Olimpiadi invernali, caso Valieva: l'aspetto personale della vicenda doping

Olimpiadi

Danilo Freri

kamila valieva

L'tleta russa è stata autorizzata dal Tas a continuare a gareggiare alle Olimpiadi invernali di Pechino. Ma a prescindere dal caso doping cerchiamo di capire - grazie a Danilo Freri - l'impatto psicologico enorme che questa vicenda può avere sulla 15enne

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Avrà tutti gli occhi del mondo addosso, come previsto, ma per motivi che non potevamo immaginare. Kamila Valieva era già destinata ad essere la protagonista della gara più attesa, perché la migliore pattinatrice del singolo femminile è da sempre la principessa più bella dei Giochi. E Valieva lo sarebbe senza dubbio, per meriti tutti suoi.

 

A soli 15 anni ha già stabilito record del mondo nei punteggi che sembrano inarrivabili, ha eseguito i salti quadrupli in una gara olimpica, prima donna nella storia. Ha elevato il livello tecnico e le difficoltà ma senza perdere nulla della grazia e dell’eleganza richiesta dal pattinaggio. Possiamo già scomodare paragoni con le più forti di sempre, se volete. Ma ora pattinerà appesa al filo dei suoi pattini. Lo può fare, perché il Tas ha deciso che prevale il suo status di persona protetta che non ha ancora compiuto 16 anni, perché non è giusto farle perdere l’Olimpiade per una positività comunicata in ritardo, senza la possibilità di avere garanzie difensive. Con responsabilità che saranno tutte da accertare e che, a 15 anni, ricadono più su chi circonda l’atleta. Nei prossimi mesi si entrerà nel merito nella vicenda e ci saranno sentenze che potranno anche cambiare la classifica delle gare.

 

Ma ora, che sia giusto o meno vedere Valieva competere, proviamo a pensare a cosa sta passando. Dal 9 febbraio la sua vita è stata sconvolta, un impatto psicologico enorme. E’ in gara ma il suo risultato potrebbe essere cancellato e il CIO ha già deciso che se arriverà sul podio non ci sarà nessuna cerimonia di premiazione. Niente medaglia. Il momento più importante della sua vita è rovinato per sempre. In ogni caso. Certo, ci sono anche i diritti degli altri atleti. E sono una priorità.

 

Tutti hanno il diritto di competere alla pari e di non ritrovarsi in gara contro qualcuno che usa il doping. E’ un diritto che sarà restituito da una sentenza che arriverà postuma. E ci darà un risultato giusto. Inoltre, anche a loro è stata tolta la gioia di una cerimonia di premiazione da ricordare. Ma non è un motivo per avere cattivi sentimenti nei confronti di Kamila Valieva. Tenete almeno un po’ di solidarietà e della vostra empatia per questa ragazza di 15 anni. Tenetevi lo spazio per la meraviglia di vederla saltare e per vedere la sua perfezione sul ghiaccio. Ora dovremmo tutti sperare che sia in grado di gareggiare al massimo livello, nonostante tutto. Lei è la principessa di questa favola interrotta, l’orco cercatelo altrove.