Berrettini: "Aiutare i tennisti? Prima famiglie e ospedali. Ripartenza difficile"

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Intervistato dall'ANSA, Matteo Berrettini ha toccato molti argomenti: "Il fondo per i tennisti in difficoltà? Bella iniziativa, io preferisco aiutare famiglie e ospedali. Ripartire sarà complicato, si potrebbe creare un circuito nazionale. Più facile che ricominci il campionato italiano di calcio"

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Matteo Berrettini è stato a un passo da tornare "ufficialmente" in campo: il romano, infatti, ha dovuto dare forfait all'ultimo minuto a causa di un guaio alla caviglia all'UTR Pro Match Series, torneo che si sta svolgendo a  West Palm Beach, Florida e che che si può seguire su Sky Sport Uno. Intervistato dall'ANSA, il numero 8 del mondo ha sdrammatizzato: "L'infortunio non è niente di grave. Dispiace ma questo è anche il periodo migliore per avere un acciacco...". Tanti gli argomenti toccati da Berrettini, come ad esempio il fondo ispirato da Djokovic di aiuto ai giocatori professionisti di medio-bassa classifica che di colpo si sono trovati disoccupati e senza entrate finanziarie: "Il piano di aiuti di Djokovic ai tennisti in difficoltà? Con Nole ci siamo scritti, non è una cosa obbligatoria: io preferisco aiutare situazioni più complesse, come un ospedale, una famiglia in difficoltà, piuttosto che un tennista - ha detto Matteo -. Ci sono tanti giocatori che hanno bisogno di aiuto e vanno in rosso. Il progetto è una cosa molto positiva per il tennis e dimostra che i giocatori tengono anche ai colleghi delle retrovie"

Berrettini: "Più facile ripartire con il calcio che con il tennis"

Berrettini fa il punto sul 2020, ufficialmente bloccato dall'emergenza coronavirus fino al 13 luglio. Il romano non è molto ottimista: "Stagione 2020 finita? Spero di no, ma ho grossi dubbi - ha detto -. Io sono per giocare, ma la cosa fondamentale ora è fermare il virus e poi ripartire con il tennis normale. Non credo valga la pena fare ripartire i tornei, ma è la scienza che ce lo deve dire. Spero si trovi una soluzione. Penso a quante nazioni partecipano a ogni singolo torneo. Concentrarle tutte in sicurezza è complicato". Diverso il discorso, ad esempio, per il campionato italiano di calcio: "Il campionato italiano si gioca solo in Italia, con giocatori che vivono in Italia e non dovrebbero andare all'estero - ha detto Berrettini -. Il tennis invece è un circuito internazionale. Se il calcio si chiude solo in Italia, con l'Italia che sta migliorando e sta bene, con tutte le precauzioni che si possono prendere, spero non ci siano problemi".

Berrettini: "Si potrebbe creare circuito nazionale"

Berrettini si trova da un paio di mesi 'bloccato' in Florida insieme alla fidanzata e collega Ajla Tomljanovic: "Noi siamo stati fortunati, perché qui in Florida la situazione è meno grave, rispetto a New York, e ci siamo potuti anche allenare". In Italia invece lo sport è rimasto bloccato per diverse settimane: "Attorno al calcio è indubbio che ci sono tanti interessi economici ed è anche il nostro sport nazionale - ha detto Berrettini -. Ci sono tanti sport meno contagiosi del calcio e mi dispiace per il loro stop. Il calcio è il nostro sport nazionale, per certi versi è normale che ci sia tutta questa discussione attorno. È la nostra mentalità". Infine Matteo lancia una proposta nel caso in cui diventi impossibile viaggiare: "Nel tennis si potrebbe creare un circuito nazionale in cui solo i residenti nazionali giocano, questo può valere per tutti gli altri sport. Vediamo cosa succederà".