All Blacks, nuove strategie per il rilancio dopo la delusione mondiale dello scorso anno

Rugby
Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

L'eliminazione in semifinale nel mondiale del 2019 per mano dell'Inghilterra ha portato gli All Blacks a sviluppare nuove strategie per rilanciarsi: più attenzione al piano fisico, abbinato alle caratteristiche classiche del gioco neozalendese. Con uno sguardo al futuro e al rinnovamento

All Blacks sempre più grandi. Anzi…grossi. Sulla bilancia pesa la sconfitta contro l’Inghilterra nella semifinale della Rugby World Cup in Giappone dello scorso autunno. Neozelandesi battuti nello scontro fisico, la cosiddetta “collision”, superati nel punto di incontro, il breakdown, la situazione di placcato-placcatore con possibilità di furto del pallone al portatore, in difficoltà nella conquista….insomma adesso ci vogliono più chili di muscoli. Ma non solo tra gli avanti, gli uomini di mischia, un po’ dappertutto. I 35 All Blacks selezionati, 7 nomi nuovi, hanno ingrossato il contenuto delle maglie nere, vedi l’ala Caleb Clarke (190 cm per 110 kg), il numero 8 Hoskins Sotutu (192cm per 108 kg) o il richiamato e di nuovo in forma Akira Ioane (194 per 113 kg), pure lui terza linea. Sembrano andare incontro a questa tendenza, quasi ci fosse, come suggerito per esempio dal New Zealand Herald, quotidiano di riferimento nel paese, una nuova strategia, un nuovo “game-plan”, cioè piano di gioco. Il tutto senza appesantire il classico stile neozelandese fatto di “high tempo”, ritmi alti, esecuzioni perfette, magari anche semplici, realizzate con una velocità impensabile per gli avversari. Squadra assemblata pensando ovviamente al futuro, al rinnovamento, squadra fatta pensando di giocare anche se, al momento, pare difficile che gli All Blacks possano scendere in campo con certezza causa ritorno del Covid nel paese. Misure restrittive che continuano, problemi per gli ingressi in Nuova Zelanda e l’idea della bolla a Queenstown, isola del sud, per Springboks, da poco tornati ad allenarsi in Sudafrica, Pumas, con 6 argentini positivi al coronavirus, e Australia che scricchiola. Il primo ministro neozelandese, la signora Jacinda Ardern, ha parlato di “una possibilità” riferendosi al fatto che il Quattro Nazioni, o Rugby Championship, si possa disputare. Ad oggi è più probabile pensare alla Bledisloe Cup (la sfida Australia-All Blacks) da giocarsi in quattro partite tutte in Australia, nel Queensland, dove le regole sanitarie sono meno rigide. Sicuramente non a Melbourne, stato del Victoria, una delle previste sedi, che ha addirittura spostato in avanti al 2022 il match di Bledisloe. Gli All Blacks più che pensare alla strategia di gioco adesso devono sperare di….giocare !