Andrea Gaudenzi, presidente dell'ATP, svela le date chiave per la ripartenza del tennis internazionale: "Entro il 15 maggio decideremo per i tornei di luglio, il 1° giugno abbiamo la deadline per quelli di agosto. Lavoriamo su finestre di 6-8 settimane, non vogliamo dichiarare chiusa la stagione adesso. Il vero problema sono le restrizioni sui viaggi"
Il tennis sta studiando ogni soluzione possibile per poter ripartire in sicurezza, nonostante l'emergenza sanitaria. Andrea Gaudenzi, dal 1° gennaio scorso nuovo presidente dell'ATP, rifiuta infatti la possibilità di dichiarare chiusa la stagione con così tanto anticipo. "Sarebbe sbagliato fermarci ora - ha detto Gaudenzi alla Reuters -. Nessuno sa cosa succederà, vogliamo mantenere una visione ottimistica. Ovviamente ci sono tante opzioni al vaglio, tra cui quella di giocare a porte chiuse oppure con restrizioni di viaggio. Ma non abbiamo ancora deciso nulla, questi sono solo scenari ipotetici". La stagione ATP è sospesa da inizio marzo a causa dell'emergenza Covid-19, con la prima data utile per tornare in campo fissata a metà luglio. Wimbledon è stato cancellato, il Roland Garros posticipato da maggio a settembre, con gli US Open di fine agosto ancora in forte dubbio. Gaudenzi chiarisce i criteri temporali con cui ATP deciderà, tenendosi aperta una finestra di 6-8 settimane: "Abbiamo messo come deadline il 15 maggio per i tornei di luglio post Wimbledon, mentre entro il 1° giugno decideremo per i tornei in agosto - ha spiegato Gaudenzi -. E' inutile tentare di prendere decisioni su un periodo più lungo, sarebbe folle". Gli US Open, al momento calendarizzati regolarmente, sono in forte dubbio: "Il loro annuncio potrebbe arrivare un po' più tardi, ma penso che all'inizio di giugno avremo un quadro completo sulla possibilità di giocare in America in estate". Il vero problema per far ripartire il tennis internazionale, al momento, sono le restrizioni dei viaggi: "Sarà molto difficile che tutti i Paesi possano allinearsi su una politica unica sui viaggi - ha detto Gaudenzi -. L'Australia, al momento, è in una fase totalmente diversa dalla Gran Bretagna. La Svezia, ad esempio, ha un differente approccio: potremmo organizzare un torneo, ma potremmo far arrivare là 100 giocatori? No, questa è la vera sfida".