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World Series, Philadelphia vuole sorprendere ancora

sabato notte

Danilo Freri

©Getty

I Phillies tornano in finale per la prima volta dal 2009, in una stagione in cui pochi li credevano competitivi. Ma un cambio di allenatore e il risveglio delle superstar come Harper, hanno innescato qualcosa di speciale. Sabato notte all'1.30 gara 1 in diretta su Sky Sport Uno

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Chissà se Philadelphia ha davvero capito che sta per giocare per il titolo MLB, che sarà protagonista nella World Series. Eppure, una serie di “sliding doors”, di bivi in cui ha preso sempre la strada giusta e abbandonato quella sbagliata, l’hanno portata fino a qua. La prima svolta è arrivata il 3 giugno. Un avvio preoccupante con 22 vinte e 29 perse. La proprietà ha deciso di allontanare il manager Joe Girardi e di affidarsi a Rob Thomson, allenatore ad interim, convinta che il suo modo più delicato di rapportarsi con i giocatori avrebbe facilitato l’inserimento dei più giovani e tolto un po’ di pressione al gruppo. Scelta ampiamente indovinata. Una stagione di transizione è diventata una stagione da qualificazione alla postseason. Dove i Phillies si sono presentati con un record di 87-75, tra le qualificate solo Tampa Bay ha fatto peggio (86 vittorie). I Rays sono usciti subito perdendo due partite contro Cleveland. Non Philadelphia. In gara 1 a St.Louis è arrivato un altro incrocio con il destino: hanno rimontato segnando 6 punti nell’ultima ripresa, un’impresa senza precedenti. Ha convinto la squadra di avere qualcosa di più da raggiungere in questo 2022. Dopo aver eliminato i Cardinals, è toccato ai campioni in carica dei Braves. E’ stato chiaro che i Phillies ormai non si considerano più una squadra di secondo piano. Quindi la vittoria su San Diego e il pennant (il titolo della National League) non ha sorpreso più di tanto. Il suo lineup, fatto di grandi battitori, diventa irresistibile se trova continuità e comunione nelle prestazioni. Schwarber è un leadoff moderno, con la vocazione per il fuoricampo come pochi altri (46 in regular season, secondo solo dietro a Judge che ha fatto il record dell’American League a quota 62). E pazienza se è stato l’unico giocatore ad arrivare a 200 strike out subiti (eliminazioni dirette da parte del lanciatore avversario). Hoskins ne ha fatti 30 di fuoricampo quest’anno. Realmuto è un ricevitore che fa cose importanti anche in attacco, e nel baseball oggi sembra una specie in via di estinzione. Castellanos non ha ripetuto una stagione da sopra media. 300 in battuta e 100 punti battuti a casa come negli anni di Chicago e Cincinnati, ma ha già trovato colpi vincenti nella postseason. 

Harper, il Lebron James del baseball

E poi c’è lui. Bryce Harper. Un predestinato che a 16 anni era finito sulla copertina di Sports Illustrated come “The Chosen One”, il Lebron James del baseball. E la sua è stata una carriera alla Lebron James, anche se molti gli hanno sempre preferito Mike Trout come numero 1 di questo sport perché il giocatore degli Angels ha una propensione difensiva migliore ed è forse più completo. Harper è stato due volte MVP, sette volte All Star. Non ha mai vinto il titolo. Già….se vuoi davvero essere il numero 1, devi vincere. Beh, se è per questo neanche Trout ha mai vinto una World Series e non l’ha mai nemmeno giocata. Harper ora la giocherà. Ci arriva dopo una postseason da fenomeno assoluto in cui ha una media battuta di .419 con 5 fuoricampo e 11 RBI (punti battuti a casa). La sua media OPS (statistica che misura la produzione offensiva totale di un giocatore comprese le battute da più di una base) è di 1.351 ed è l’ottava di sempre nella storia. Philadelphia nel 2019 ha investito 330 milioni di dollari per averlo. Soldi spesi immaginando momenti come quelli che sta vivendo in questo mese di ottobre. Harper ha 30 anni e ha soprattutto la maturità del campione che sa quello che fa e sa come vivere ogni momento. Quando ha messo il fuoricampo più importante della sua carriera in gara 5 contro San Diego, non è impazzito saltando di gioia facendo il giro delle basi. I suoi compagni in panchina sì. Lui no. Con calma ha fatto tutto il percorso godendosi il momento. 

©Getty

Io sto con Philly Rob

Il lavoro non è ancora finito. Un lavoro che è cominciato il 3 giugno con la nomina di Rob Thomson, allenatore ad interim. Ora Thomson ha firmato per le prossime due stagioni. Ha grandi meriti. Il primo che li ha riconosciuti è sato proprio Harper. Durante una trasferta in agosto si è presentato ad un allenamento con una maglietta con la scritta “Io sto con Philly Rob”. Per la disapprovazione di Thomson che non ama essere al centro dell’attenzione e forse non ama nemmeno i soprannomi, anche se carichi d’affetto. Ma è stata l’investitura del leader e quindi dello spogliatoio. Quella maglietta, nella decisiva gara 5 contro i Padres, la indossavano in tribuna perfino la signora Michelle Thomson e tutte le altre mogli e fidanzate di giocatori e staff di Philadelphia. Philly Rob, o anche Thomper come altri lo chiamano, dovrà farsene una ragione. Non ha dimenticato mai il suo primo proposito di sempre, la sua filosofia: mantenere l’umiltà. Di fronte ad una stagione entusiasmante, continua a dire che le cose stanno andando troppo bene, che è contento per i giocatori, i tifosi e i dirigenti dei Phillies, ma ogni mattina esce di casa sperando che non cambi la sorte e magari di non venire investito da un autobus mentre attraversa la strada. 

Astros in finale da favoriti

Ora arriva la World Series. Scopriremo presto se il destino di Philadelphia è quello di completare un anno da underdog conquistando un titolo sorprendente. O se un autobus passerà portandosi via tutto. Quell’autobus, nel caso, si chiama Houston. Gli Astros arrivano in finale chiaramente favoriti. Ma per Philadelphia è la solita storia. Vincere così, ha un gusto davvero speciale. 

La World Series su Sky Sport

Tutte le partite della World Series 2022, la finale del campionato di baseball MLB, sono su Sky Sport Uno e Action. Gara 1 è in programma nella notte tra venerdì e sabato all’1.30 con prima mezzora dedicata alla presentazione delle squadre. Gara 2 nella notte tra sabato e domenica alle 2.00. Si gioca a Houston, prima di spostarsi per 3 partite a Philadelphia.