Super Bowl, tutto quello che c'è da sapere sulla sfida tra Rams e Bengals

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Massimo Marianella

Massimo Marianella

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Il kick off alle 24.30 ora italiana al SoFi Stadium di Los Angeles. I favoriti sono i Los Angeles Rams di Matthew Stafford, ma gran parte dell'America tiferà per la favola dei Bengals e di Joe Burrow. Temi, protagonisti, storie e tutto quello che succede in queste ore a Los Angeles dal nostro inviato Massimo Marianella

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Non c’è evento che si svolga all’ombra della collina con la scritta Hollywood, a 2 passi da Beverly Hills e dalle spiagge di Malibù che non abbia grande risalto. Questo 56° Super Bowl gli dà una dimensione addirittura planetaria e accende la città degli Angeli con un’attesa sportiva, glamour e mediatica come solo questa partita nella sua storia ha saputo fare.

Go Rams

La ruota di Santa Monica illumina la notte angelina con i colori gialloblù, uno dei locali iconici della città Randy’s Donuts li sforna da qualche giorno con glassa blu e stelline gialle o direttamente con la scritta zuccherata Rams e, come sempre in America, tutti i bus di linea vicino al numero anziché il capolinea finale viaggiano con la scritta Go Rams. Una città che negli ultimi 8 anni ha celebrato il titolo negli altri 3 sport professionistici (con Kings, Lakers e Dodgers) ci riprova anche nel football. 

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Una partita inattesa

Per le squadre che ci sono arrivate, soprattutto i Bengals, ma per questo anche dal fascino maggiore per un pronostico decisamente equilibrato. Due squadre, i Cincinnati Bengals e i Los Angeles Rams, che hanno saputo sovvertire il pronostico con un football aggressivo, più attacco che difesa anche nel caso dei “caproni” gialloblù che potenzialmente avrebbero nel reparto difensivo forse il loro punto di forza. Principalmente però come sempre accaduto nella storia del Super Bowl, mettendo in copertina uomini. Storie di sportivi che hanno reso umanamente + esaltante il loro percorso. 

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la storia

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Giocarlo in casa

Questa è la partita che porta all’anello, ma che soprattutto regala la gloria eterna, l’immortalità del football perché vincere il Super Bowl è qualcosa di indimenticabile. Nei primi 54 anni della storia di questo match nessuna franchigia aveva avuto l’opportunità di giocarlo in casa, quest’anno accadrà per la seconda volta consecutiva e, almeno dal punto di vista scaramantico, questo ai Rams non dispiacerà. Loro come Tampa nella passata edizione. Fu il trionfo (l’ennesimo) di Tom Brady dodici mesi fa, questa volta potrebbe essere il turno di Matthew Stafford

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Stafford, all’inferno e ritorno

Una di quelle storie nella storia. E’ passato dalla semi-tragedia agonistica di giocare per anni, dopo esser uscito dalla Georgia University, nei disastrati Detroit Lions, peraltro grazie a lui con un record decente (74-90-1), alla tragedia reale, quella terribile del tumore al cervello della moglie Kelly. Sconfitto il maledetto da lei dopo un’operazione di 12 ore, così come quest’anno abbattuto da lui il tabù del primo successo nella post-season. 

L’uomo dei record

“La storia ci dice che se il quarterback ha una buona giornata le possibilità di vincere il Super Bowl sono infinitamente maggiori e a questo dovrò pensarci io”. Si prende le sue responsabilità nell’ultima conferenza stampa prima del grande evento Stafford. Un uomo di fatti però non di parole. Dopo essere stato in maglia Lions il più rapido QB nella storia della NFL a raggiungere le 20.000 yard lanciate poi le 30.000 e anche le 40.000 quest’anno che ha cambiato squadra non solo ha tagliato il traguardo delle 50.000, ma si è soprattutto preso tutti i record di franchigia (dei Rams) per una singola stagione: maggior numero di TD Pass, più yard di passaggio e maggior numero di passaggi completati.

La tripla corona di Kupp

I suoi terminali sono Cooper Kupp ricevitore bianco che ha statisticamente nella stagione regolare conseguito il “Triple Crown” ha cioè capeggiato le 3 categorie principali (numero di ricezioni, numero di yard ricevute e di TD segnati). Un evento se si pensa che dal 1966 ad oggi solo Jerry Rice, Sterling Sharp e Steve Smith c’ero riusciti. 

Il ritorno di Beckham

Con lui Odell Beckham Jr. bizzarro e talentuosissimo (due aggettivi che spesso si accompagnano nella vita) ricevitore che da bimbo sognava le imprese del suo omonimo con la maglia del Manchester Utd, giocava a basket e se proprio gli capitava di cimentarsi col football faceva il quarterback. E’ diventato uno dei WR più esaltanti da veder giocare, quello che nell’anno da rookie in un Sunday Night tra i suoi NY Giants e i Dallas Cowboys nel 2014 ha regalato con una mano tuffandosi all’indietro la ricezione da touchdown forse più bella e memorabile della storia di questo gioco

Tutto quasi all’improvviso

Poi più polemiche tra Giants e Cleveland che momenti da copertina, tanto che i Browns lo hanno rilasciato nel corso di questa stagione e lui, per sostituire l’infortunato Robert Woods, si è accasato ai Rams ritrovando tutto quasi all’improvviso. Rendimento, voglia, spettacolarità, touchdown (6 in 11 partite) e anche il suo sorriso. 

Donaldo, Beckham e Ramsey dopo la vittoria nell'NFC Championship Game  contro i 49ers

I Rams sono una squadra bilanciata. Con un quarterback cha sa gestire il suo attacco, ma anche andare sul profondo, due grandi ricevitori, due running back Cam Akers e Sonny Michel assolutamente intercambiabili ed una difesa che al numero uno di tutta la Lega Aaron Donald e al cornerback più esaltante di tutti Jalen Ramsey, in corsa ha aggiunto l’esperienza fondamentale di Eric Weddle e Von Miller (che con Denver assieme all’anello si portò via anche il premio di MVP del Super Bowl 50). 

L’era Burrow

Dall’altra parte del campo ci sono i Bengals che sono arrivati qui andando a vincere il loro Championship a Kansas City a casa di Mahomes. Li guida un quarterback giovane che ha il grande merito di appartenere alla categoria di quei QB che più che fartela vincere la partita, non te la fanno perdere: Joe Burrow. Vittima di un infortunio terribile nella stagione da rookie contro Washington, ha preso mentre stava lanciando una botta terribile che gli ha fatto esplodere il ginocchio: crociato, legamento mediale e menisco per non farsi mancare proprio nulla. 

E’ tornato però meglio di prima e ha guidato al Super Bowl i suoi Bengals con 7 partite da oltre 300 yard lanciate in stagione. “Credo che questo percorso abbia dimostrato che sappiamo battere chiunque soprattutto quando ci danno per sfavoriti. In questo ultimo mese poi attenzione perché siamo migliorati a tutti i livelli e abbiamo assunto ancora più consapevolezza”.

Ja’Marr Chase, il rookie dei record

Suo terminale preferito chiaramente Ja’Marr Chase, rookie dell’anno per l’NFL, ma soprattutto suo compagno già al college con la maglia di LSU con cui hanno vinto il Titolo Ncaa. Una stagione da 1734 yard la sua e mai nessun rookie nella storia della NFL ne aveva assommate tante e visto che c’era ci ha aggiunto 14 TD

Gli allenatori

Anche la sfida tra le panchine è intrigante. Zac Taylor e Sean McVay offrono il confronto, sommando le età, più giovane della storia del Super Bowl. Sono due menti offensive e hanno sempre dimostrato di preferire una chiamata rischiosa ad una conservativa. Due che proseguono anche una bella tradizione familiare. Taylor è “genero d’arte” perché sposato con la figlia dell’ex coach dei Green Bay Packers Mike Sherman, mentre il nonno di McVay, John, è stato head coach dei Ny Giants per un biennio prima di andare a vincere 2 anelli come executive dei 49ers. 

Zac Taylor ha lavorato dueanni come assistente di Sean McVay (wide receivers coach nel 2017 e quarterbacks coach nel 2018)

La chiave del match

I Rams hanno un attacco più variegato e con le corse di Akers e Michel apriranno spazio alle ricezioni di Kupp e Beckham. La loro linea difensiva potrà tenere le corse di forza, di potenza di Mixon e Perine quindi uno dei duelli da tenere d’occhio sarà quello tra Chase e Ramsey. QB, special teams e running game tutto sommato si equivalgono. Difesa, head coach e ricevitori pendono dalla parte dei Rams.

Lo stadio

Si giocherà in uno stadio tra i più moderni del pianeta e certamente il più caro perché alla fine il SoFi Stadium è costato $5,3 miliardi di dollari. E’ a Inglewood, la porta accanto del Forum dello Showtime dei Lakers anni ‘80 di Magic e Jabbar. E un po’ di quella polverina magica è ancora lì nell’aria e avvolgerà l’ottavo Super Bowl della città di Los Angeles. Sarà trasmesso in 180 paesi del mondo in 25 lingue diverse. I prezzi dei biglietti al mercato nero sono scesi negli ultimi giorni, ma ci si attende una risalita ovvia nelle ore precedenti al match (comunque i biglietti sono i più cari al prezzo regolare della storia di questo evento) per quello che certamente sarà un tutto esaurito con 70.000 spettatori.

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