Da contabile a titolare NHL: l'incredibile storia di Scott Foster

Sport USA
Massimo Marianella

Massimo Marianella

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Il mercato NHL fa tornare alla mente l'incredibile debutto NHL nel 2018 di Scott Foster, un contabile di Chicago finito quasi per caso sul ghiaccio di una gara del campionato professionistico americano. Una storia 'alla Bradbury', che sembra troppo anche come trama di un film. E invece è successo veramente tutto quello che vi stiamo per raccontare...

Prima della deadline dei trasferimenti in qualsiasi lega professionistica americana tutte le squadre si dividono in buyers e sellers. Chi vende e scarica contratti, chi compra e punta ai playoffs. I Chicago Blackhawks, senza troppe ambizioni per la stagione, hanno ceduto il portiere Marc-Andrè Fleury (anche ex Pittsburgh e Vegas) a Minnesota e annunciato Collin Delia come nuovo titolare tra i pali. Una scelta prevista che ha però avuto anche il merito di rispolverare una delle storie più incredibili dello sport americano dell’era moderna legata al debutto assoluto di Delia nella NHL. 

La storia di Scott Foster

Quella che tutti noi abbiamo sognato una volta nella vita e non solo da bambini. Delia portiere californiano considerato un medio prospetto firma un contratto con Chicago, ma ovviamente viene inizialmente spedito nelle minor dei Blackhawks. Gioca a livello AHL e ECHL finché nella stagione 2017/18 viene chiamato in prima squadra da coach Quenneville perché il titolare Corey Crawford (a Chicago una leggenda con quasi 600 partite e 2 Stanley Cup vinte) comincia ad avere qua e là qualche problema fisico. Delia in realtà doveva inizialmente fare solo il terzo in emergenza, poi sedersi in panchina perché la riserva di Crawford, Anton Forsberg, diventò automaticamente il titolare al primo vero infortunio del #50. Tutto normale finché la sera del 29 marzo 2018 con i Winnipeg Jets in città accade l’incredibile. Forsberg si fa male nel riscaldamento ed arriva il momento del debutto di Delia nella NHL, ma la notizia non sarà affatto quella. 

In emergenza, con un contratto di un giorno, viene mandato in panchina un contabile di un’azienda di Chicago che era stato portiere di Hockey al College, ma mai a livello professionistico. Scott Foster. Canadese dell’82 che aveva iniziato a livello di Junior Hockey nell’Ontario poi 3 anni all’Università di Western Michigan. Il primo così, così, il secondo il migliore con una media parate in stagione dell’88% e il terzo un disastro con un solo tempo giocato, 7 tiri fronteggiati e 3 gol subiti. Carriera finita lì. Nessuna chiamata al draft, nessuna neanche per un camp nelle minors ed allora sfrutta il “pezzo di carta” universitario e comincia a lavorare come contabile trasferendosi con la famiglia nel nord di Chicago. 

14 minuti meglio che in un film

L’hockey resta solo una passione da vivere in tv con una birra ghiacciata e tornei amatoriali giocati. Il destino aveva in serbo per Scott però qualcosa di davvero speciale. Le regole dell’NHL prevedono che ogni squadra per una partita di campionato debba avere a roster un terzo portiere anche se in tribuna. Così dal nulla arrivò quella telefonata. Per lui solo mettere la macchina nel parcheggio giocatori dello United Center, vedere da vicino Kane e il capitano Toews ed avere addirittura una maglia (anche se non era previsto che la indossasse) col numero (#90) era un qualcosa di inatteso e incredibile. Stava salendo in tribuna quando gli hanno detto di vestirsi da gara perché il titolare aveva avuto un problema. Non finisce lì. Nel terzo periodo Delia comincia ad avvertire crampi e problemi alle gambe. Deve scendere sul ghiaccio. Entra negli ultimi 14 minuti della partita e mantiene il vantaggio che aveva ereditato di 6-2. Sette tiri, sette parate e nessun gol subito. Viene premiato come Man of the Match con + di 20.000 spettatori, che fino al suo ingresso sul ghiaccio non avevano neanche idea che fosse al mondo, tutti in piedi a cantare il suo nome allo United Center (quello di Michael Jordan). Il sogno di tutti noi. L’avessimo visto al cinema avremmo detto che era la solita esagerazione hollywoodiana ed invece è tutto in un tabellino NHL ufficiale. Ah, Foster non ha guadagnato neanche un dollaro perché il contratto che aveva firmato era da dilettante quindi niente biglietti verdi, ma non se n’è neanche accorto. Gli hanno regalato la maglia che tutti i suoi compagni hanno voluto firmare e… è tornato a fare il contabile. 

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Il rispetto di una storia straordinaria

Notte meravigliosamente insonne a rivedere la partita che la moglie gli aveva registrato e mangiare una colazione presa nel cuore della notte ad un drive-in risalendo in macchina verso la periferia nord, godendosi la città in un momento solo suo. Il giorno dopo titoli per lui su molti giornali nazionali compresi il Chicago Tribune ed il NY Post, ma non ha mai voluto rilasciare interviste. Solo una due anni fa al magazine della ESPN. Nella stagione successiva coach Q lo ha chiamato per fare qualche allenamento pre-partita, il cosiddetto morning skate, ma mai un contratto e soprattutto lui non ha mai più voluto neanche firmarne un altro di un giorno come terzo portiere d’emergenza quando se n’è presentata l’occasione. Ha avuto rispetto di una storia straordinaria. Della sua notte e forse di quella di tutti noi. Ha voluto mantenere la sua media del 100% nella NHL. Sono passati 4 anni. Delia è diventato (momentaneamente) titolare dei Blackhawks e lui a 40 anni, gioca ad hockey nella periferia di Chicago, guarda i Blackhawks in tv stappando una birra e continua a fare il contabile. Ha avuto però la sua notte che lo ha fatto entrare, in 14 minuti, nella meravigliosa storia dei Chicago Blackhawks e della NHL.

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