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Baseball, storico accordo Usa-Cuba: ogni giocatore della Isla con più di 25 anni libero di firmare per la MLB

Sport USA

Danilo Freri

L'accordo prevede che ogni giocatore cubano con più di 25 anni e almeno 6 anni di esperienza sia libero di firmare per le squadre americane. In cambio la Federazione riceverà indennizzi in denaro in base al valore del contratto di ciascun atleta

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Arriva dal baseball la prima vera normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. Cioè dallo sport che è l’orgoglio e la tradizione dell’isola ma anche il national pastime americano, cioè qualcosa che fa profondamente parte della cultura di una nazione. Ora chi vorrà giocare nella MLB, le ricchissime major league americane, non dovrà più fuggire da Cuba.

L’accordo firmato da MLB, federazione cubana e associazione giocatori prevede che ogni giocatore cubano con più di 25 anni e almeno sei anni di esperienza sia libero di firmare per le squadre americane. In cambio la Federazione riceverà indennizzi in denaro, almeno il 15-20% del valore del contratto firmato. Anche gli under 25 potranno arrivare negli Stati Uniti, ma avranno bisogno di un permesso e alla federazione andrà il 25% fisso. Soldi che dovranno finanziare il baseball cubano in grave crisi economica. I contratti da decine di milioni di dollari sono un’attrattiva irresistibile, un giocatore a Cuba ne guadagna poche centinaia. I cubani sono fortissimi nel baseball, Cuba è stata, e sarà sempre un serbatoio inesauribile di talento. Le fughe dall’isola sono tante, 350 dal 2014, soprattutto sono state spesso avventurose e sono sempre dolorose. Il caso recente più famoso è stato quello di Yasiel Puig, fuggito con l’aiuto di trafficanti messicani, rapito poi da una banda rivale con tanto di sparatorie e regolamenti di conti con alcune vittime.

Significative infatti le parole del Presidente della Federazione di baseball cubana, Higinio Velez: “I nostri ragazzi e i loro parenti non dovranno più essere coinvolti da qualcosa che è offensivo, un pericolo per le loro vite, un pericolo per le famiglie, da qualcosa che li spinge ad abbandonare il loro paese illegalmente, correndo il rischio di cadere nelle mani di gente senza scrupoli che specula sul sudore e sul sangue di questi atleti”.

L’ipotesi di un accordo era nata nel 2014 dopo il ripristino delle relazioni diplomatiche voluto dal presidente Barak Obama. Obama e Raul Castro erano fianco a fianco in tribuna all’Avana nel marzo 2016 ad una storica partita tra nazionale cubana e i Tampa Bay Rays. Relazioni poi interrotte dal presidente Trump che cancellò nel giugno 2017 l’accordo voluto da Obama, imponendo nuovamente restrizioni ai viaggi e ai trasferimenti di denaro. Ma neanche Trump ha potuto fermare i soldi che arrivano dal baseball. Il Tesoro degli Stati Uniti ha stabilito che le squadre americane possono trasferire soldi alla federazione cubana, in quando non è un’agenzia governativa. Anche se in passato è stata sempre controllata dalla famiglia Castro. Ma qui parliamo di baseball, parliamo di sport, e qui si può fare. Il baseball è un terreno comune, non poteva che dare frutti.