Auguri Sara Simeoni: compie 70 anni il mito del salto in alto

il compleanno
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

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Ha fatto la storia del salto in alto e dello sport italiano: oro alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, argento a Montreal nel 1976 e a Los Angeles nel 1984. Primatista mondiale con la misura di 2,01 m stabilita due volte nel 1978. E capace di reinventarsi dopo la carriera sportiva con simpatia e ironia. I 70 anni di Sara Simoeni, mito azzurro

Atleta del secolo, ebbene sì…Sara Simeoni, è anche questo, prima donna del centenario. Non è solo l’oro di Mosca, seconda donna della nostra storia 44 anni dopo Ondina Valla, e gli argenti olimpici di Montreal e Los Angeles e neppure la prima azzurra a raggiungere i fatidici 2.00 e a superarli ma, a mio avviso, è proprio quell’elezione a Roma 9 anni fa davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a quello del CIO Bach e del CONI Giovanni Malagò a darle la stella della leggenda. Una votazione di atleti medagliati, unita a un sondaggio del pubblico, l'ha portata con Alberto Tomba, tra gli uomini, nel firmamento indelebile dei Numeri 1. Numero che diventa 70, l'età, appena 8 cm sotto la sua altezza con un metro in più e 1 anno in più del suo esordio internazionale, 1971, agli Europei di Helsinki un nono posto con gli stessi suoi centimetri di altezza. Il 7 inoltre ricorre per segnare tempi e misure: gli anni '72 i primi suoi Giochi e '76 prima sua medaglia con prima volta sopra il metro e 90 e ancora il '78 per il superamento storico dei 2.00. 

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Dal sogno della danza ai trionfi

Poi cambiano gli anni, non cambiano i suoi trionfi, anzi arriva l’oro nel 1980 e ancora un argento con le stesse misure dei tempi passati nonostante la quarta Olimpiade. Grande è dir poco, eppure voleva fare la ballerina, sognava la Scala e la sua amata Arena di Verona, lei di Rivoli veronese ad appena 25 chilometri da quelle antiche mura. Danzare sulle punte, quasi impossibile per l’aumentare dell’altezza ma sulle punte e talloni ha staccato sempre in maniera perfetta nel nuovo stile “gambero” Fosbury. Interprete magistrale sin da subito vincendo scetticismi e imperfezioni. Ma saliva sicura e come saliva, elegante e rapida per tutti volava oltre l’asticella. Una sicurezza dettata anche dal suo allenatore/marito Erminio Azzaro, ex atleta dell’alto e preciso maestro anche di vita sin da quelle prime uscite di nascosto nei primi anni '70, durante gare e raduni. Una coppia magica, che ci riporta fuori dallo sport ai Sandra Mondaini e Raimondo Vianello o Paolo Panelli e Bice Valori… Una serata con loro a cena e non riesci a mangiare per le continue battute e frecciate. Spiritosi, simpatici e battutisti: lei parla e parla lui, quando trova spazio spara e la stronca con l’humor britannico, senza fare una piega. Micidiale, micidiali. Piacciono. 

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Le due storiche avversarie

Sara è il punto di riferimento del divismo sportivo al femminile, una donna immagine forse a sua insaputa visto che in gara, concentrata e precisa, difficilmente faceva parlare di sé. Vita privata non da rotocalco e a scrivere era solo cronaca di risultati, altezze da superare, misure da ottenere e battaglie epocali con le due acerrime amatissime nemiche. A detta di Sara la più dura ed ostica quella dell’est, faceva paura già solo la sua maglietta blu con la scritta DDR, Rosemarie Ackermann, tedesca di Sassonia del 1952, un anno più vecchia ma ultima grande interprete dello scavalcamento ventrale, difficile da battere. Si lottava per il secondo posto, lei era il faro che si illuminava nel salire, accarezzare l’asticella con il corpo per passare dall’altra parte con l’eleganza di un tempo mai passato. Oro a Montreal davanti all’azzurra e poi la prima a fissare i Due Metri. Infine il passaggio di misure e potere nell’alto proprio a Sara, che portò il limite a quel meraviglioso 2 e 01 con vittoria, record del mondo ed europeo a Praga. Una magia esplosa nella gioia, quella gioia che Sara esprimeva sul tappeto quando atterrava, forse plateale ma di sicuro con grande trasporto, tutto l’opposto della simpatica ma fredda Ackermann. Da rivali, come detto, ad amiche. Un fuori pedana inaspettato: si sono sempre sentite e viste anche dopo il ritiro della tedesca dopo Mosca. A Natale sempre una cartolina con foto di famiglia. Poi più nulla, rimangono però quei sorrisi e scambio di battute e grande rispetto negli anni passati negli stadi. L’altra amatissima nemica era dell’ovest, maglia bianca, banda rossa centrale: Ulrike Meyfarth, oro a Monaco, in casa, quando anche le altre due esordivano, stesso metodo di Sara: Fosbury flop. Impressionava la sua età, 4 maggio 1956, una bambina altissima di quasi 1 e 90 e ad appena 16 anni e 123 giorni con già l’oro al collo. Nel '76 non si conferma, anzi non si qualifica neppure per la finale, mentre a Mosca non salta per la non presenza della Germania dell’Ovest causa boicottaggio. Sara non ha mai amato e temuto la tedesca, forse troppo altezzosa tanto da sembrare una nobile e austera contessa saltatrice. La Meyfarth riprende a dominare nel 1982 dove vince tutto con record del mondo a 2 e 02. Stessa misura per il secondo oro olimpico a Los Angeles con Sara a fare da scudiera, secondo posto con argento a 2 metri. Una battaglia dove la nostra regina non ha mai tremato. Sara chiude e Ulrike va avanti con nuovi scontri, stavolta con la russa Bykova.

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Le incursioni nella danza e nel canto

La nuova vita di Sara con Erminio è quella federale e regionale, non disdegnando curiose incursioni nella danza, nella tv e nel canto. Una rinascita inconsueta ma assai divertente che ci ha restituito una fenomenale ed imprevedibile Sara Simeoni. Quasi casualmente si inventa una Simeoni da acconciature incredibili nei commenti del dopo Olimpiade nella fortuna trasmissione “Circolo degli anelli”: stupiva la Sara acconciata da dea greca e la sera dopo da Geisha. Si rideva, si parlava, si commentava in una Olimpiade nazional popolare. E quel tipo di popolare la portava anche a ballando con le stelle “special Guest”. Non avrà danzato alla Scala o all’Arena ma almeno ha cantato a Sanremo. Serata organizzata da Riccardo Magrini dal nome: 'Campioni-Canzoni'… performance di Sara Simeoni con “Che sarà” dei Ricchi e poveri. Ecco la nuova Sara, quella del centenario, quella magica, quella dei 2.00, quella dell’Oro, quella della danza e del canto ma quella che fa ridere e che si prende gioco, quella dolce con Erminio… Quella che ci piace tanto. Auguri giovane, estrosa, 70enne.