Pechino 2022, Giochi olimpici in "bolla" e polemiche. Ma alla fine vincerà lo sport

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Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

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Saranno Giochi segnati dalla Bolla anti-Covid. Pechino sarà la prima città a ospitare sia l'Olimpiade estiva che quella invernale. Tra diritti umani e protocolli sanitari sarà un'edizione particolare. Ma alla fine a vincere sarà lo sport con le sue storie

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Giochi "bollati" da una bolla in una bolla. E’ inteso che non è una Bolla papale ma quella di sicurezza pandemica e di certo non sono e non saranno Giochi facili proprio perché bollati sin dall'assegnazione. Prima volta di una città estiva, 2008, che diventa invernale. La difficoltà nel trovare sedi predisposte a spendere, investire ed organizzare ha fatto orientare il CIO anche a nazioni con assoluta mancanza di storicità e tradizione di ghiaccio e neve. Se guardiamo indietro ai giochi di questi ultimi anni, forse dal 2016 sino alla nostra viglia, problematiche ve ne sono state eccome. Un Brasile con doppia organizzazione, Mondiale di calcio e Olimpiade, che ha stroncato l’economia interna con micidiali strascichi. La consueta guerra fredda coreana non ha certo agevolato lo svolgimento della prima Olimpiade invernale sotto il 38esimo parallelo e ancora è stata protagonista l’Asia e il Giappone con lo slittamento di un anno e tutto quello che ha portato la pandemia per i Giochi di Tokio, con una incertezza pazzesca sino alla cerimonia d’apertura. Incertezza che sicuramente circonda l’attuale atmosfera cinese sia per quanto riguarda il risvolto politico che quello ambientale. Tolleranza zero con la costituzione della Bolla di protezione Covid. Si registrano già i primi blocchi all’arrivo in aeroporto e poi percorsi obbligati, stazioni tampone, controlli e molto altro tanto da far disertare e rinunciare a spedizioni di addetti ai lavori soprattutto nel campo della comunicazione e delle  sponsorizzazioni. Non bastano quindi i controlli antidoping, ormai da considerare nella normalità, ma soprattutto il fastidio dei molecolari giornalieri, temperatura quotidiana come le comunicazioni di salute tramite app e tanto altro. Un clima surreale che corrisponde al concetto già espresso “tolleranza zero” nei confronti delle problematiche mediche.

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Oltre le polemiche, alla fine vincerà lo sport

Non passa però in secondo piano neppure la pochezza degli spalti diplomatici per Giochi segnati da silenziosi boicottaggi con in testa gli Stati Uniti, per denunciare il governo di Xi Jinping nei riguardi dell’annoso problema del Tibet, problema che fece nel 2008 deviare persino il viaggio della torcia olimpica, oppure quello più recente di Hong Kong. Problemi da annoverare sotto la dicitura diritti umani. Diritti che non intaccano l’immagine interna legata ai Giochi con quelli che sperano che siano: Semplici, Sicuri e Splendidi. Da qui il volere e i desideri di Xi mentre sono arrivate tutte le delegazioni di atleti per giocarsi in 15 sport 109 medaglie. L’Italia ne ha 118 divisi tra 46 donne e 72 uomini con una storia di 40 vittorie con in testa lo sci alpino e 14 ori, poi sci nordico con 9, 7 slittino, 4 il bob e a chiudere due short track e Speed Skating… a finire quell’oro dello Skeleton che è anche il primo: 1948 St Moritz un ragazzo di nome Nino Bibbia, forte delle sue origini valtellinesi ma con residenza svizzera riuscì a battere i maestri inglesi. Proprio queste storie da studiare, rivedere e rinarrare ci faranno dimenticare, una volta aperti i Giochi, ogni tipo di polemica. E’ sempre stato così anche se quello che abbiamo detto sui Diritti civili o le situazioni ambientali e climatiche ci deve far riflettere. 

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