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Super Bowl 2019: tutto quello che c’è da sapere sulla finale Patriots-Rams

Sport USA

Massimo Marianella

Il Super Bowl è in programma alle 24.30 ad Atlanta. Si sfidano New England Patriots e Los Angeles Rams. La guida per arrivare preparati all'evento più importante dell'anno

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Due generazioni a confronto, due interpretazioni offensive diverse per un Superbowl di grande fascino. Ad Atlanta sono arrivate due squadre, Los Angeles Rams e New England Patriots, che erano nei pronostici della vigilia, ma che per motivi diversi rappresentano comunque una piccola sorpresa. Incredibilmente lo sono i Patriots nonostante sia l’undicesimo Super Bowl della loro storia, il quinto negli ultimi 8 anni e soprattutto il terzo consecutivo. Per tutta la stagione si è parlato più di quanto questa squadra fosse al capolinea che del suo orgoglio. Più della perdita di elementi, importanti certo, come i ricevitori Cooks e Amendola, il corner back Malcom Butler, il running back Dion Lewis, l’offensive tackler Nate Solder e soprattutto il defensive coordinator Matt Patricia che dell’aggiunta dal draft di un running back dal meraviglioso talento come Sony Michel, del recupero dall'infortunio al crociato dell’uomo offensivo chiave quale Julian Edelman, dell’impatto nella secondaria del corner Jason McCourty, della profondità alle rotazioni difensive arricchita da Adrian Clayborn, dalla nuova fantasia nelle situazioni di special team con Cordelle Patterson e dell’aver convinto l’offensive coordinator e primo riferimento di Brady Josh Mc Daniels a stracciare il contratto già firmato da capo allenatore dei Colts e rimanere a Boston. 

Never underestimate the heart of a champion

Troppo si è considerato il colpo negativo di aver perso il Super Bowl precedente contro Philadelphia e molto meno il talento e la voglia di questo gruppo di vincenti di volerci tornare. Tra tutti però l’errore di valutazione più madornale è stato probabilmente quello di considerare l’anno in più sulla carta d’identità della coppia Brady-Belichick e non la loro inimitabile grandezza. Una delle frasi celebri scolpite nella pietra della storia dello sport americano coniata dall'allenatore degli Houston Rockets campioni del mondo negli anni 90 “Never underestimate the heart of a champion (mai sottovalutare il cuore di un campione)” è il perfetto titolo di copertina del diario di bordo dei Patriots di questa stagione fino ad Atlanta. Freschi, motivati e perfettamente bilanciati. Difensivamente sono apparsi addirittura più forti soprattutto grazie al rendimento incredibile dei linebackers Hightower, Flowers e Van Noy oltre che all'esplosione definitiva del corner Stephon Gilmore (chiamato non a caso al Pro Bowl) e offensivamente quasi più fantasiosi perché costretti da un Gronkowski ormai da centellinare. Vero hanno perso 5 partite nella stagione regolare, ma l’obbiettivo non erano i record bensì il traguardo finale.

G.O.A.T.

Una squadra non giovanissima che pensando a gestire il gruppo non ha mai innestato le marce troppo alte, ma ha tenuto un passo costante e d’esperienza fino ad Atlanta. Statisticamente il 4° miglior attacco della lega con 27,3 punti per gara, il 3° per yards offensive 393,4 a partita e la 6° miglior difesa con 20,3 punti concessi. Belichick non vincerà mai nessun premio per la simpatia, ma è sempre legittimamente da considerare, anche prima di questo 53° Super Bowl, il capo allenatore più grande di tutti i tempi. Nessuno ha vinto più partite di post season di lui (30) e nessuno ha conquistato più anelli di lui da capo allenatore (5). 

Brady e Belichick si abbracciano dopo la vittoria del Super Bowl 2017
 

Il drive della vita

Ovvio che il suo lavoro è stato più facile con Tom Brady come quarterback. Il signor Bunchen non solo ha vinto 5 anelli (solo un altro giocatore nella storia NFL ne ha altrettanti il linebacker Charles Haley tra Dallas e San Francisco) ma detiene tutti i record della post-season di questo sport. Di partite giocate nei playoffs (39) di vittorie (29) passaggi completati (984) yards di passaggio (10.917) e TD pass (73). La sua non è stata una stagione stellare considerati gli 11 intercetti e la media di valutazione di 70,6, ma pur sempre il settimo QB per yards lanciate (4.355) e, come ha ricordato a tutti nell'overtime a Kansas City, colui cui vorresti affidare il drive decisivo della tua vita.

Brady e i Patriots esultano dopo il TD decisivo di Burkhead nel supplementare
 

Los Angeles Rams, il nuovo che avanza

I Rams erano invece nei pronostici di tutti in estate per una grande stagione e di molti che sarebbero potuti arrivare al Super Bowl. Ci sono arrivati però in maniera quasi sorprendente più con l’attacco che con la difesa. Loro rappresentano il nuovo del football. Un quarterback al terzo anno e un head coach di 33 anni al secondo di esperienza nel ruolo. Jared Goff nel 2018 è stato uno dei 3 quarterbacks con più di 4500 yards lanciate (4.688) e + di 100 di media valutazione (101,1), è alla sua quarta partita di Playoffs in carriera ed ha un grande merito della nuova generazione è quello che interpreta il ruolo in maniera più tradizionale. Non cerca troppo di correre lui, non forza troppo i lanci nel profondo (dopo i troppi errori della passata stagione) e soprattutto quest’anno ha imparato a bilanciare meravigliosamente il gioco di corsa con i passaggi. A New Orleans nel Championship le gambe non gli sono tremate, ma il Super Bowl è una partita a parte.

McVay's way

A Sean McVay debbono invece dire grazie tutte una nuova generazione di allenatori e assistenti. Dopo il suo successo tutte le franchigie sono andate a cercare il nuovo McVay per riorganizzare il loro futuro. E’ bravo, tendenzialmente simpatico ed equilibrato ed in questa partita ha anche il grande vantaggio di non avere (quasi) nulla da perdere. I Rams rispetto alla passata stagione hanno aggiunto difensivamente l’esperienza di Talib dietro e la fisicità di Suh davanti. In attacco invece anche se Todd Gurley è stato meno stellare del previsto, la coppia di ricevitori Woods e Cooks è di primissimo livello e dal nulla hanno ripescato quel CJ Anderson che è diventato il loro personaggio nei playoffs.

La grande intesta fra il QB Goff e l'head coach McVay
 

L'eroe meno atteso

Preso dal divano di casa dopo esser stato rilasciato ad inizio stagione da 3 squadre (Broncos, Panthers e Raiders) è diventato l’uomo chiave dell’attacco dei Rams. Preso per l’infortunio di Gurley è arrivato 3 giorni prima di Natale a LA e in 4 partite ha assommato + di 400 yards e 4 TD. Si è presentato con voglia, esperienza (2 Super Bowl giocati di cui uno vinto con Denver) e anche una quindicina di chili in più che lui attribuisce alla “man pregnancy” avendo avuto un figlio ad aprile e aspettando una bimba per l’aprile prossimo. Adesso però con lui e il recupero di Gurley il gioco di corsa dei Rams è devastante ad ogni down e ha aperto clamorosamente il campo per le ricezioni di Woods e Cooks. Un’arma in più arrivata quasi per caso CJ Anderson, ma potrebbe essere assieme all'incredibile DT Aaron Donald, oggi probabilmente il giocatore più devastante di tutta la NFL, anche quella più appuntita.

L'ironia dei siti americani sul peso di CJ Anderson
 

Il pronostico

Difficile dire chi una partita così possa essere favorito. Probabilmente i Patriots che hanno dalla loro molte situazioni. Certamente l’esperienza, data non solo dall'anzianità, ma soprattutto da un dato fondamentale per il Super Bowl, quello di saper gestire la vigilia e una partita di questa grandezza che per quasi tutti loro è ormai un match di routine. Anche il Coaching staff, il quarterback e l’impatto della fisicità sommando attacco e difesa sembra andare dalla parte della squadra di Boston. Difensivamente la valutazione potrebbe essere in parità, mentre quella offensiva dovrebbe pendere dalla parte dei Rams che ha globalmente hanno ricevitori e running backs più forti.

Le chiavi di questo 53° Super Bowl

Se come probabile Donald e Suh leveranno le corse ai Patriots ancora una volta l’esito del SB finirà nelle mani di Tom Brady che sarà costretto a lanciare molto. Per Gronkowski nel corto e nei terzi down, per Edelman al centro, Hogan sul profondo e Patterson per le improvvisazioni. La secondaria dei Rams ha tante armi da opporre (Marcus Peters, Aqib Talib, Lamarcus Joyner, Sam Shields e John Johnson III), ma solo Talib e Shields hanno esperienza vera ad alto livello. Forse il Super Bowl si giocherà su questo e la tenuta nervosa di Goff. Sulla carta l’appuntamento perfetto per fascino e contenuti tecnici. Il confronto tra il vecchio e il nuovo. In campo e in panchina. Tra simpatia e concretezza. Tra attacco e difese molto fisiche. La notte di Atlanta è vicina.