Olimpiadi: Parigi 2024, 100 anni dopo il sogno è sempre lo stesso

Olimpiadi
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

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Il 2024 è l'anno olimpico: si torna a Parigi 100 anni dopo l'edizione del 1924. Tante le storie che hanno consegnato personaggi e atleti al mito. Facciamo un salto indietro di un secolo, per ricordare un passato leggendario e un futuro tutto da scrivere. Con un denominatore comune: l'Olimpiade è sogno

“Parigi val bene un messa”, ovvero il sacrificio prima di tutto per ottenere uno scopo regale…Lo è per definizione il concetto di chi, atleta, partecipa ai Giochi. Fa parte del DNA per ottenere un risultato ma aggiungiamo anche basta una partecipazione o una convocazione all’Olimpiade per dare un brivido alla propria carriera e coronare il “sogno”. Retorica? No, è lo straordinario “olimpico”. Olimpiade numero 33, terza parigina, come Londra e come sarà Los Angeles nel 2028. 100 anni dopo l’ultima: 1924 (VIII Giochi estivi). All’epoca occasione per il trentesimo anniversario della costituzione del movimento olimpico, siglato proprio a Parigi, dal suo ideatore il barone Pierre De Coubertin, nelle sale dell’università Sorbona e festeggiato con un meraviglioso banchetto all’interno del Bois del Boulogne, Palais d’Hiver du Jardin d’Acclimatation, a Pre-Catelan, padiglione in stile Napoleone III, il 23 giugno del 1894. Le stesse sale saranno teatro dell’ospitalità di Casa Italia, mai scelta più corretta e giusta nel ricordare il passato e la storia dell’Olimpiade. Da non dimenticare il grande impegno francese dell’epoca visto che cominciarono a Chamonix, lo stesso anno, i Giochi Invernali.

Il manifesto di Parigi 2024 - ©Getty

La riscossa dopo l'edizione del 1900

Parigi che si risollevava dalla cocente “buffonata Olimpica” del 1900, seconda edizione, voluta all’interno dell’Expo. De Coubertin voleva assolutamente i Giochi nella capitale francese nel 1896 ma l’origine greca di Olimpia e il volere parigino di avere situazioni ludiche durante l’Expo del 1900 aveva fatto slittare di 4 anni l’organizzazione. Fu un vero disastro:5 mesi di gare nascoste ai più e mal documentate, competizioni improbabili da svolgimento circense (tiro alla fune, crocket, pelota, pesca nella senna, tuffi vestiti e in costume) ma anche le prime rinunce di atleti o squadre. Le università statunitensi cattoliche si rifiutarono di gareggiare la domenica che era il giorno da dedicare a Nostro Signore e gli organizzatori o simil tali avevano invece organizzato l'esordio dei vari tornei di domenica, comprese le finali…rinvii, spostamenti e lungaggini determinarono molte assenze ed imprecise assegnazioni. Parigi 1900 fu un lungo ed estenuante pasticcio. Tanto quasi da far rinunciare ai Giochi successivi che per certi versi non andarono meglio (Saint Louis 1904). Insomma, ogni gara era un terno al lotto con pubblicazioni successive e mai certe delle classifiche. Da maggio ad ottobre con 24 nazioni partecipanti e 1233 atleti (1211 uomini e 22 donne). 25/26 forse, il numero degli italiani ma ufficialmente erano 11, con 3 medaglie d’oro, in realtà la medaglia non esisteva e vi erano delle composizioni artistiche. Per le statistiche ci fu il primo alloro della nostra storia con il Conte Trissino nell’Equitazione,  poi scherma con Antonio Conte, categoria Maestri sciabola e ciclismo con Mario Ernesto Brusori nella corsa a punti. Segnalazione importante è il primo successo al femminile con la britannica Charlotte Copper nel Tennis. 29 le vittorie francesi che conquistarono il primo posto davanti a Stati Uniti (assai penalizzati nei giochi di squadra) e Gran Bretagna. “Parigi val bene una messa” è stato totalmente disatteso per mano organizzativa.

La partenza dei 3000 metri a Parigi 1924 - ©Getty

Finalmente...l'Olimpiade

Eccoci allora tornare alla seconda Olimpiade parigina, una specie di opera di pulizia sportiva e logistica. Diversi stanziamenti sia del governo che del ricco club “racing” ed ecco rifatto lo stadio di Colombes (ex ippodromo), 60mila spettatori con aggiunta di 10mila posti smontabili. Pista atletica rifatta e all’interno campo da rugby. Un vero parco Olimpico, a 10 km dal centro di Parigi, con altri campi di rugby, stadio per il nuoto, sala scherma…campi di allenamento e persino un viale d’ingresso con il nome dell’allora vivente “Boulevard Pierre de Coubertin”. Che le cose siano cambiate fu evidente con i calendari gare: tutto in 3 settimane, tranne i tornei di rugby, calcio e polo per questione di riposi. 44 i paesi, non fu invitata ancora una volta la Germania, 3076 i partecipanti con 139 donne. L’Italia schierò 201 atleti dietro l’alfiere Ugo Frigerio, completavano la spedizione 3 donne, tutte e tre tenniste. Rosetta Gagliardi, ad Anversa nel 1920 era stata la prima ed unica donna azzurra a partecipare ai Giochi, Paola Bologna e Giulia Perelli. Niente Villaggio Olimpico o casa Italia per i convocati azzurri del calcio che andarono all’Hotel St.Georges, in pieno centro e di certo non si annoiarono, sul campo escono ai quarti di finale battuti 2 a 1 dalla Svizzera. Otto le medaglie d’oro ma fu magnifica anche la medaglia d’argento nella Maratona di Romeo Bertini, contadino di Gessate, era stato bersagliere durante la guerra.

Uno spettacolare tuffo di Weissmuller - ©Getty

I grandi personaggi: Nurmi e Weissmuller

Due i grandi personaggi dei Giochi di Parigi 1924: il mezzofondista finlandese Paavo Nurmi e il nuotatore statunitense Johnny Weissmuller. Il primo, soprannominato “il finlandese volante”, uno degli atleti più forti di sempre con 9 ori in 3 edizioni olimpiche ma ben 5 in quella parigina, soprattutto fui incredibile la doppietta fatta in meno di un’ora tra i 1500 e i 5000. Tre invece gli ori vinti da Weissmuller 100, 400 e 4x200 stile libero e un bronzo nella pallanuoto, un fenomeno in piscina e un altro sullo schermo cinematografico… con il personaggio di Tarzan, dal 1932 al 1950 lo interpretò ben 12 volte. “Parigi val bene una messa” fu per entrambi una soddisfazione enorme mentre non si giustificò più il tennis che uscì dai Giochi per troppi professionisti dichiarati come l’americano Bill Tilden o la magnifica Susanne Lenglen, oro ad Anversa, che rinunciò a giocare sul brutto campo, tra sabbia e buche, di Colombes. L’apertura dal finto dilettantismo al professionismo fece riprendere il dialogo per questo sport nel 1988 e a Seoul si riassegnarono le medaglie.

Liddell portato in trionfo a Edimburgo
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Momenti di gloria

Abbiamo provato a raccontarvi l’atmosfera, i risultati, gli aneddoti, le curiosità di quel passato parigino lungo 100 anni ma forse, anzi certamente, la miglior cosa è recuperare una pellicola che vinse Oscar sia come Film che come Colonna sonora e rivivere ogni cosa di quei sogni, di quelle speranze…di giovani atleti che partecipano all’Olimpiade, metto il presente solo perché non cambia nulla che sia la prima o la prossima edizione dei giochi, ogni atleta la viva come qualunque altro: il coronamento di un sogno. E allora il 1981 quando uscì e il 1982 quando vinse l’Oscar “Momenti di Gloria-Chariots of Fire” di Hugh Hudson è il film olimpico per eccellenza. E’ la celebrazione sportiva di due atleti britannici con due storie che si incrociano, due velocisti: Harold Abrahams, ricca famiglia di avvocati di origine ebrea e Erik Liddell, scozzese, ex rugbysta famiglia di missionari protestanti…sotto la stessa bandiera non si scontreranno in gara visto che Liddell ha le qualifiche dei 100metri di domenica e lui non corre di domenica “è il giorno del Signore”, vincerà i 400 metri in modo perentorio con record del mondo ed un modo di correre sgraziato con la testa indietro, annaspando alla ricerca del fiato mentre Abrahams, contro ogni pronostico ed aiutato da un allenatore professionista, Sam Moussabini, sarà il primo non americano a vincere i 100 metri, successo che venne raggiunto soltanto nel 1980 da Alan Wells. Una ricostruzione un po' romanzata, è un film, ma che ci fa rivivere quegli anni di memorabili racconti di atleti che gareggiavano in maglietta a tre bottoni e vestivano con paglietta in testa e giacche dei college. Il tutto condito dalla musica magistrale di Vangelis degli Aphrodite’c Child, al secolo Evangelos Papathanassiou, lo stesso di Blade Runner, Missing, Alexander. Diverso il destino, Liddell si ritirò subito e partì missionario in Cina, dove poi venne catturato dai giapponesi e rinchiuso in campo di concentramento. Un piccolo grande eroe: cedette la sua libertà in uno scambio di prigionieri, voluto e richiesto da Churchill, a una giovane donna in cinta. Morì nel campo nel 1945 per le sofferenze ed un brutto male. Abrahams, divenne giornalista sportivo e commentatore per la radio e la BBC. Ogni 7 luglio, di ogni anno, si vedeva a cena  con il, terzo arrivato di Parigi, il neozelandese Porritt, a Londra, stesso ristorante  fino al 1978, anno della sua scomparsa. Alzavano un calice per Liddell e i ragazzi del 1924 che correvano liberi, sorridenti e pieni di sogni.

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Olimpiade da record: numeri e curiosità

“Parigi val bene una messa": questo nel passato ma vale ancor più oggi quando i biglietti dei Giochi già venduti sono oltre 3 milioni e 250mila mentre i restanti 7 milioni verranno assegnati a sorteggio su tutti i prenotati sul sito di Parigi 2024 a fine aprile... incasso superiore al miliardo e 300miliioni. 3 milioni e 500 mila i biglietti per le paralimpiadi. E Parigi farà ancor di più, sarà la prima a non far confluire gli atleti dentro uno stadio per una cerimonia inaugurale, la sfilata sarà a bordo di imbarcazioni lungo la Senna, 6 i chilometri che dovranno percorrere le barche/nazioni con telecamere a bordo e ben 80 maxischermi per il pubblico. Corteo dal Pont D’Austerlitz al Pont de Ièna per il Gran Finale al Trocadero. La Grandeur dal 26 luglio all’11 di agosto. Saranno usati gli impianti già esistenti, migliorati e resi più confortevoli oppure adattati al luogo come Place de la concorde per la Break dance (nuova disciplina), BMX freestyle, basket 3x3 e Skateboard…quindi una piazza storica per sport assai giovani “da piazza”. Solo 3 le nuove strutture permanenti ex novo…a Porte de la Chappelle per Ginnastica e badminton, il centro acquatico di Saint-Denis e lo stadio di arrampicata sportiva ( i francesi sono fortissimi ed appassionati) di le Bourget. Saranno quindi 41 i siti olimpici e 22 quelli paralimpici tra Parigi, le regioni francesi e i territori d’oltremare. 329 gli eventi con 10mila 500 partecipanti per 206 delegazioni, 22 sport paralimpici per 4400 atleti di 184 paesi. Il villaggio olimpico e paralimpico, finiti i Giochi sarà un nuovo quartiere, Seine-St.Denis, estremamente moderno ed ecologico anche dopo aver piantato 9000 alberi per 2600 abitazioni e 6000 residenti. Nota di colore la sede per la disciplina del surf: si gareggerà a Tahiti alla ricerca la grande Onda sulla spiaggia di Teaupo’o.

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100 anni, gli stessi sogni...

“Parigi val bene una messa” non era altro che una frase per dare un significato alla parola rinuncia per un obiettivo e la disse Enrico di Navarra nel '500, dopo aver vinto la Guerra dei Tre Enrico (Navarra, Guisa ed Enrico III) per il trono di Francia, lasciò la fede Ugonotta per diventare cattolico e farsi incoronare, primo re Borbone, come Enrico IV di Francia. Abbiamo corso con i ricordi di due Olimpiadi assai lontane, 1900 e 1924. Il passato, con racconti e narrazioni servono sempre per preservare la memoria di chi ha fatto la storia dello sport. Ogni tassello di questa memoria si deve mantenere vivo per essere esempio e cultura dell’educazione sportiva. Sacrifico e rinunce per obiettivi vanno di pari passo con tutta la Storia: è insegnamento. Il punto di arrivo è la realizzazione di quel sogno che tutti noi abbiamo cullato nell’intimo. Per ogni sportivo il giorno dell’Olimpiade. Siamo partiti da una Parigi di oltre 100 anni fa per arrivare ad oggi con gli stessi sogni di allora. È il bello dello sport e di quello che ci viene raccontato e tramandato. Viviamolo con passione, esiste sempre una grande differenza da chi è innamorato e da chi vive l’abitudinarietà…noi amiamo l’Olimpiade.