Olimpiadi invernali, Valieva travolta dalle lacrime: psicodramma a Pechino

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Danilo Freri

Danilo Freri

L'importante è che le medaglie si possono dare, nessuno le avrebbe viste se ci fosse stata Valieva sul podio (come annunciato dal Cio). La 15enne russa chiude 4^: una caduta dal Paradiso che risolve tutti i problemi, quindi? Niente affatto. Il suo caso ha fatto a pezzi i regolamenti antidoping, i buoni propositi di proteggere gli atleti, la capacità delle istituzioni sportive di gestire gli imprevisti

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Le lacrime fanno parte del racconto olimpico. E’ l'esplosione emotiva incontenibile che accompagna le imprese, i sogni realizzati e quelli infranti, le delusioni. Ma quelle che hanno bagnato il programma libero del pattinaggio di figura hanno inondato e coperto molto di quello che ricorderemo di Pechino 2022. Sono le lacrime di Kamila Valieva, la 15enne russa positiva il 25 dicembre ad un farmaco vietato e autorizzata a scendere in pista a Pechino dopo una battaglia legale e il riconoscimento dello status di persona protetta per la sua giovane età. Valieva, che rimane in attesa di giudizio con il suo team con i tempi che si prenderà la giustizia sportiva, aveva trattenuto la marea dei sentimenti durante il programma corto, chiuso al comando della classifica. E’ stata invece travolta durante il libero, dove le cadute e gli elementi di salto non completati sono stati penalizzanti. Valieva ha chiuso la sua performance con oltre 30 punti in meno rispetto al libero del Team Event della settimana scorsa a Pechino. Non era lei, non era in possesso delle sue facoltà tecniche ed artistiche. Quarto posto finale dietro alle compagne di allenamento Shcherbakova e Trusova e alla giapponese Sakamoto.

Una caduta dal Paradiso che sistema tutto. Anzi no

La sua caduta dal Paradiso risolve tutti i problemi. Sistema tutto. La classifica finale è valida. Si, è vero, c’è ancora l’asterisco accanto al suo quarto posto. Se verrà squalificata poi, con calma, la toglieranno anche da lì. Ma è un quarto posto, dai. C’est pas grave. Non è poi un gran problema. L'importante è che le medaglie si possono dare, nessuno le avrebbe viste se ci fosse stata Valieva sul podio, come aveva annunciato il Cio. Esultano probabilmente il Cio, la WADA, il comitato Pechino 2022. Tutto bene, dunque? No. Proprio no. Niente è andato bene. Quel finale di gara dopo il programma libero è disturbante. Valieva in lacrime, distrutta. Trusova in lacrime, distrutta. E non erano di felicità per l’argento. Erano di dispiacere. Non assomiglia ad un sogno olimpico, questo. Hanno rovinato la gara più importante della loro carriera. A noi e a voi hanno rovinato la gara più bella e attesa di ogni edizione dei Giochi Olimpici. L'abbiamo seguita con un asterisco negli occhi e nel cuore. Aspettando lo psicodramma che è arrivato. Un’esperienza che ha fatto a pezzi i regolamenti antidoping, i buoni propositi di proteggere gli atleti, la capacità delle istituzioni sportive di gestire gli imprevisti a cui viene alsciato troppo spazio e che possono avverarsi con percentuali più alte del previsto.

I prossimi passi

Qualcosa andrà fatto. Ad esempio ammettere ai Giochi solo chi ha più di 16 anni, così non ci saranno in gara atlete bambine e persone protette per motivi di età. Bisogna evitare che chi arrivi ai Giochi sia ancora in attesa del risultato di test antidoping pendenti. Bisognerebbe cercare di fare una bolla, come per il Covid. Forse non si eliminerà tutto il doping, inutile illudersi. Ma evitare un caso Valieva si può fare. Si deve. Ed evitare di rovinare a tutti la gara più bella e attesa dell’Olimpiade.