Italrugby, relax in Nuova Zelanda. Troncon: "Siamo pronti"

Rugby
Mirco Bergamasco impegnato in una sessione di allenamento sui calcio (Getty)

La formazione di Nick Mallett esordirà domenica ai Mondiali nella difficile sfida contro l'Australia, fresca vincitrice del Tri Nations. Il tecnico dei trequarti azzurri è tranquillo: "La squadra sta bene e anche gli infortunati stanno recuperando". VIDEO

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Un pomeriggio di relax per gli azzurri del rugby, a cui il ct Nick Mallett ha concesso una mezza giornata di pausa dagli allenamenti per visitare l'entroterra di Nelson, in particolare l'Happy Valley Adventure, e sfidarsi - avanti contro trequarti - in una partita di paintball (uno sport il cui scopo è eliminare l'avversario colpendolo con delle palline di gelatina riempite di vernice, sparate mediante appositi strumenti ad aria compressa chiamati marker) prima di tornare a concentrarsi sul match di domenica, il primo del Mondiale 2011 dell'Italia, contro l'Australia.

"Stiamo entrando nel vivo della competizione - dice Alessandro Troncon, quattro anni fa mediano di mischia azzurro (le sue lacrime a St. Etienne fecero storia) ed oggi tecnico dei trequarti - e l'impegno sul campo diventerà nei prossimi giorni sempre più  mirato alla gara di domenica contro i Wallabies. La squadra sta bene, c'è qualche acciacco che per i rugbisti è inevitabile, ma anche chi nelle ultime settimane si è allenato a parte sta rientrando nel gruppo". L'ex numero 9 trevigiano, che compirà domani 38 anni ed è con 101 presenze l'azzurro più presente di sempre, vede così la sfida dell'11 settembre (ore 15.30 locali, le 5.30 in Italia diretta su Sky Sport 2) contro gli australiani recenti vincitori del Tri-Nations: "abbiamo già parlato di come affrontare la partita con l'Australia a livello strategico: posso solo dire che siamo consapevoli di giocare contro la squadra più forte del torneo insieme alla Nuova Zelanda. Questa Italia ha tanti giovani di qualità - aggiunge Troncon -, come D'Apice, Benvenuti, Bocchino. Sarà una partita bella e difficile, che abbiamo intenzione di giocare lottando fino alla fine".

Certo però che per l'Italrugby non sarà facile far quadrare i conti contro una mediana fantastica come quella degli australiani, formata da Cooper apertura e Genia numero 9. "Sicuramente parliamo di due atleti di altissimo livello - sottolinea l'assistente di Mallett -, ma è anche vero che hanno alle spalle una squadra che permette loro di esprimersi senza timori. Il rugby è un gioco collettivo, loro possono dare pieno spazio alle loro grandi qualità di attaccanti perché il resto della squadra li mette nella condizione di avere la sicurezza e la fiducia per farlo. Quanto a noi, chi è qui al Mondiale è perché merita di esserci". "Semenzato, Gori e Canavosio sono giocatori con qualità diverse - continua -, oltre che tre mediani di grande qualità e, per quanto riguarda Semenzato e Gori, vista la loro età, con un grande futuro davanti. Forse Semenzato, che è un grande lavoratore, ha un po' di fiducia in più derivante da un maggiore impiego nella Celtic League, ma nessuno parte con la garanzia del posto".

Intanto a Nelson è tutto pronto per il 'Long Lunch' dedicato agli italiani di Nuova Zelanda ed agli azzurri del rugby. La megatavolata verrà allestita lungo tutta Trafalgar Street, a pochi passi dall'albergo che ospita l'Italia. "Non so se domani andremo, ma ci conto - dice Lorenzo Cittadini, il 28enne pilone bresciano del Benetton Treviso -. Speriamo di esserci, quando si tratta di mangiare non mi tiro mai indietro...". Emozione per il primo Mondiale? "Non sono giovane, ho poche presenze - risponde -, ma non soffro di ansia e non sento l'emozione. Quando entro in campo penso solo a giocare, a fare quello che so fare e che mi piace. Non mi sono emozionato nemmeno all'esordio in azzurro davanti al pubblico di Croke Park contro l'Irlanda". E l'accoglienza in Nuova Zelanda? "Bellissima. La comunità italiana ci ha fatto una splendida sorpresa all'aeroporto, e ieri all'allenamento c'erano altre centinaia di persone intorno al campo. Noi siamo consapevoli di vivere in una nazione che respira rugby e letteralmente vive per questo sport".