Tutta spagnola la finale del torneo: Nadal ha travolto 6-3 6-1 Goffin, che ha perso la testa per un errore arbitrale, mentre Ramos-Viñolas ha superato 6-3 5-7 6-1 il francese Pouille, condizionato da pressione del pubblico e condizioni fisiche Il torneo di Montecarlo in diretta su Sky Sport HD
Rafa Nadal e Albert Ramos-Viñolas sono i finalisti del torneo di Montecarlo, un epilogo tutto spagnolo che non è certo un inedito ma che nel Principato non si vedeva dal 2011 (vittoria di Nadal su Ferrer). Si è arrivati a questo punto dopo due semifinali strane, anche se per motivi diversi: Nadal ha vinto la sua contro David Goffin 6-3 6-1, mentre Ramos-Viñolas ha prevalso su Lucas Pouille 6-3 5-7 6-1.
LA TESTA DI GOFFIN
L'inizio di Nadal-Goffin non ha tradito le attese, con il belga che ha subito trovato il ritmo giusto. Nadal era centratissimo, ma Goffin ha avuto in mano il pallino del gioco fino a quando un clamoroso errore arbitrale lo ha destabilizzato. Un errore avvenuto sulla palla break in favore di Goffin, al sesto game: l'arbitro Mourier si esibito in un overrule indicando un segno palesemente diverso da quello corretto, con il pubblico a fischiarlo come raramente accade nel tennis. Con il 4-2 sfumato Goffin poi ci ha messo del suo, perché invece di resettare tutto ha chiamato il supervisor, come se potesse cambiare una decisione dell'arbitro, e soprattutto ha continuato a pensarci. Contro la forza mentale di Nadal, unita a quella fisica e tecnica, un atteggiamento del genere significa ritrovarsi sotto la doccia in pochi minuti e così è stato. Peccato perché la partita stava dando tantissimo. Va detto che a parti invertite Nadal avrebbe protestato ma poi sarebbe ripartito ancora più rabbioso e concentrato, del resto non si è fuoriclasse per caso. Per Nadal undicesima finale in carriera a Monte Carlo: finora ne ha persa soltanto una, contro Djokovic nel 2013. Il fatto che sia 2-0 nei precedenti con Ramos è quasi un dettaglio, vista la ferocia con cui di solito il maiorchino affronta i connazionali (soltanto Verdasco non subisce il suo carisma) a prescindere dal loro valore. Avere per sé i favori del pronostico non sarà per Nadal un problema, visto che ha vinto tutto sia da favorito sia da outsider: dovesse fare il suo contro Ramos arriverebbe non soltanto alla decima vittoria a Montecarlo, già di suo una cosa clamorosa, ma anche al ventinovesimo titolo in un Masters 1000, al cinquantesimo torneo ATP sulla terra (battendo il record di Vilas, peraltro in buona parte costruito su torneini) e al settantesimo totale. Il 3 giugno farà 31 anni e sembra più lontano dal capolinea di quanto lo siano gli altri grandi.
IL MIGLIOR RAMOS DI SEMPRE
Ramos-Viñolas ha battuto Pouille da sfavorito, come sfavorito era con Murray negli ottavi e con Cilic nei quarti. Per il ventinovenne di Barcellona un'altra vittoria al terzo set, ma questa volta il calo (per non dire crollo) dell'avversario nel terzo set è stato di natura fisica più che psicologica. Certo la pressione della Francia intera sul ventitreenne Pouille era grande, ma lui ha poco da rimproverarsi (forse soltanto la continuità nel servizio) perché ha tenuto abbastanza bene gli scambi dello spagnolo sulla regolarità e nel secondo set è stato anche capace di fargli male, appena è riuscito ad entrare con i piedi nel campo. Poi si è spenta la luce, quanto a energie, con l'aggravante di un problema alla schiena che ha richiesto l'intervento del fisoterapista. Ma Pouille ha di sicuro davanti a sè un futuro luminoso: nel vuoto di potere dovuto al declino dei Big Four si può infilare tranquillamente, soprattutto sulla terra. Quanto a Ramos-Viñolas, già la semifinale era il risultato più grande in carriera in un Masters 1000: sta vivendo un sogno e come i vari Carreno-Busta e Cuevas non è certo arrivato a questo punto della carriera per caso. Lunedì entrerà nei primi 20 del mondo, nella peggiore delle ipotesi (cioé se perdesse la finale) sarà numero 19. Il suo tennis intelligente e da mancino (particolare da non sottovalutare mai), alla costante ricerca degli angoli, toglie opportunità a chi è abituato ad attaccare ed in generale a chi non ha pazienza. Dire che contro Nadal è sfavorito è un eufemismo, al di là dell'appagamento naturale che potrebbe condizionarlo. Dovesse fare il miracolo diventerebbe il primo giocatore fuori dai primi 20 ATP a vincere un Masters 1000 dopo Ivan Ljubicic a Indian Wells 2010. Per il momento è il primo fuori dai top 20 ad arrivare in finale dai tempi di Giullermo Coria (2003). Uscendo dai numeri e dalla storia, bisogna dire che non è certo la finale che tutti sognavano, ma ad onore di Ramos-Viñolas va detto che lui non sfruttato buchi nel tabellone o imprese compiute da altri.