"Un voto all'Italia dell'atletica qui a Parigi? Direi 8, certo avrei preferito rivincere 5 ori, ma abbiamo preso tre medaglie e ottenuto 5 quarti posti e 17 finalisti, in quest'ultimo caso come a Los Angeles 1984 dove io ero atleta e mancava tutto il blocco dell'Est europeo. Se qui qualcuno di quei quarti posti fosse andato appena meglio, avremmo preso tra le 6 e le 8 medaglie come mi ero augurato. Quindi Il bilancio è estremamente positivo anche se abbiamo avuto qualche controprestazione, come Fabbri che ha avuto un nullo a 22,80 e poi ha cominciato a piovere, e come Simonelli che è andato a incocciare in un ostacolo". Da Casa Italia a Parigi, il presidente della Fidal Stefano Mei fa un bilancio in chiave azzurra dell'atletica di questa Olimpiade, e promuove la squadra. "I nostri medagliati sono giovani - dice ancora Mei -, ce ne sono tanti altri e sono certo che avremo un grande futuro. E tenete conto che l'atletica è diversa da tutto, qui c'erano 210 paesi e 78 sono andati sul podio, di cui 28 per l'oro". E' d'accordo con Mei il dt Antonio La Torre: "anche io dico 8, e ora posso dire che l'atletica italiana è diventata una potenza mondiale. Vi vorrei far vedere i messaggi che ho ricevuto da tecnici di Spagna e Germania, in cui mi scrivono che noi siamo d'ispirazione per loro. Pensate a cosa ha fatto Nadia Battocletti, ha emozionato tutta l'Italia, e andate a sentire cosa ha detto e come parla Mattia Furlani a soltanto 19 anni. Jacobs? E' un atleta ritrovato. Sì, per la squadra è un 8 proprio meritato".