Sei Nazioni: i protagonisti di Italia-Irlanda
sei nazioniA Roma partita divertente: l’Italia mette i bastoni tra le ruote agli avversari, che però dimostrano tutta la loro forza nell’uscire fuori da una situazione complessa. Ecco i protagonisti del match. Gli azzurri tornano in campo l'11 marzo contro il Galles, tutto in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW
L’Italia esce di nuovo sconfitta dalla terza giornata del Sei Nazioni 2023, ma offrendo ancora una volta una prestazione di cui staff, giocatori e tifosi possono andare orgogliosi. La cifra della qualità della performance offerta nel 20-34 di sabato pomeriggio sta nel cambio radicale di approccio alla gara a cui l’Irlanda, squadra numero uno al mondo, è stata costretta nel corso della partita. Gli ospiti erano partiti a spron battuto, tra l’altro con profitto viste le tre mete in 19 minuti, spostando tantissimo il pallone e giocando un rugby molto propositivo. Poi, però, con l’Italia ostinatamente aggrappata al risultato nelle fasi inoltrate della partita, hanno iniziato a puntare sul gioco tattico al piede per risalire il campo senza rischi, optando per uno stile decisamente più conservativo. Il merito di tutto ciò sta principalmente nella qualità del gioco d’attacco dell’Italia, che ha messo alle corde gli avversari in numerose occasioni grazie a una bella prova corale, dove si sono messe in luce anche alcune individualità.
I protagonisti azzurri
Pierre Bruno è stato forse il migliore in chiave offensiva per l’Italia. Tornato titolare dopo essere partito dalla panchina contro l’Inghilterra e spostato a sinistra, lato meno consono alle sue abitudini, il genovese è cresciuto nel corso della partita: già dalle prime cariche era stato efficace, poi l’intercetto per la meta che ha riaperto l’incontro al 40’ lo ha esaltato e da lì è stato imprendibile. Ottimo anche nel gioco aereo, non sempre suo punto di forza, Bruno ha chiuso la partita con 15 palloni portati e 176 metri fatti palla in mano, conditi da 7 placcaggi evasi.
La stessa cifra di Lorenzo Cannone, il ball carrier per eccellenza della squadra azzurra. Lo staff ha disegnato per lui alcune situazioni in cui si è potuto esprimere in brillanti corse al largo, piuttosto che limitarsi a portare il pallone nella battaglia di trincea vicino al punto d’incontro. Cannone e l’Italia ne hanno reciprocamente beneficiato, come accaduto in occasione della cavalcata che ha propiziato la meta di Varney. Il numero 8 ha guadagnato l’importante cifra di 102 metri percorsi palla in mano in 8 cariche, a cui va aggiunto anche un solido contributo difensivo di 15 placcaggi.
Menzione di merito per Nacho Brex. Il 13 azzurro ha avuto in mano il pallone per il pareggio sul 20-27, ma non è riuscito a sfruttarlo nel migliore dei modi, spedendo fuori un calcio-passaggio per Ruzza mal calibrato. Al di là di questo errore cruciale, però, la sua prestazione è un manifesto al lavoro di questo giocatore, nato come instancabile placcatore e apprezzato principalmente per le sue caratteristiche difensive, ma che si sta trasformando sempre di più in un efficace distributore di palloni estremamente funzionale all’attacco azzurro. È lui che si prende la briga di gestire tanti possessi sia da primo uomo in piedi che come secondo playmaker, come testimoniano i suoi 21 passaggi nella partita.
Irlanda, primi per un motivo
Se l’Irlanda è la squadra numero uno al mondo un motivo c’è. Nel primo tempo gli uomini di Andy Farrell hanno dato una dimostrazione di qualità tecniche e fisiche eccezionali, spostando il pallone sotto la pressione della difesa e mettendo i propri giocatori nelle condizioni di sfidare gli avversari lontano dai raddoppi di placcaggio azzurri e di fare la differenza negli uno contro uno. A brillare sono state in particolare le due ali, Mack Hansen e James Lowe. Hansen ha firmato una doppietta
pesantissima, ma si è dato molto da fare cercando costantemente l’ovale in attacco.
Lowe si sta trasformando sempre di più in un giocatore totale: adesso, oltre ad essere utilizzato molto come calciatore per il suo potente mancino, si fa anche molto coinvolgere nel playmaking. La sua linea statistica a foglio gara testimonia questa polivalenza: 2 assist, 8 palloni portati per 131 metri, 11 passaggi, 2 placcaggi evasi, 2
turnover ottenuti.
Eccellente ancora una volta Caelan Doris. Spostato a numero 6, il terza linea si è messo in mostra con una prestazione da 12 cariche e 11 placcaggi, ma è la qualità che riesce a dare al possesso ogni volta che tocca il pallone a renderlo insostituibile.
Infine, decisivo il contributo dalla panchina di Ryan Baird, con un turnover cruciale nel momento più tirato della partita e una rimessa laterale rubata nel finale, e di Conor Murray, autore dell’assist per la meta decisiva di Hansen che ha chiuso l’incontro al 71’.
A cura di OnRugby.it (www.onrugby.it)