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Olimpiadi invernali, Sofia Goggia rinuncia al SuperG. L'Italia punta su Brignone

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Carlo Vanzini

Venerdì alle 4.00 è in programma il supergigante femminile olimpico. L'Italia - dopo la rinuncia di Sofia Goggia, che punta alla discesa del prossimo martedì- schiera Bassino, Brignone, Curtoni e Marsaglia. In coppa del mondo sono arrivate 6 vittorie su 7 gare disputate per la squadra azzurra

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E’ ovvio che l’attenzione generale sia concentrata su Sofia Goggia e sulla sua rincorsa alla discesa olimpica, ma partiamo da chi in questo SuperG ci sarà e andrà a giocarsi le medaglie. Fuori una punta del tridente, incredibilmente dominatore della coppa di specialità, sicuramente già assegnata a un’azzurra (Brignone 477 – Curtoni 374 – Goggia 332), dentro Francesca Marsaglia, numero 18 al via e che del SuperG, in questo po' po' di squadra, è la detentrice del titolo italiano. Una top ten per lei, ma chissà che questa chance non si trasformi in qualcosa in più, mai dire mai. Fa davvero paura per come ci presentiamo a questa gara. 7 gare di coppa del mondo disputate, 6 vittorie e 9 podi in totale.

 

C’è di che spaventarsi, perché è matematico creare facili illusioni e sostenere che non può non arrivare una medaglia. Federica Brignone, 3 vittorie 2022, è diventata l’italiana più vincente in assoluto in Coppa del mondo e ha già messo al collo uno straordinario argento in gigante. Ha la leggerezza del risultato meno scontato portato a casa, ma bisognerebbe capire se e quanto può infastidire che, in questo suo ruolo di favorita per il super G e dopo il secondo posto in gigante, non si faccia altro che parlare di Sofia. Magari è invece un vantaggio. Conoscendola è isolata nelle sue sensazioni e nel suo mondo di spensieratezza ritrovata, dopo un anno confuso in pensieri più grigi che azzurri.

 

Al via con il numero 9, va a caccia di un oro che in super G ci manca da 20 anni, 2002 Salt Lake City con Ceccarelli prima e Putzer terza, 30 anni dopo Deborah Compagnoni , 1992 Albertiville e in mezzo ci mettiamo anche il bronzo di Isolde Kostner a Lillehammer 1994. Di partenza non ci accontentiamo di una medaglia visto che Elena Curtoni, numero 13, ha vinto a Cortina ed è salita altre due volte sul podio e Marta Bassino, pettorale 19, ha una classe che non si può essere sciolta. E’ ora di cancellare le lacrime del gigante e tirarla fuori. Scrivevo prima che è matematico pensare al colpaccio, visti i risultati stagionali, ma di matematico nello sci non c’è nulla. Le condizioni variabili, leggi vento e neve in trasformazione, il momento tecnico, mentale, fisico, in cui tutto deve essere perfetto, vedi Shiffrin, le avversarie che a dispetto del dominio azzurro, sono agguerrite e in tante candidate al ruolo di protagoniste o outsider di giornata: la campionessa in carica Ledecka (2), non brillante fin qui, ma detentrice del titolo, Tippler (5), Gut (7), l’unica a battere le italiane quest’anno e già bronzo in gigante, Huetter (8), prima a parimerito con Brignone nell’ultimo super G, Shiffrin (11), non può andare via così e Suter (15). Poi ci sono almeno altre 4 o 5 atlete che possono puntare al podio se ci sarà un perfetto allineamento dei pianeti.

 

Sofia ha invece deciso lei di non esserci in SuperG. Di prendersi così un giorno in più, per prepararsi per la prima delle tre prove in vista della discesa del 15 febbraio. Sta sciando, si sta allenando anche cadendo e rialzandosi. Non una rinuncia per correre un rischio in meno per il suo fisico, perché non è che in allenamento sulle piste vicine non si prenda dei rischi, ma per la consapevolezza che può essere forse al 70%. Per la superiorità dimostrata una percentuale buona per la discesa, non per il super G, non sufficiente almeno per puntare al podio. Una percentuale che così facendo potrebbe aumentare con la giornata in più di lavoro e i 4 giorni ancora a disposizione.

 

Un percorso pensato e studiato per realizzare quella che a oggi possiamo solo etichettare come romantica fantasia, impresa o miracolo. Ok esserci, va già bene, ma non per lei che non ha mai mollato e mai sta mollando per un secondo l’idea di non essersi fatta il viaggio in Cina tanto per esserci, “beh vederla al via sarebbe già tanto” che rabbia questa frase che circola. Non partirà se non sarà più che convinta di poter fare medaglia (che poi arrivi è un altro discorso). Lei è Sofia Goggia e come tale non è a Yanqing per esserci, ma per essere quello che è nel suo motto preferito: Sofia Goggia, only the brave, #MOLAMIA.

 

Le parole delle azzurre

"Nel mese di gennaio ho fatto quasi sempre velocità, qui in Cina non ho avuto occasione fino a oggi di mettere gli sci lunghi, ma giro dopo giro è andata sempre meglio, sento un buon feeling, il grip è buono, la pista è omogenea", ha affermato Brignone, secondo cui "sarà una gara tosta senza avere avuto possibilità di allenarsi sopra senza fare le prove, come è invece già successo ai nostri colleghi uomini. Ho deciso di scegliere un numero a metà, così avrò la possibilità di vedere qualche discesa di chi mi precede e per farmi un'idea della tracciatura. L'obiettivo è quello di sciare come ho fatto nel corso della stagione in questa specialità, dove mi sono sempre trovata bene".

 

Marta Bassino, invece, ha sottolineato di essersi messa alle spalle "il momento di delusione per l'uscita in gigante di tre giorni fa: ho voltato pagina e adesso sono pronta a rilanciare le mie ambizioni". Mentre Elena Curtoni, ha assicurato che cerchera di concentrarsi sulla gara "senza pensare a troppe cose che mi sono successe negli ultimi giorni". Francesca Marsaglia dice di essere "molto contenta di essere qui, mi dispiace prendere il posto di Goggia, mi auguro che possa riprendersi quanto prima".