Una storia che va raccontata. Quella di Green Bay, la città più piccola d’America ad ospitare una squadra professionistica, e del suo tempio: il Lambeau Field
Winsconsin. Uno Stato d’America famoso per la produzione di birra e formaggio (2,5 miliardi di libbre all’anno ossia circa un miliardo e 130 milioni di chili), ma certamente non una meta turisticamente attraente. A parte un piccolo angolo della regione. Un paesino a 3 ore di macchina a nord di Chicago, luogo di pellegrinaggi sportivi per i fedeli del Football e non soltanto. Green Bay, la casa dei Packers! Una squadra che ha vinto 13 volte il titolo NFL (4 da quando esiste il Superbowl) regalato 25 giocatori alla Hall of Fame di Canton e scritto pagine che hanno fatto entrare questa disciplina nella mitologia dello sport. Cento anni di football i Green Bay Packers e dal 1957 qui al Lambeau Field. Una delle cattedrali laiche più emozionanti dello sport mondiale. Un luogo di culto agonistico inimitabile. La sensazione così, di fare due passi nella storia dello sport, prima me l’avevano data solo il vecchio Yankee Stadium e Wembley (quello con le 2 torri eh). Lo hanno ristrutturato e ingrandito qualche volta, è al passo con i tempi, ma per fortuna il Lambeau ha mantenuto quella patina di antico che lo rende affascinante. Polvere di storia sulla quale non vuoi soffiare sopra perché ti sembra di poter far volare il cappello borsalino di Vince Lombardi o di far girare troppo velocemente pagine di storia del Football che andrebbero invece lette attentamente o spostare leggermente un lancio di Bart Starr per Carroll Dale rovinando così un TD degli anni 60.
La statua di Vince Lombardi davanti all'entrata nord del Lambeau Field
Non esiste probabilmente in nessun altro posto al mondo un’identificazione così totale tra una città e una squadra come Green Bay con i Packers. Nello sport professionistico non ci sono eguali. Scendi dall’aereo e nel piccolo aeroporto Straubel ci sono solo due negozietti. Entrambi vendono soprattutto prodotti dei Packers. In quello di destra uscendo, il “Cheese Shop”, c’è alla cassa una “giovinetta” di 71 anni con la maglia 4 di Brett Favre. Esci e il taxi che ti porta in albergo è guidato da una “ragazzina” di 79 anni che sa a memoria la formazione dei Packers, ma confida di preferire i Milwaukee Brewers di Baseball perché, pur essendo distanti 120 miglia, sono considerati una squadra locale e non portano il traffico che paralizza la città come il football. Ecco il concetto traffico da quelle parte è leggermente diverso perché hanno una macchina ogni 600 metri…
Green Bay è la più piccola città americana ad ospitare una franchigia professionistica. Un cartello sulla Oneida Street, strada sulla via dello stadio intitolata alla tribù indiana che viveva da queste parti, aggiorna la popolazione locale probabilmente proprio in relazione alle presenze allo stadio. Oggi gli abitanti sono 104.057 e la capienza del Lambeau Field, che è praticamente sempre esaurito, è di 81441.
Questa la foto che spiega perché quando giocano i Packers il posto diventa una città di fantasmi. Sono tutti allo stadio o negli sports bar attorno dove vanno a rifugiarsi (anche dal freddo) quelli senza biglietto dopo aver comunque vissuto l’atmosfera del pre-partita nel piazzale dello stadio e aver incitato in massa i giocatori alla porta del parcheggio. Il giorno del match sono tutti lì e se non tutti riescono ad entrare al Lambeau è perché i Packers hanno anche abbonati da tutti i 50 Stati americani con una lista d’attesa lunga 80 mila nomi. Qui arrivano pure in pellegrinaggio sportivo appassionati da tutto il mondo.
Mentre pago per un cappellino, un giaccone e un mini helmet, (soliti $200 dollari andati con gioia) la commessa mi dice che solo nelle ultime due partite sono entrati prima di me nel negozio di articoli sportivi clienti che venivano dal Messico, dalla Svezia e da Barcellona. Perché per chi ama lo sport e non necessariamente l’NFL, una volta bisogna venire qui dove la forza della leggenda è superiore anche ai risultati e la passione della gente contagiosa. Un culto per la squadra che li rende fieri della loro storia. Tenere alla tradizione da queste parti è un senso di responsabilità vero e proprio. D’altronde hanno poco altro ad essere sinceri. Lambeau Field è il monumento, il museo, l’amico di cui essere orgogliosi. In campo si sono passati la torcia del mito Starr, Favre e ora Rodgers. In panchina Vince Lombardi leggendario a tal punto che gli hanno intitolato il trofeo che solleva la squadra che vince oggi il Superbowl. Uno diventato famoso per le vittorie, la grinta e le sue frasi tra cui la più celebre “Vincere non è tutto, è l’unica cosa” è stata forse smentita dalla storia della sua stessa franchigia. Qui è il mito che vince sempre. Anche a prescindere dai risultati. Packers, Lambeau Field un’esperienza meravigliosa.
Vince Lombardi portato in trionfo. I Packers vinceranno i primi due Super Bowl della storia (1967 e 1968)