La Federnuoto farà ricorso al Tas contro World Acquatics, che ha rigettato il ricorso presentato in seguito all'arbitraggio dei quarti di finale persi contro l'Ungheria ai rigori. Il gol annullato a Condemi, trasformato in espulsione dell'azzurro e rigore per gli avversari, è stato decisivo ai fini della sconfitta. "Motivazione fantasma", fa sapere la Fin un una nota. Barelli: "Errore bestiale"
La federnuoto italiana farà ricorso al Tas contro la World Aquatics, la federazione mondiale, che ha respinto l'istanza dell'Italia per riconoscere l'errore tecnico in Italia-Ungheria, quarto di finale di pallanuoto a Parigi 2024, perso ieri dal Settebello. La Fin parla di "appello respinto con motivazioni fantasma" e di "incongruenze" nel comunicato, nel quale è citato un articolo delle regole di competizione "che non risulta esistere". Al centro del ricorso, l'espulsione di Condemi per "brutalità": la tesi italiana è che l'azzurro abbia colpito l'avversario con la mano non intenzionalmente, al termine di un tiro.
"La giuria di appello della World Aquatics ha respinto il secondo ricorso presentato dall'Italia in relazione all'evento che ieri sera gli arbitri Adrian Alexandrescu, rumeno, Valesin Miskovic, montenegrino, e il VAR Nicholas Hodgers, australiano, hanno valutato come brutalità (adesso definita violenza)", sottolinea la Fin. "Questa mattina la giuria presieduta dall'olandese Erik van Heijningen ha ascoltato il team leader del Settebello Giuseppe Marotta, il dirigente Fabio Conti e l'atleta Francesco Condemi. Dirigenti e giocatore, supportati da video, hanno ribadito la mancanza di intenzionalità e di condotta violenta - sottolinea la Fin - perché si tratta di una conclusione in porta con il contatto avvenuto alla fine del movimento naturale del braccio e con il dorso della mano aperta. Inoltre è stato portato all'attenzione della giuria d'appello l'audio del colloquio tra gli arbitri che dimostra come Miskovic interpretasse il contatto come prodotto dal movimento naturale del braccio, mentre Alexandrescu lo inducesse ad assumere la sanzione della brutalità".
"La giuria di appello -è poi la dura sottolineatura - ha respinto il ricorso motivandolo esclusivamente "on World Aquatics Competetion Regulations 13.1.1 and 20.3.7" (competetion scritto con la e). Il 13.1.1 riguarda le norme che disciplinano risorsi e appelli; il 20.3.7 non risulta esistere. Inoltre non è stata comunicata alla federazione nessuna squalifica comminata a Condemi, che quindi sarà regolarmente in vasca nella prossima partita".
Barelli: "Un errore bestiale"
"Quanto accaduto in semifinale è un errore bestiale, che è stato stigmatizzato da tutti i social e i siti internazionali di pallanuoto - ribadisce il presidente Paolo Barelli -. I ragazzi hanno ricevuto solidarietà di tutti, ma sono disperati per un'opportunità persa a causa dell'arbitraggio. I due ricorsi sono stati respinti, ne presenteremo un terzo al Tas per un riscontro formale al nostro disappunto perché non credo che sortirebbe ulteriori effetti. Un altro aspetto clamoroso è che l'appello non può modificare il risultato di una competizione secondo regolamento e questo è allucinante. Allora perché appellarsi ad una decisione? L'errore è plateale e incomprensibile perché è evidente l'intenzione del ragazzo di tirare in porta. Trovo allucinante che arbitri esperti, convocati per le Olimpiadi, non siano in grado di distinguere un gesto violento da uno tecnico".
Cos'è successo durante la partita
Sul punteggio di 3-2 per l'Ungheria, Condemi realizza il gol del pareggio. Inizialmente convalidata, la rete è stata poi annullata perché, nello slancio del tiro, l'azzurro ha colpito al volto un avversario. Non solo il danno, ma anche la beffa. Il colpo è stato giudicato violento e volontario, tanto da espellere Condemi e assegnare un penalty all'Ungheria, poi trasformato. Da 3-3 a 4-2 e senza la possibilità di poter disporre di uno dei propri migliori giocatori per il resto dell'incontro. Subito dopo la fine del match, perso ai rigori, sia il presidente Barelli che il CT Campagna avevano da subito protestato per l'assurda decisione. Alla fine però resta il verdetto (viziato) del campo.