Tennis, Federer si confessa: "Non sono un uomo perfetto"

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Intervistato da 'Marca', il numero 1 del mondo ammette: "Sono pieno di difetti, ma cerco di imparare dai miei errori. E' un onore aver condiviso tanti momenti importanti con Nadal, è un super campione. Il mio erede? Al momento è difficile prevederlo..."

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Roger Federer è reduce dall'ennesima abbuffata di trofei e complimenti. Nella serata dei Laureus Awards, lo svizzero ha portato a casa la statuetta di miglior sportivo e miglior ritorno del 2017, diventando il più laureato nella storia. Il tutto dopo aver vinto a Melbourne il 20° Slam della carriera ed essere tornato a Rotterdam (97° titolo) numero 1 del mondo dopo oltre 5 anni, più anziano di sempre essendo il fenomeno di Basilea un classe 1981. La misticità di Roger, in campo e fuori, è però smorzata dallo stesso interessato: "Ho tantissimi difetti, non sono un uomo perfetto - ha confessato il Re a 'Marca' -. Quando sei padre e marito è impossibile essere perfetti. E' una battaglia quotidiana per mantenere la calma. Cerco di essere il miglior padre, il miglior marito e il miglior tennista possibile. Commetto tanti errori e cerco di trarne insegnamento". L'umiltà è un'altra delle caratteristiche dello svizzero, che nel 2016 decise di fermarsi sei mesi per curare un fisico che sembrava logoro e acciaccato: "Il mio obiettivo principale adesso è mantenermi sano, senza infortuni e riuscire a conciliare con equilibrio il tennis, la famiglia, il riposo, i media e gli sponsor - ha spiegato Federer -. Credo che saper gestire il mio calendario sia la cosa migliore per me. Il fatto di poter scegliere dove giocare mi fa apprezzare di più i tornei che disputo, sono più motivato. Non avrei mai pensato di giocare così poco, credevo che avrei fatto 25 tornei all'anno per sempre. Però dopo l'operazione del 2016, tutto è cambiato". Il suo ritorno al top è coinciso con quello del suo amico e rivale, Rafa Nadal, con cui si sta giocando la prima piazza del ranking ATP: "Mi piacciono tante cose di Rafa - ha detto il Maestro -. Il suo gioco piedi a terra è il migliore, per questo ha vinto tante volte a Parigi. Adoro il suo diritto, che gioca con angolazione, velocità, effetto. Ha uno spirito da lottatore, è sempre capace di rialzarsi in momenti difficili. E' stato molto interessante giocare con lui la Laver Cup, sono entrato per qualche giorno nella sua testa. Ho visto la mentalità di un campione, con cui sono contento di aver condiviso così tanti momenti della carriera". 

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"Il mio erede? Adesso è difficile prevederlo..."

La nuova generazione di tennisti ha prodotto talenti importanti come Zverev, Dimitrov e Thiem. Al momento, però, non sembra esserci un giocatore in grado di raccogliere l'eredità di Federer, Nadal e Djokovic: "E' difficile immaginare un giocatore che adesso possa vincere 10 Slam - ha detto Roger -. Può essere che tra tutti questi giocatori arrivino a vincerne 10, anche se è molto difficile da prevedere. Una volta che vinci un titolo importante ti sblocchi e puoi vincerne altri: a me e a Djokovic, per esempio, è capitato così. La fiducia aiuta moltissimo, poi ci sono altri fattori come l'allenatore e la fortuna, ma anche la capacità di risollevarti in un momento critico della tua carriera. Nel tennis ci saranno sempre grandi campioni, qualcuno prenderà sicuramente la nostra eredità". Federer ha raggiunto un livello di popolarità e di gradimento pari ai più grandi sportivi della storia: Alì, Jordan, Woods, Valentino Rossi e Maradona. Lo svizzero non si capacita ancora di tanto affetto da parte dei suoi tifosi: "Me lo chiedo anche io - ha spiegato Federer -. Aiuta sicuramente il fatto di essere da 20 anni nello sport a questi livello. La gente ti conosce a livello mediatico e ti sente vicino. Inoltre il mio stile di gioco elegante ricorda molto quello del passato. Ho vissuto momenti complicati negli ultimi due anni e quando smetti di vincere, le persone ti considerano più umano. Anche per questo penso che la mia popolarità sia aumentata negli ultimi tempi. C'è poi l'aspetto umano, visto che tutti sanno che la mia priorità resta la famiglia rispetto al tennis: a molti piace questo mio carattere. So che non piaccio a tutti, ma sono orgoglioso di essere l'idolo di molti ragazzi".