISULTATI

Un argento mostruoso, di cuore e di coraggio. Le sedici vasche sono una novità alle Olimpiadi, è la prima volta che vengono inserite nel programma a cinque cerchi, ma questo debutto passerà alla storia per qualità e trepidazione. Paltrinieri ha suonato la sua musica rock, pronti si parte e lui subito inizia a pestare sul serio per cercare di staccare tutti. E’ il suo cavallo di battaglia. Greg ha sempre bisogno di dettare l’andatura, seguire il proprio ritmo, per fare selezione e soprattutto per costruirsi un margine di sicurezza abbastanza ampio, in modo da non temere le risalite degli avversari negli ultimi metri. L’intelligenza di un campione che sa di non avere nella volata la sua arma migliore. E quindi, direte voi, che novità c’è nell’assolo che ha sfoderato all’Acquatics Centre?  Ha eseguito il suo solito copione, no? La differenza è che a questi Giochi non si è presentato SuperGREG, non può esserlo dopo la mononlucleosi che lo ha colpito a fine giugno, una mazzata tremenda per i suoi doppi sogni di cloro e di sale. 

La mononucleosi, la rincorsa ai Giochi, il coraggio 

A meno di 30 giorni da Tokyo 2020 l’allievo di Fabrizio Antonelli ha ricevuto un cazzotto in pieno volto, di quelli che ti stordiscono e ti mettono al tappeto. Per uno come Greg, precisino, meticoloso quasi maniacale, è stato frustrante non poter rispettare la tabella di allenamento che a ridosso di un grande appuntamento è fondamentale, è la cornice del quadro di mesi e mesi di lavoro. Se ti fermi anche una settimana poi ce ne metti almeno due per recuperare l’acquaticità. E’ stato il momento forse più delicato dell’intera carriera di Paltrinieri. Quando le voci a bordovasca già parlavano di una sua rinuncia alle Olimpiadi lui ha cercato di gestire la situazione, coccolato dal suo gruppo di lavoro agli ordini di coach Fabrizio Antonelli. C’entra poi la testa, quella di Greg non è banale o lineare, è tanto leggera quanto pesante, è un labirinto di cui nessuno conosce la via d’uscita: solo lui. Facciamo così, visto che stai pian piano recuperando potresti saltare una del tre gare previste (800, 1500 stile e 10 Km di fondo), per evitare spreco di energie, a questo punto converrebbe non nuotare gli 800 che sono la prima gara in ordine cronologico. Più o meno è stato questo il consiglio che nelle ultime 2 settimane si è sentito dare. Da chi non lo conosce, però. Perchè chi davvero percepisce l’anima di Gregorio sa che lui non si tira indietro. Mai. Chissenefrega se non sta bene, al diavolo l’essere campione del mondo in carica degli 800 con la possibilità di fare una figuraccia. Paltrinieri è sempre stato docente in coraggio, lui non scappa. 

Un argento che vale quasi un miracolo

Il giorno prima, in batteria, la sua gara era stata una faticaccia, qualificato con l’ultimo tempo utile, fotocopia sbiadita del fuoriclasse che è. “Io comunque magari ci provo lo stesso, in finale”, aveva preannunciato con una smorfia malefica. La mentalità con cui è riuscito a beffare il tedesco bicampione del mondo Wellbrock (arrivato quarto) e l’amico rivale ucraino Romanchuck (terzo, di bronzo) che presuntuosetti lo avevano già considerato fuori dai giochi.  Meriterebbe una voce nella Treccani: l’assolo di Greg, definizione della tradizionale cavalcata con la quale negli ultimi 7 anni ha rivoluzionato la melodia del mezzofondo. Questa volta però il suo assolo è stato un magnifico azzardo, propro per la condizione fisica non perfetta. Il primo 100 metri in 55”18 fa spalancare gli occhi: ma cosa fa, ma ci prova davvero? Il passaggio ai 400 metri (3’50”55) è buono: ma tanto tra 200 metri vedi che vanno a riprenderlo. E infatti gli avversari si avvicinano, ai 750 metri Wellbrock riesce a raggiungerlo, a superarlo ma Greg risponde accellerando, chiude gli ultimi 50 metri in 28”04, un capolavoro. Gli applausi li merita Robert Finke, 21enne della Florida che ai Trials Usa aveva nuotato 7’48”22. Si migliora di quasi sette secondi (7’41”87), un oro strameritato per una rimonta incredibile. L’ultima vasca dell’americano in 26”30 (!) è tanta roba, non si era mai vista in un 800 metri. Ma la standing ovation la merita Paltrinieri, perché il suo argento vale quasi un miracolo (7’42”11)

Greg, vittoria di cuore e coraggio

Ci ha messo tutto Greg, un cuore enorme, una malefica convinzione e un coraggio da leone. Dove lo trovate un fuoriclasse simile? Negli ultimi anni ha dovuto lottare contro i pregiudizi di chi considerava un capriccio la sua voglia di spaziare dalla piscina al mare. Agli Europei di Budapest ha realizzato l’impresa di salire sempre sul podio sia da caimano sia da metronomo. Infine ha dovuto duellare con la mononucleosi. Ma nemmeno la malattia del bacio potrà togliere a Greg l’amore di essere libero. Di provarci. Sempre.