Us Open, Coco Gauff è la nuova campionessa: Sabalenka battuta in finale 2-6, 6-3, 6-2

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Michela Curcio

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La statunitense vince ad appena 19 anni la prima prova di uno Slam dopo una finale combattuta contro la tennista bielorussa, battuta in 3 set. Da Lunedì la Gauff sarà la nuovo numero 3 del mondo

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Adesso sì che Serena Williams ha trovato una erede: Coco Gauff è la nuova regina agli US Open. La statunitense ha sconfitto in finale la numero 1 in pectore Aryna Sabalenka in rimonta, con il punteggio di 2-6, 6-3, 6-2 in due ore e nove minuti di gioco. Per la teenager di Delray Beach, questo è non è soltanto il sesto titolo WTA, ma è soprattutto il primo – presumibilmente di molti – acuto in un Major in carriera.

 

Primo game, prime emozioni: Sabalenka è la prima ad avere palla break, sprecata nel tentativo di giocare una veronica impossibile invece di lasciar rimbalzare lo smash. La bielorussa, però, è più concreta alla seconda occasione: rovescio vincente e situazione di vantaggio immediata. Nel quarto game la numero 1 WTA in pectore si complica la vita con due errori di dritto e due doppi falli, permettendo a Gauff di ricucire fino al 2-2, ma l’equilibrio non dura perché la diciannovenne statunitense è molto tesa, non è aiutata dal dritto e perde nuovamente il servizio. A dire il vero anche Sabalenka non sembra particolarmente in fiducia, ma la bielorussa riesce a salvare due palla per un secondo – e immediato – controbreak con un vincente di dritto e con un ace, prima di salire sul 4-2. La teenager di Delray Beach non riesce a sciogliersi neanche in una situazione in cui non ha nulla da perdere e subisce un ulteriore break, mentre Sabalenka non è più in vena di regali e chiude il primo parziale per 6-2 in 39 minuti.

 

In apertura di secondo set, Gauff rischia il disastro commettendo due doppi falli e finendo sotto 15-40, ma viene graziata dalla futura numero 1 al mondo che prima spreca due palle break, poi sbaglia due facili risposte su due seconde di servizio tenere e senza particolari pretese. Nel quarto game, arriva la svolta: Sabalenka si blocca d’improvviso e commette doppio fallo sulla palla break. La statunitense offre comunque una palla per un immediato controbreak, ma ha il merito di sacrificarsi con generosità in fase difensiva, sfruttando il momento di confusione accusato dalla bielorussa. Sul 4-1, 30-30, le due giocano il miglior punto di tutta la finale: Gauff è encomiabile in fase difensiva e ricaccia indietro Sabalenka con un grande lob difensivo, ma, messa alle strette, la campionessa in carica agli Australian Open risponde con un contro-lob dai teloni che scavalca la statunitense, beffandola e impedendole di procurarsi la palla per un doppio break. Gauff, però, non si lascia distrarre e mantiene il vantaggio fino al 6-3 con cui trascina la finale al terzo set.

 

Terzo set, che, neanche a dirlo, si apre con occasioni di break: sul 30-40 Sabalenka ha ragione di una Gauff esemplare in difesa, ma sulla seconda palla break la statunitense si avventa su un nastro che sembrava sfavorevole e chiude con lo smash, confermando poi il prezioso vantaggio. La bielorussa proprio non vuol saperne di inquadrare il campo con il dritto e perde nuovamente il servizio, con Coco che addirittura vola sul 4-0, salvandosi da 0-30. Sabalenka quantomeno riesce a evitare lo zero nel punteggio e chiede il fisioterapista al cambio di campo per un problema alla gamba. Lo stop dà a Gauff il tempo di pensare e la numero 1 al mondo recupera un break, ma l’illusione di rientrare in partita dura poco e la statunitense va a servire per il titolo sul 5-2. Ultimo game che è tutt’altro che palpitante con Sabalenka che si getta via con tre errori banali e con Gauff che chiude al primo match point con uno splendido passante di rovescio.

 

Da domani la teenager statunitense, che succede a Iga Swiatek nell’albo d’oro, sarà numero 3 al mondo, miglior ranking raggiunto nella propria giovanissima carriera. Gauff corona così uno swing nord-americano da incorniciare, con 18 vittorie su 19 partite e con i titoli anche a Washington e a Cincinnati. Trionfare in casa agli US Open, però, è tutt’altra emozione.