Sei Nazioni, la prima Italia di Brunel sfida la Francia
RugbyGli azzurri, guidati dal capitano Parisse, faranno il loro esordio alle 15.30 allo Stade de France (Sky Sport 2 HD) contro i vice-campioni del mondo. Grande attesa per il nuovo corso dell'Italrguby dopo il cambio di ct che predica grande equilibrio
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di Antonio Raimondi
Oggi alle 15.30 si inizierà a scoprire la prima Italia di Jacques Brunel e non dobbiamo dimenticare che una valutazione deve essere fatta quanto meno sul medio periodo. Ma cosa dobbiamo aspettarci sul piano tecnico tattico da questo esordio allo Stade de France? Intanto la ricerca di quell'equilibrio che Brunel ha predicato fin dalla prima presentazione in Italia. Equilibrio che passerà sicuramente da una ristrutturazione della difesa, tra l'altro punto debole nella campagna mondiale in Nuova Zelanda. Cosa cambierà? Possiamo azzardare che avanzamento rapido e aggressività saranno differenti rispetto all'ultima Italia di Mallet, ma non solo, anche la distribuzione degli uomini negli spazi. Sarà una cosa da guardare insieme durante la telecronaca.
L'incognita di giornata riguarda l'adattamento dei giocatori, visto il poco tempo avuto per riorganizzare la fase difensiva, senza dimenticare che qualsiasi tipo di difesa funziona soltanto con la predisposizione a placcare e nello scorso torneo gli azzurri sono stati i peggiori con un 89% di riuscita nei placcaggi. E' vero che Brunel ha promesso un'Italia più d'attacco, ma anche l'attacco più avventuroso, parte da una forte e rigorosa difesa. Tornando a guardare i numeri dello scorso anno, c'è un'altra area del gioco da migliorare, la rimessa laterale. Far funzionare questa fase di conquista, lo scorso anno furono persi venti lanci di Ghiraldini, il doppio rispetto a qualunque altro lanciatore, è fondamentale per la sfida dello Stade de France. Brunel in questo caso si affida alla soluzione trovata tardivamente da Mallet, ovvero il meticoloso Van Zyl. Con Geldenhuys, Zanni e lo stesso Parisse ci sono le opzioni sufficienti per reggere il confronto.
Altro punto da osservare, che condizionerà il risultato finale, è l'area del breakdown, dove sarà fondamentale il lavoro di Barbieri (in panchina c'è un altro specialista come Favaro) nel rallentare il pallone, mentre la Francia cercherà di organizzare mini raggruppamenti veloci, per non permettere la riorganizzazione delle guardie azzurre. Proprio i tanti turn-over forzati dall'Italia (ben sedici, dei quali dieci nella metà campo francese), furono una delle chiavi della vittoria 22 a 21 dello scorso anno. Non ci resta che attendere le 15.30 e ritrovarci alla sera per le prime valutazioni a caldo della prima Italia di Brunel.
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Oggi alle 15.30 si inizierà a scoprire la prima Italia di Jacques Brunel e non dobbiamo dimenticare che una valutazione deve essere fatta quanto meno sul medio periodo. Ma cosa dobbiamo aspettarci sul piano tecnico tattico da questo esordio allo Stade de France? Intanto la ricerca di quell'equilibrio che Brunel ha predicato fin dalla prima presentazione in Italia. Equilibrio che passerà sicuramente da una ristrutturazione della difesa, tra l'altro punto debole nella campagna mondiale in Nuova Zelanda. Cosa cambierà? Possiamo azzardare che avanzamento rapido e aggressività saranno differenti rispetto all'ultima Italia di Mallet, ma non solo, anche la distribuzione degli uomini negli spazi. Sarà una cosa da guardare insieme durante la telecronaca.
L'incognita di giornata riguarda l'adattamento dei giocatori, visto il poco tempo avuto per riorganizzare la fase difensiva, senza dimenticare che qualsiasi tipo di difesa funziona soltanto con la predisposizione a placcare e nello scorso torneo gli azzurri sono stati i peggiori con un 89% di riuscita nei placcaggi. E' vero che Brunel ha promesso un'Italia più d'attacco, ma anche l'attacco più avventuroso, parte da una forte e rigorosa difesa. Tornando a guardare i numeri dello scorso anno, c'è un'altra area del gioco da migliorare, la rimessa laterale. Far funzionare questa fase di conquista, lo scorso anno furono persi venti lanci di Ghiraldini, il doppio rispetto a qualunque altro lanciatore, è fondamentale per la sfida dello Stade de France. Brunel in questo caso si affida alla soluzione trovata tardivamente da Mallet, ovvero il meticoloso Van Zyl. Con Geldenhuys, Zanni e lo stesso Parisse ci sono le opzioni sufficienti per reggere il confronto.
Altro punto da osservare, che condizionerà il risultato finale, è l'area del breakdown, dove sarà fondamentale il lavoro di Barbieri (in panchina c'è un altro specialista come Favaro) nel rallentare il pallone, mentre la Francia cercherà di organizzare mini raggruppamenti veloci, per non permettere la riorganizzazione delle guardie azzurre. Proprio i tanti turn-over forzati dall'Italia (ben sedici, dei quali dieci nella metà campo francese), furono una delle chiavi della vittoria 22 a 21 dello scorso anno. Non ci resta che attendere le 15.30 e ritrovarci alla sera per le prime valutazioni a caldo della prima Italia di Brunel.