Una storia di vita quella di Christian Leali’ifano, 30enne rugbista che in meno di un anno è riuscito a battere la leucemia e ritornare a fare ciò che più gli piace al mondo: correre con in braccio una palla ovale
Viaggio all’inferno e ritorno. È la storia di Christian Leali’ifano, rugbista. Undici mesi fa gli era stata diagnosticata una leucemia. Venerdì farà il suo ritorno su un campo da rugby. La sua è una storia che merita di essere raccontata. Origine samoane, nasce in Nuova Zelanda 30 anni fa. A 7 anni si trasferisce con la famiglia in Australia, a Melbourne; gioca apertura o primo centro: semplificando le cose, è un playmaker. Gioca nei Brumbies, la squadra di Super Rugby con base a Canberra e arriva anche in nazionale. In carriera indossa la maglia Wallabies in 19 occasioni segnando 124 punti. L’esordio a livello internazionale è nel 2013, contro i British & Irish Lions; il massimo per un rugbista. Il 1° cap infatti dura lo spazio di un minuto: contatto con Jonathan Davies ed esce, ma la sua carriera internazionale ha preso il via. Michael Cheika non lo convoca per la Coppa del mondo del 2015, ma lo richiama per i test estivi dell’anno dopo. Con i suoi Brumbies raggiunge i quarti di finale del Super Rugby, ma mentre attende la nuova chiamata con i Wallabies per il Championship, un’altra notizia, ben peggiore, lo investe. Leucemia. E’ la vita stessa di Leali’ifano, non solo la sua carriera sportiva, ad essere messa in discussione. Viene ricoverato a Melbourne e inizia cicli di chemioterapia. Ma non basta: serve un trapianto di midollo osseo. Glielo dona la sorella, Sally, 100 giorni dopo quel tremendo shock.
La lenta risalita e il ritorno in campo con i Brumbies
Il cammino per tornare alla vita normale riprende, così come riprende il percorso per tornare ad essere un rugbista professionista. Sembra un’utopia, diventa realtà. Perde 9 chili rispetto ai 95 del suo peso forma e in palestra segue percorsi, ovviamente, personalizzati. Stephen Larkham, allenatore dei Brumbies e leggenda vivente del rugby, lo nomina suo portavoce. È un accelerare i tempi visto che già lo avrebbe voluto nel suo staff tecnico. Leali’ifano oltre alle indicazione dello staff porta ai compagni anche l’acqua in campo durante le partite. Per i ragazzi è una sorta di leader spirituale, nonostante sia praticamente ai margini della rosa dei titolari, Larkham lo nomina a inizio stagione co-capitano della squadra assieme a Sam Carter. Un mese fa il miracolo si compie: mentre il torneo è in pausa per dar spazio alle nazionali, a Singapore i Brumbies giocano un’amichevole contro gli Asian Pacific Dragons. Leali’ifano gioca 55 minuti segnando anche dei punti al piede. Una settimana dopo, nuovo step. Scende in campo col club, i Vikings; è l’ultimo scalino prima del Super Rugby. Finalmente arriva la chiamata. Stephen Larkham lo inserisce nel foglio gara per il match contro i Reds. Lui, il giorno prima di partire per Brisbane, si stira un femorale. Il comeback è rimandato. A quando? Per guarire da quel tipo di infortunio servono 2 settimane e i Brumbies hanno ancora solo una partita. A meno che non si decida di schierarlo nei quarti di finale. Possibile? Possibile rimandarlo in campo nella partita più importante dell’anno? Quella in cui se perdi sei fuori? Sì, è possibile. Stephen Larkham gli assegna la maglia numero 23 per il match di venerdì contro gli Hurricanes. La famiglia dei Brumbies ritrova il suo leader. Il mondo del rugby uno dei suoi figli più sfortunati e, per questo, amati. Bentornato Chris. Good luck.