Il Super Bowl numero 51 è quasi uno scontro di civiltà. Politiche, almeno. Due team espressione esatta e crudele di due Americhe alternative. Il New England molto snob che ha votato Hillary contro l’America profonda di Via col vento, il torrido Sud che ha scelto Trump
In Georgia, lo Stato dei Falcons di Atlanta, la notte dei brividi l'8 novembre scorso decretò: 51,34% a Trump e 45,60% a Hillary Clinton; in Massachusetts, la terra dei Patriots di Boston, finì 60,80% per la Clinton contro 33,52% per Trump. Così il Super Bowl numero 51 di domenica notte è la tempesta perfetta, quasi uno scontro di civiltà. Politiche, almeno. Due team espressione esatta e crudele di due Americhe alternative.
Il New England molto snob e filo europeo contro l’America profonda di Via col vento, il torrido Sud che ha rivoluzionato ogni pronostico. Pur essendo la patria del reverendo anti-segregazionista Martin Luther King. Schiuma sopra all’evento sportivo è poi lo spot della birra nazionale. Che la butta in politica, non è chiaro se volontariamente o no. Ed è subito polemica tra pro e anti Trump. Un emigrante tedesco sbarca in Usa da Magonza nel secolo dell’emigrazione, l’800. Entra in un saloon, lo guardano male. Allora si fa avanti amichevole un altro straniero. Gli offre da bere. L’ultimo arrivato è Adolphus Busch. Chi gli offre da bere è Eberhard Anheuser. Insieme creeranno il marchio diventato, 100 anni dopo, il primo produttore mondiale di birra. Miracoli dell’integrazione, no?