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Stanley Cup, i Capitals chiudono la serie e sono campioni: i Golden Knights battuti 4-3

Sport USA

Danilo Freri

Una straordinaria prestazione di Ovechkin guida Washington al trionfo in gara 5 che chiude la serie di finale e regala la Stanley Cup ai Capitals. I Golden Knights combattono, vanno anche in vantaggio ma poi vengono rimontati e sconfitti

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Hanno sempre vinto in trasferta le partite decisive di questi playoff e i Capitals si ripetono in gara 5, vincendo 4 a 3 in rimonta e portando a casa la prima Stanley Cup della loro storia. Las Vegas evoca un modo per cambiare il destino di questa serie con il solito spettacolo fantasmagorico che precede il primo ingaggio. Funziona, un palo clamoroso nega un super gol ad Ovechkin in power play e lo 0 a 0 dura almeno un po'. Poi la partita esplode nel secondo tempo e arrivano gol a raffica dopo che il primo vero contropiede viene chiuso con un tiro di grande precisione da Vrana. I Golden Knights rimangono attaccati alla gara rimontando subito e lo fanno ancora dopo essere andati sotto per l'ennesimo gol in power play dello zar, Alexander Ovechkin. L'idea è semplice: mettere il disco verso la porta e buttarsi dentro per le deviazioni. Il 2 a 2 di Perron è un esempio, finisce in porta insieme al disco. Quando anche Stephenson prende un palo, arriva quasi la conferma che il destino forse non ha ancora cambiato idea, ma almeno ci sta pensando. Infatti arriva il gol di Smith per il vantaggio di Vegas e arrivano risse che destabilizzano una partita dove nella normalità è tecnicamente più forte e più profonda la squadra dei Capitals.

E si vede nel terzo periodo quando due giocatori capaci di grande lavoro oscuro trovano la luce con i gol che vincono la Stanley Cup. Devante Smith-Pelly segna un gol di grande prontezza e Lars Eller completa l’opera con il gol vincente. Un'opera iniziata nel 2004 dai Capitals, quando scelsero con il numero uno un certo Alexander Ovechkin al draft. Il più forte realizzatore in assoluto, l'mvp della finale, si porta a casa due trofei. Esulta in modo selvaggio perché nessuno gli potrà mai più dire che non ha vinto nulla. Ora ha vinto tutto.