Il serbo si ritira all'inizio del secondo set per un problema all'avambraccio destro. Passa Thomas Berdych che in semifinale venerdì troverà Roger Federer
Novak Djokovic dice addio a Wimbledon e lo fa nel peggior modo possibile: senza possibilità di lottare. Il serbo infatti si ritira nel match contro Thomas Berdych ad inizio secondo set, con il punteggio di 7-6 2-0 per il ceco, a causa di un infortunio all'avambraccio destro. A nulla sono valsi i massaggi attorno alla zona del gomito effettuati dal fisioterapista al termine del primo set. Evidentemente menomato da questo infortunio muscolare, il serbo non ha potuto far altro che alzare bandiera bianca regalando a Berdych la semifinale contro Roger Federer. Ieri i problemi alla spalla, oggi il grave infortunio al braccio. Che Novak non fosse nelle migliori condizioni lo si sapeva, ma forse nessuno alla vigilia avrebbe creduto ad un problema tanto grave da obbligare il serbo al ritiro.
Un infortunio arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma fin troppo evidente fin dai primi scambi. Un primo set che tecnicamente è filato via liscio senza grossi sussulti, ma con la sensazione crescente che il serbo non fosse nelle migliori condizioni. Stretching al braccio quasi ogni 15, colpi in accelerazione praticamente inesistenti e un’idea di tennis eccessivamente monotematica, basata essenzialmente sul palleggio prolungato in attesa dell’errore di Berdych. Una stranezza per una partita così importante, ma soprattutto per quello che è il gioco di Djokovic. Piccoli indizi che non hanno fatto altro che aumentare i dubbi sulla tenuta fisica del serbo. Dopo un tie-break giocato a ritmi molto bassi, è arrivata la conferma. Fisioterapista in campo e uno sguardo sempre meno convinto del serbo. L’inizio del secondo set poi è stato uno stillicidio. Il servizio di Djokovic era più simile ad una rimessa in gioco, le accelerazioni di dritto solo un ricordo lontano e la ricerca ossessiva di accorciare gli scambi un'ancora di salvezza da un finale divenuto scontato. Poi, al terzo game, forse capita la gravità dell’infortunio ha detto basta.