A Wimbledon Djokovic si aggiudica il titolo dei "Championship" al termine di una splendida finale vinta sullo svizzero in 5 set con il punteggio di 6-7, 6-4, 7-6, 5-7, 6-4. Per il serbo, che torna numero 1 al mondo, settimo slam della carriera
Novak Djokovic torna a regnare a Wimbledon, tre anni dopo il suo primo successo. Lo fa sconfiggendo in rimonta un commovente Roger Federer con il punteggio di 6-7, 6-4, 7-6, 5-7, 6-4 e conquista il settimo titolo Slam della carriera, secondo a Wimbledon, al termine di una delle migliori finali dell'ultracentenaria storia dei Championships.
Corsi e ricorsi - Djokovic raggiunge alla cena dei campioni la stessa dama del 2011, Petra Kvitova, vincitrice ieri del torneo femminile, esattamente come tre anni fa. Da lunedì poi tornerà numero 1 al mondo scalzando Nadal grazie ai punti conquistati a Londra, esattamente come tre anni fa.
La partita - Sfida in campo e nei rispettivi box, dove Becker ed Edberg giocano indirettamente un'altra finale a Wimbledon dopo le tre disputate, in campo, tra il 1988 ed il 1990 (2-1 per lo svedese, oggi nel box di Federer). Il primo set fila via senza strappi, e quando Federer mette a segno il punto decisivo nel tie break il campo Centrale, schierato con il campione svizzero, un po' spera di poterlo applaudire anche una volta. Anche perché le occasioni di rivedere il 7 volte trionfatore a Church Road alzare ancora una volta la coppa si assottigliano sempre più: le lancette muovono in una sola direzione, e nel caso di Federer ticchettano verso i 33 anni (ad agosto). Le statistiche a quel punto dicono che Djokovic ha messo a segno più punti dello svizzero di Basilea. Paradossi del tennis, che sono destinati a cadere, come logico, e lo fanno quando Djokovic si guadagna le prime palle break di tutto il match e si prende un vantaggio decisivo nel secondo set. Il serbo trema solo al momento di servire per il set, quando concede un'occasione del controbreak a Federer ma si salva con tre servizi. Il terzo set si decide al tie break, senza che vi siano break nei 12 games precedenti, all'interno dei quali Federer si aggrappa al servizio e Nole si costruisce un maggior numero di opportunità: la deriva naturale è che a spuntarla sia il serbo, cosa che puntualmente avviene. Nel quarto set se possibile il livello si alza ancora: Djokovic scappa per due volte con un break di vantaggio, Federer lascia andare il braccio nella speranza di non lasciarsi scappare l'ultimo treno e a guadagnarne è lo spettacolo. Federer lo riprende sul filo di lana, passa a condurre e porta a sorpresa il match al quinto dopo aver annullato anche un match point. Quinto set equilibratissimo: le prime palle break arrivano al settimo e ottavo gioco ma non portano conseguenze. Un errore di diritto di Federer porta a Djokovic altri due match point: il rovescio si ferma sul nastro e il serbo può alzare le braccia al cielo.
Curiosità – Djokovic torna numero 1 del mondo, Federer sale al numero 3. Djokovic è il terzo giocatore a battere Federer in una finale Slam dopo Nadal e Del Potro. Dopo due vittorie contro Murray e quattro contro Nadal, il serbo batte anche Federer e diventa il primo dei “Fab Four” ad aver battuto gli altri tre in almeno una finale Slam. E' il 45esimo titolo in carriera per Nole.
Corsi e ricorsi - Djokovic raggiunge alla cena dei campioni la stessa dama del 2011, Petra Kvitova, vincitrice ieri del torneo femminile, esattamente come tre anni fa. Da lunedì poi tornerà numero 1 al mondo scalzando Nadal grazie ai punti conquistati a Londra, esattamente come tre anni fa.
La partita - Sfida in campo e nei rispettivi box, dove Becker ed Edberg giocano indirettamente un'altra finale a Wimbledon dopo le tre disputate, in campo, tra il 1988 ed il 1990 (2-1 per lo svedese, oggi nel box di Federer). Il primo set fila via senza strappi, e quando Federer mette a segno il punto decisivo nel tie break il campo Centrale, schierato con il campione svizzero, un po' spera di poterlo applaudire anche una volta. Anche perché le occasioni di rivedere il 7 volte trionfatore a Church Road alzare ancora una volta la coppa si assottigliano sempre più: le lancette muovono in una sola direzione, e nel caso di Federer ticchettano verso i 33 anni (ad agosto). Le statistiche a quel punto dicono che Djokovic ha messo a segno più punti dello svizzero di Basilea. Paradossi del tennis, che sono destinati a cadere, come logico, e lo fanno quando Djokovic si guadagna le prime palle break di tutto il match e si prende un vantaggio decisivo nel secondo set. Il serbo trema solo al momento di servire per il set, quando concede un'occasione del controbreak a Federer ma si salva con tre servizi. Il terzo set si decide al tie break, senza che vi siano break nei 12 games precedenti, all'interno dei quali Federer si aggrappa al servizio e Nole si costruisce un maggior numero di opportunità: la deriva naturale è che a spuntarla sia il serbo, cosa che puntualmente avviene. Nel quarto set se possibile il livello si alza ancora: Djokovic scappa per due volte con un break di vantaggio, Federer lascia andare il braccio nella speranza di non lasciarsi scappare l'ultimo treno e a guadagnarne è lo spettacolo. Federer lo riprende sul filo di lana, passa a condurre e porta a sorpresa il match al quinto dopo aver annullato anche un match point. Quinto set equilibratissimo: le prime palle break arrivano al settimo e ottavo gioco ma non portano conseguenze. Un errore di diritto di Federer porta a Djokovic altri due match point: il rovescio si ferma sul nastro e il serbo può alzare le braccia al cielo.
Curiosità – Djokovic torna numero 1 del mondo, Federer sale al numero 3. Djokovic è il terzo giocatore a battere Federer in una finale Slam dopo Nadal e Del Potro. Dopo due vittorie contro Murray e quattro contro Nadal, il serbo batte anche Federer e diventa il primo dei “Fab Four” ad aver battuto gli altri tre in almeno una finale Slam. E' il 45esimo titolo in carriera per Nole.