Grazie Italia: che bello spezzare il cucchiaio di legno!

Rugby
Giovambattista Venditti abbracciato da due tifose
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Facce e sensazioni dopo la vittoria sulla Scozia: la serenità di chi ha scongiurato l'ultimo piazzamento riporta il sorriso a un ambiente che ha vissuto due mesi di pressioni. Il Sei Nazioni si chiude con un bel successo, il primo dell'era Brunel

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di SIMONE DE LUCA

Una premessa doverosa: questo pezzo è frutto di emozioni, riflessioni e anche stanchezza dopo quasi due mesi al seguito della nazionale in questo Sei Nazioni 2012. E' quindi qualcosa di autobiografico, forse un po' autoreferenziale, ma spero lo prenderete per quello che è: un urlo di gioia per l'unica, si l'unica, vittoria di questo torneo, la prima dell'era Brunel. Seguissi un altro sport, o lo seguiste voi appassionati, forse vedrei più vittorie ma non credo vivrei/vivreste le stesse emozioni. E con questa premessa capirete il perché per chiudere questo lungo percorso vi mostri una foto che ho avuto la fortuna di scattare nel villaggio del terzo tempo. Giovambattista Venditti, ala 21enne della nostra nazionale, due mete di cui una decisiva proprio contro la Scozia, è abbracciato da alcuni tifosi.

Qualcuno dalle mie spalle, o non molto pratico di rugby oppure molto carico di birra fate voi, si accorge che forse, forse non è sicuro, quel ragazzo rasato di fresco sia proprio lui. E lui, Giamba da Avezzano, si fa fare le foto con una faccia seria che stride con la gioia dei tifosi ebbri (in ogni senso) del villaggio. "E fallo un sorriso, no?" gli urlo da dietro. Riconosce la voce, si gira e la faccia che fa la vedete da voi: è la faccia di uno che ha appena segnato la meta più importante della sua vita. Ma Italia-Scozia è tutta una partita di facce ed emozioni: quella di Fabio Ongaro all'81esimo ed ultimo cap della sua lunghissima carriera in azzurro. In campo è il solito Ongaro di sempre e mette cuore e testa anche più del solito. Poi arriva la sostituzione e lui si scioglie in un pianto di chi sa che quella maglia tanto amata non la vestirà più.
Italia-Scozia è anche la faccia di Castrogiovanni, della sua grinta con una costola "riparata di fresco", della voglia di spezzare, come da spot Sky quel maledetto cucchiaio di legno. E' il volto di Jacques Brunel quando festeggia i punti della sua nazionale con grinta e qualche pugno sul tavolo dell'Olimpico. Il compassato Brunel è in realtà tale solo all'apparenza. Lo sapevamo ma vederlo agitarsi così ci scalda il cuore. Italia-Scozia è la faccia di Tommi D'Apice sul palco del terzo tempo mentre suona con la chitarra elettrica "Smoke on the water" dei Deep Purple. Dopo la partita col Galles non era più lui, come Masi dopo l'Inghilterra. Ma dopo la Scozia è tornato il sorriso e la voglia di scherzare a tutti e due.

Ma l'ultima del Sei Nazioni è anche la faccia di tutti gli altri azzurri e di chi c'è ma non si vede quasi mai: da Troncon che seduto in fondo al palco in disparte schiva i complimenti con un fil di voce: "è merito loro io non ho fatto nulla"; ed invece chi li segue tutti i giorni sa quanto abbia lavorato sodo. Lui come tutti quelli dello staff tecnico. E' il volto sotto i riccioli e il fisico da rugbista di Yarno Celeghin: di tutto lo staff medico lui è quello più presente sui social media e forse il volto più noto. A lui, e simbolicamente anche a tutti gli altri dal "Doc" Simone Porcelli all'altro fisio Sante Lugarini, va la maglia numero 3 di questa partita quella di Castro.
In fondo senza di loro forse quel 13 a 6 non sarebbe stato possibile. Ma Italia-Scozia è anche il volto degli oltre 72.000 dell'Olimpico. Molti di loro erano sotto il palco del terzo tempo ad urlare e cantare con gli azzurri e dagli azzurri sono stati fotografati. Esiste modo migliore per ringraziarli tutti?