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Doping, caso Valieva: la Wada ricorre al Tas, chiesti 4 anni di squalifica

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La Wada ha dichiarato di non essere d'accordo con i risultati del comitato disciplinare russo che ha affermato che Valieva non ha avuto "nessuna colpa o negligenza" per un test antidoping positivo poche settimane prima dei Giochi e per questo motivo ha chiesto al Tas una squalifica retroattiva

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Una squalifica, retrodatata, di quattro anni, a partire dal 25 dicembre 2021. È questa la richiesta avanzata nel ricorso al Tas dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping, nei confronti di Kamila Valieva, la pattinatrice russa risultata positiva alla trimetazidina in un controllo svolto prima delle Olimpiadi di Pechino dove aveva conquistato la medaglia d'oro nel Team Event. Una medaglia che, nel caso in cui venisse accolta la richiesta della Wada, le verrebbe negata.

Ricorre al Tas anche la Federazione internazionale di pattinaggio

Dopo l'Agenzia mondiale antidoping (Wada) anche la Federazione internazionale di pattinaggio (Isu) ha comunicato di aver presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (Tas) per il caso doping che vede coinvolta la campionessa del pattinaggio di figura russo Kamila Valieva trovata positiva alla trimetazidina il 25 dicembre 2021 nell'ambito dei Campionati nazionali a San Pietroburgo. L'Isu ha sottolineato che "i giovani atleti devono essere protetti dal doping ma non esentandoli dalle sanzioni". Il riferimento e all'annuncio dello scorso gennaio da parte del comitato indipendente dell'Agenzia antidoping russa (Rusada) che sosteneva, nonostante il controllo abbia dato esito positivo a seguito di uno scambio di farmaci con quello del nonno di Kamila sofferente di cuore, l'atleta non era colpevole. La Rusada aveva precisato che "non c'era colpa o negligenza" da parte della Valieva e che la sanzione sarebbe stata l'estromissione dalla classifica dei Campionati russi. 

Il riassunto della vicenda

Durante i Giochi Olimpici di Pechino è emersa la positività di Valieva a un controllo svolto a fine dicembre 2021, il che aveva portato al rinvio della cerimonia di premiazione del Team Event fino alla risoluzione del caso. Il Tas ha confermato la decisione russa secondo cui le sarebbe stato permesso di competere nell'evento femminile dove era in testa dopo il programma corto ma poi è caduta più volte nel libero per finire quarta. La Wada è andata di nuovo al Tas in autunno dicendo che la Russia stava ritardando il caso e chiedendo una squalifica di quattro anni. L'agenzia russa antidoping Rusada ha stabilito il mese scorso che non era colpevole di colpa o negligenza e l'ha solo squalificata dai campionati nazionali dove aveva presentato il test positivo.

 

Martedì la Wada ha dichiarato di "aver esaminato attentamente la decisione motivata e completa" e "ritiene che la conclusione del tribunale disciplinare dell'Agenzia antidoping russa secondo cui l'atleta non aveva 'nessuna colpa o negligenza' sia errata secondo i termini del Codice Antidoping in questo caso ed ha esercitato il diritto di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport. "Nell'ambito del ricorso, la Wada chiede un periodo di quattro anni di ineleggibilità e squalifica di tutti i risultati dell'atleta dalla data del prelievo del campione il 25 dicembre 2021. "Come ha cercato di fare durante questo processo, la Wada continuerà a fare pressioni affinché la questione proceda senza ulteriori indebiti ritardi". Valieva è tornata alle competizioni nazionali, ma i pattinatori russi sono stati banditi dagli eventi internazionali come parte delle sanzioni in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.