Bledisloe Cup: All Blacks-Australia 27-7 nella 2^ sfida. Caleb Clarke nuova stella

Rugby
Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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Nella seconda sfida di Bledisloe Cup, gli All Blacks dimenticano in fretta il pareggio della prima partita rifilando un netto 27-7 all'Australia (4 mete a 1). Tra i protagonisti del successo spicca il debuttante Caleb Clarke, 21 anni, uomo partita anche senza meta. Ala tutta potenza ed esplosività e maglia numero 11 come il mito Lomu. E i paragoni sono subito scattati...

Gli All Blacks si rifugiano nel giardino di casa, l’Eden park, per rimettere le cose a posto. Dopo il pareggio 16-16 di una settimana fa, sembrato una sconfitta ai punti, battono l’Australia nettamente, con uno scarto di 20 punti, 27-7, 4 mete a 1. A Auckland nel loro stadio sono imbattuti da più di 26 anni, da 44 partite, e i Wallabies non vincono addirittura da più di 34 anni. Insomma quasi una garanzia. Come la capacità di produrre nuovi giocatori, di sfornare nuovi talenti, a fianco delle facce conosciute, tipo quelle di Aaron Smith, dei fratelli Barrett, di Ardie Savea, del capitano Sam Cane. L’ultimo si chiama Caleb Clarke, 21 anni, sangue samoano, figlio di un All Black primi anni novanta, Eroni. Potenza pura, inarrestabile, muscoli ed esplosività che pesano più dei suoi 104 chili su 184 centimetri di altezza. Standing ovation, uomo partita anche senza meta, ala e maglia numero 11 come Jonah Lomu. Il paragone è inevitabile pure per chi è agli antipodi degli stereotipi latini del calcio. Il nuovo Lomu? No, più moderno, meno grosso se rapportato alle attuali dimensioni di tutti i giocatori e più tecnico.  Uno che sarebbe dovuto andare alle olimpiadi con la Nuova Zelanda del rugby a 7 e con lo spostamento di Tokyo un anno avanti si è ritrovato nel rugby a 15 e nella squadra più famosa che ci sia, gli All Blacks.