Olimpiadi 2024, il presidente Sergio Mattarella e gli abbracci con Ganna e Samele

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Alberto Pontara

Alberto Pontara

Ha accompagnato in aereo Tamberi verso Parigi, è rimasto sotto la pioggia durante la cerimonia inaugurale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferma la sua vicinanza al mondo dello sport. Con gli abbracci alle prime due medaglie azzurre, Ganna e Samele. Un rapporto autentico e non costruito

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La spedizione olimpica italiana è iniziata con il viaggio del portabandiera azzurro Tamberi sull’aereo presidenziale: volo Ciampino-Parigi in compagnia di Sergio Mattarella. Non è la prima volta e non sarà l’ultima di gesti come questi. Perché il Presidente della Repubblica, nel corso dei suoi due mandati, è sempre stato vicino allo sport, costantemente e non solo in occasioni particolare e uniche. E per i nostri azzurri la figura del presidente è diventata familiare, amica, punto di riferimento vero e non costruito, artificiale, proprio perché sanno di godere di un’attenzione autentica. Per il ruolo di garante della Costituzione, e arbitro super partes, il presidente della Repubblica non ha bisogno di consenso. Non cerca attraverso gesti eclatanti qualche voto, non gli servono consensi elettorali, non ha bisogno di “foto opportunity”. Ma non c’è solo questo. C’è una naturale e innata passione in Sergio Mattarella, una capacità di mettersi al fianco e non sopra i cittadini che rappresenta. Quando visitò “PizzAut”, ristorante gestito interamente da ragazzi autistici, sforò il protocollo, si fermò con tutti, e al momento dei discorsi disse: “Sono uno di voi”. E a nessuno sembrò retorica politica, ma risultarono parole sincere, sentite e pronunciate in modo naturale. 

Un presidente vicino allo sport

Mattarella ama lo sport, ne capisce l’importanza, conosce gli sforzi degli atleti e i loro sacrifici. Li rispetta, e quale forma di attenzione verso gli altri è quella di restare sotto la pioggia, incappucciato in un improbabile soprabito di plastica, durante la cerimonia di apertura, mentre altri capi di stato abbandonavano le fradicie postazioni. Soprattutto, è straordinariamente apprezzabile la capacità di esserci e di lasciare però il palcoscenico agli altri. E’ andato al ponte Alessandro III ad aspettare Filippo Ganna, splendido argento nella cronometro e prima medaglia azzurra. Poche parole, un abbraccio sentito ma non sguaiato. Istituzionale e popolare al tempo stesso, dote rarissima ormai. Ma poi ha lasciato il “titolo” alla battuta del corridore: “Scusi presidente se l’ho fatta aspettare sotto la pioggia”. C’è una capacità comunicativa che non è studiata, mediata, inventata. Dopo l’argento di Ganna via a tifare per Gigi Samele impegnato a conquistare un bronzo nella sciabola maschile. E anche qui, il riflettore è puntato sulle parole dell’azzurro: “C'era un ospite speciale tra il pubblico e non potevo esimermi dall'andare ad abbracciare il Presidente”.

Lo sport ricambia l'affetto

Valorizzare gli altri attraverso la propria presenza non è da tutti, è la sublimazione del ruolo del presidente della Repubblica ma è anche un esempio non sbandierato ma fortissimo di comportamento, in un mondo di ego e di telefonini pronti a immortalare sui social la nostra vanità. Poi c’è lo sport come passione vera, la maglia azzurra capace di far fare strappi ai protocolli presidenziali, come quando Mattarella si presentò per due giorni agli Europei di atletica, con l’abbraccio di Tamberi, ormai quasi di casa dalle parti del Quirinale. Non c’è solo una capacità istituzionale da parte del Presidente, ma un tifo informato e attivo. Quando parla con gli atleti li conosce, sa cosa hanno fatto perché spesso e volentieri li ha visti in televisione, e cita con padronanza i loro gesti, i momenti chiave delle loro vittorie. Ci dà l’idea di un presidente che, nelle brevi pause dagli impegni istituzionali, si mette in poltrona e davanti allo schermo si gode una partita di calcio, di pallavolo, una gara di atletica, un’impresa tennistica o ciclistica. Gli azzurri hanno sempre ricambiato l’affetto e lo hanno meritato sul campo. E sta già succedendo anche a Parigi.