Italia-Spagna di pallanuoto, la protesta degli azzurri alle Olimpiadi. FOTO
Clamorosa protesta del Settebello, che prima di giocare con la Spagna (per i piazzamenti dall'8° al 5° posto) ha voltato le spalle agli arbitri durante l'inno dopo la discussa espulsione di Condemi in Italia-Ungheria. Gli azzurri hanno poi giocato i primi 4 minuti con un uomo in meno. Poco prima del via il TAS aveva respinto il ricorso della Federnuoto sul discusso quarto di finale (che non si rigiocherà). Malagò: "Protesta non condivisibile". La ricostruzione
- Gli azzurri della pallanuoto, prima della partita contro la Spagna valida per i piazzamenti dall'8° al 5° posto, hanno voltato le spalle agli arbitri durante gli inni, in segno di protesta per quanto accaduto nel quarto di finale con l'Ungheria, con la discussa espulsione di Condemi.
- Protesta condivisa sia dai giocatori che dal ct Sandro Campagna e dal suo staff: tutti di spalle per una delle immagini che resterà nella storia di queste Olimpiadi. Subito dopo il via del match, il Ct Campagna ha chiesto un time-out per permettere a Francesco Condemi di ricevere l'applauso dei compagni e del pubblico.
- L'Italia ha inoltre giocato i primi quattro minuti dell'incontro volutamente con un uomo in meno, sempre per protesta dopo i 4 minuti di espulsione inflitti a Condemi per 'brutalità' contro l'Ungheria.
- L'inizio del primo quarto è stato così surreale, con gli azzurri volutamente in 6: ritmi blandi, subito 4 reti subite e protesta durata fino al 4° minuto
- "Abbiamo lasciato un messaggio nell'interesse costruttivo per pulire e migliorare il nostro sport", ha dichiarato Sandro Campagna dopo la protesta azzurra, "è capitato all'Italia ma poteva capitare a chiunque. Bisogna rispettare gli atleti e lo sport, poi gli errori, anche dell'arbitro, ci stanno, ma quello dell'altro giorno va oltre, è inaccettabile alle Olimpiadi. Non avevamo energie per giocare questa gara perché sono due giorni che i ragazzi non dormono, compreso me. Ma io non vado in acqua".
- "Protesta non condivisibile così come non lo sono state di certo alcune decisioni arbitrali contro l’Ungheria -la nota del presidente del Coni Giovanni Malagò- Lo dico da uomo delle istituzioni e da membro del CIO. Dopo di che da presidente del CONI ricordo e aggiungo che il CONI, insieme alla Federnuoto, ha difeso il Settebello in tutti i gradi di giudizio fino al Tas, massimo organo di giustizia sportiva internazionale. Sono dispiaciuto di questa reazione che comunque resta contraria allo spirito olimpico"
- Mercoledì 7 agosto, quarto di finale Italia contro Ungheria. Il Settebello perde 12-10 ai rigori dopo il 9-9 nei tempi regolamentari, ma a far discutere sono le decisioni arbitrali che - inevitabilmente - hanno sconvolto la gara. Nel secondo quarto - dopo un avvio sprint ungherese e la rimonta azzurra - Francesco Condemi firma il 3-3, ma la rete viene annullata dagli arbitri per gioco violento del centrovasca italiano che, nello slancio, colpisce l'avversario. Un gesto totalmente involontario, ma sanzionato con l'espulsione.
- Non solo: se nella pallanuoto un fallo grave viene punito con 20 secondi di espulsione, quando entra in gioco la "brutalità" (o apparente, come in questo caso) l'espulsione dura quattro minuti e la squadra avversaria riparte con un rigore a favore. Riassumendo: dal gol del 3-3 azzurro al 4-2 ungherese (che hanno segnato il rigore), più l'inferiorità numerica per quattro, lunghi, minuti.
- La partita è ancora lunga, seguono tanti minuti di lotta, cuore, orgoglio. L'Italia, pur in inferiorità e colpita da un'ingiustizia, si rifà sotto: pareggia, va addirittura avanti, chiude sul 9-9 i tempi regolamentari (con miracolo di Di Fulvio su Jansik in controfuga all'ultimo secondo) ma, poi, capitola ai rigori, grazie alla prestazione monstre del portiere ungherese Vogel. Il Settebello è fuori dalle Olimpiadi.
- Non aveva usato giri di parole Sandro Campagna, subito dopo la partita, visibilmente arrabbiato per la decisione che ha condizionato il match: "L'espulsione di Condemi è oscena e vergognosa, l'ho detto anche agli arbitri, hanno sbagliato valutazione - aveva detto il Ct a Eurosport - Impossibile il gioco violento quando un giocatore tira, questo è vergognoso. Abbiamo fatto una partita epica, sono orgoglioso di essere l'allenatore di questi ragazzi".
- L'Italia, però, non ci sta e fa ricorso dopo la partita; ma la federazione mondiale - siamo nella giornata di giovedì 8 agosto - rigetta l'istanza azzurra per riconoscere l'errore tecnico in Italia-Ungheria "in base ai regolamenti 13.1.1 e 20.3.7 delle competizioni acquatiche mondiali". La Fin - la Federazione italiana nuoto - parla di "appello respinto con motivazioni fantasma" e di "incongruenze" nel comunicato, nel quale è citato un articolo delle regole di competizione "che non risulta esistere".
- Tarda serata di giovedì 8 agosto, un nuovo sviluppo: il Management Committee della World Aquatics ammette che che Condemi non ha commesso violenza. Il documento redatto dalla commissione composta da Antonio Silva (presidente della European Aquatics), Joo Hee Park e Erik Van Heijningen (coordinatore della giuria di appello) si riferisce ai provvedimenti da adottare in relazione all'espulsione di Condemi per gioco violento (quindi alla sua squalifica e non sull'eventualità di rigiocare il match).
- Nella relazione si legge che "dopo aver preso in considerazione le circostanze del caso e aver esaminato il video disponibile dell'azione, il Management Committee non può concludere che ci sia stato un intento malevolo nell'atto di tirare la palla da parte del Sig. Condemi, la cui mano ha colpito il volto dell'avversario. Pertanto il Sig. Condemi non sarà escluso da altre partite del torneo per questa azione".
- Notizia di poche ore fa e di pochi minuti prima dell'inizio di Italia-Spagna, il match della protesta: anche il Tas respinge il ricorso della federnuoto sull'errore arbitrale nel match tra il Settebello e l'Ungheria, che viene dunque definitivamente archiviato.
- L'Italia ha poi perso 11-9 la partita contro la Spagna e sabato (alle 19.35) giocherà la finale per il settimo e l'ottavo posto contro la perdente del match tra Grecia e Australia.