Sei Nazioni, Italia: una vittoria che fa la storia: l'analisi
SEI NAZIONIAl Principality Stadium di Cardiff gli Azzurri superano i padroni di casa realizzando due mete con Monty Ioane e Lorenzo Pani e con una difesa solida che non concede punti nei primi 40’ di gioco. Il successo sui dragoni è storico perché mai nessuna nazionale azzurra aveva raccolto tre risultati positivi su cinque partite: due vittorie e un pareggio che saranno indelebili nella storia del rugby italiano
Il Sei Nazioni 2024 dell’Italia si è chiuso con una vittoria storica. Il 21-24 di Cardiff ha regalato il secondo successo consecutivo, il terzo risultato utile (il pareggio 13-13 a Lille con la Francia) e più in generale un torneo molto positivo da parte degli uomini di Gonzalo Quesada. Dopo la vittoria con la Scozia allo stadio Olimpico ci si aspettava una conferma dagli Azzurri, chiamati a fare una grande prestazione in trasferta in uno stadio tutto’altro che facile da affrontare. Eppure il XV sceso in campo a Cardiff ha affrontato la partita con grande consapevolezza dei propri mezzi e tanta umiltà, orientata al compito e votata al lavoro e al sacrificio. Nel primo tempo la grande pressione della difesa azzurra ha messo in enorme difficoltà l’attacco gallese, rimasto a secco in 40’. I placcaggi sono stati avanzanti, ogni punto d’incontro è stato rallentato e in più di un’occasione i giocatori azzurri hanno conquistato il possesso del pallone costringendo gli avversari a un’imprecisione o a un fallo. Ancora una volta grande protagonista la coppia di centri Brex-Menoncello, sia in attacco che in difesa, con il primo premiato con il “Player of the Match”. Grandissima presenza di Michele Lamaro, di Giacomo Nicotera e in generale di tutto il pacchetto di mischia nel breakdown dove la nazionale ha recuperato una quantità infinita di palloni. In attacco le due azioni delle mete di Monty Ioane e Lorenzo Pani sono il frutto di esecuzioni rapide e precise come si era visto fare a corrente alternata negli anni passati; la freschezza fisica e le buone mani dei giocatori italiani ha fatto poi il resto, portando a concretizzare ogni occasione nell’area dei 22 avversaria.
Galles-Italia, la cronaca della ripresa
Nella ripresa il copione è cambiato di poco nonostante la timida reazione del Galles. Gli uomini di Gonzalo Quesada, soddisfatto e orgoglioso come ha dichiarato lui stesso nel post-gara, hanno mantenuto il vantaggio continuando a pressare l’attacco avversario e concedendo i primi punti solo a 15’ dalla fine della gara. La maturità dell’Italia è stata anche nel continuare a mantenere alta l’attenzione, senza calare l’intensità della propria partita e sopratutto senza pensare di aver già il risultato in tasca. A 10’ dalla fine del match i calci piazzati di Paolo Garbisi e Martin Page-Relo hanno sancito la vittoria finale, a dispetto delle due mete gallesi a tempo scaduto. Tante le note positive in questo match, che sono state costanti (se si esclude la sconfitta in Irlanda) anche nelle altre partite: la crescita dell’organizzazione difensiva, sia nei placcaggi che nell’occupazione del territorio, la compattezza delle fasi statiche (mischia e touche) che consente ottime piattaforme di gioco per i trequarti, la crescita dei singoli giocatori (anche se sarebbe ingiusto parlare di individualità in un gruppo migliorato totalmente).
Italia, cosa resta di questo Sei Nazioni
Nel post-partita il capitano Michele Lamaro ha parlato di un gruppo umile, che deve rimanere con i piedi per terra e che deve lavorare per continuare a migliorare per essere competitivo con ogni squadra. Gli fa eco l’head coach Gonzalo Quesada, soddisfatto del lavoro fatto finora e che ha ripetuto, come aveva già dichiarato al termine del match d’esordio Italia-Inghilterra, “questa squadra farà parlare di sè”. L’Italia esce da questo Sei Nazioni 2024 con 11 punti, tre risultati importanti e soprattutto con la consapevolezza di aver raggiunto un livello di gioco e di attitudine tale da meritare il rispetto delle altre squadre. I margini di miglioramento sono ancora tanti, il gruppo è solido e si conosce da anni e questo non può che essere un bene in previsione del futuro.
A cura di OnRugby.it