Wimbledon 2017, ritardi nei soccorsi e campi scivolosi: è polemica

Tennis
Bethanie Mattek-Sands (Getty)

Dopo il grave infortunio della Mattek-Sands, la macchina organizzativa dello Slam inglese viene presa di mira dalle giocatrici. Cirstea e Mladenovic in coro: "Così non va bene"

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Questa edizione dei Championship sembra essere caratterizzata, più di altre, dalle polemiche sull’organizzazione del torneo. Dopo le discussioni sull’eccessivo prize money del primo turno, da alcuni definito un invito a giocare anche da infortunati, ieri sono stati presi di mira i soccorsi medici. Una polemica nata dopo il grave infortunio al ginocchio subito dalla Mattek-Sands. Dopo un movimento innaturale la statunitense si è accasciata a terra urlando dal dolore. Una scena quasi straziante durata diversi minuti prima che i soccorsi le venissero in aiuto. Sconvolta dal’accaduto, la sua avversaria, la rumena Sorana Cirstea, in conferenza stampa non ha usato mezzi termini, accusando l’organizzazione: “Ero fuori di me. Non avevo mai visto una lesione del genere, il ginocchio era completamente girato in una posizione innaturale, cose che vedi solo al cinema. Lei gridava ‘Sorana aiutami, aiutami’, ma io non sapevo cosa fare. Ho cercato di confortarla, ma mi sentivo inutile, avrei voluto fare di più. Non augurerei una cosa simile al mio peggior nemico. Nessuno faceva niente, ho gridato di portare una barella, lei stava andando in shock, i medici ci hanno messo così tanto ad arrivare. Se fosse stato un infarto? Per la barella abbiamo aspettato quasi 15 minuti”. Ritardi e polemiche ovviamente secondari rispetto ad un infortunio tanto grave quanto raro nel mondo del tennis. Ed è proprio l’eccezionalità del fatto che un po’ scagiona l’organizzazione, sempre puntuale su ogni aspetto del torneo.  

Una macchina perfetta quella di Wimbledon che ha voluto subito comunicare la sua versione dei fatti tramite una nota ufficiale: “Il primo intervento sul campo è stato un minuto dopo l'infortunio ed è stato effettuato dal personale tecnico qualificato dell'ambulanza. La giocatrice è stata tenuta a terra mentre veniva trattata con degli antidolorifici, successivamente è stata portata su un'ambulanza e condotta all'ospedale in condizione di emergenza". Dubbi sulla lentezza dei soccorsi dentro l’All England Club confermati anche durante l’incontro tra Del Potro e Gulbis, protagonisti, loro malgrado, di uno stop forzato di quasi 25 minuti a causa di un malore di una tifosa. Evento normale in giornate di grande caldo, ma quello che ha stizzito i due tennisti sono stati gli eccessivi minuti di attesa per l’arrivo della barella sulle tribune. Esattamente lo stesso problema evidenziato dalla Cirstea.  

Polemiche e critiche che non hanno risparmiato la qualità dei campi di Wimbledon, secondo alcuni giocatori particolarmente scivolosi e pericolosi. Un problema tirato fuori da Kiki Mladenovic – protagonista ieri di un piccolo infortunio senza gravi conseguenze - che si è presentata in stampa con la borsa del ghiaccio sul ginocchio. La francese ha riferito come sia lei che la sua avversaria, Alison Riske, sia durante il palleggio di riscaldamento sul campo 18 che a inizio match avevano comunicato all’arbitro i loro dubbi sulla tenuta del campo: “Credo non succeda spesso che due avversarie, dopo due game, siano concordi nel non voler continuare una partita in uno Slam. Abbiamo chiesto quale fosse la regola nel caso entrambe non se la sentano di giocare, la risposta è stata di continuare a giocare perché non potevano farci niente”. Una cosa a Wimbledon è più sacra del torneo stesso: i prati. Amati, curati e sempre perfetti, quest’anno anche loro sono dovuti soccombere al caldo torrido che ha colpito Londra. Una situazione climatica eccezionale che ha rovinato i campi fin dai primi giorni: “Basta guardare il colore della superficie per capire il loro stato. – ha continuato la Mladenovic - Non c’è più erba, ma non è piatto, non è terra, è irregolare, scivoli in certi punti e in altri no, non puoi mai sapere cosa succede se metti giù un appoggio e spingi. Oggi ho perso ma non ha importanza, mi sento solo fortunata a non essermi fatta così tanto male”. Wimbledon non iniziava così avanti nella stagione dal 1895.In più nei primi cinque giorni c'è stata appena mezz'ora di pioggia, una tragedia agronomicamente parlando.