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Rugby, Nuova Zelanda: Air Jordan decide il derby, Sud batte Nord 35-28

Rugby

Francesco Pierantozzi

A Wellington il Sud batte il Nord al termine di una sfida spettacolare, decisa da una meta con salto di Will Jordan. Lui e altri giovani sono pronti a trasformarsi presto in nuovi All Blacks. Scopriamoli meglio

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Air Jordan. Ecco il titolo che, letto alla neozelandese, sa di rugby, del gesto che Will Jordan ha fatto per separare il Sud dal Nord all’85esimo del derby tra All Blacks, tra compagni. Vittoria del Sud, 35-28, a Wellington, contro il Nord, contro i pronostici degli allibratori, contro la storia, 50 vittorie del Nord, 28 del Sud e 3 pareggi. Air come il salto fatto per prendersi un cross kick, una sorta, per capirci, di vecchio e mai dimenticato traversone calcistico, e anticipare Mitch Hunt, sfruttando un "miss match", per usare un latro termine cestistico, di una decina di centimetri di altezza abbondanti. Pallone preso per aria e schiacciato poi in meta, cinque minuti dopo gli ottanta minuti che sono la durata di una partita di rugby union. La meta, la seconda personale, che cambia il risultato, che rovescia il match.

Will Jordan e gli altri promessi All Blacks

Will Jordan: classe, eleganza, potenza, ala o estremo, 22 anni e un futuro nero nel senso della maglia degli All Blacks che sta per arrivare. Perché Isola del Nord contro Isola del Sud, 81esima sfida in 123 anni, la terza negli ultimi 33, è stata soprattutto una sorta di probabili contro possibili per scegliere proprio la trentina di neozelandesi che dovrà sfidare, Covid permettendo, Australia, i campioni del mondo del Sudafrica e l’Argentina. Nomi nuovi, come quelli di Caleb Clarke, ala di Auckland, figlio d’arte, il padre Eroni è stato All Black, di Hoskins Sotutu, numero 8, altro figlio di giocatore, fijano, e nomi conosciuti, come quelli di Aaaron Smith, il numero uno dei numeri 9, di Rieko Ioane, 2 mete nella nuova affidabilissima versione da centro, o di Jordie Barrett, il più giovane del lotto dei fratelli, quello che preferisce giocare estremo. Dieci mete, spettacolo nello Sky Stadium di Wellington, la "tortiera", a porte chiuse, equilibrio e intensità, velocità e potenza. Un vero spot per il rugby, e il baffo della famosa marca americana non c’entra, anche se il titolo può ingannare… Air Jordan.

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