ATP Indian Wells, Sinner: "Orgoglioso di come ho giocato, mi dà fiducia"

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Le parole dell'azzurro dopo la vittoria con Shelton negli ottavi: "Ci sono stati dei momenti difficili nel primo set, ma pensavo positivo. Sono felice per come ho approcciato positivamente il secondo set, questo mi dà fiducia". E su papà Hanspeter: "Averlo qui è fantastico, la sera cuciniamo insieme e guardiamo delle serie tv"

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Orgoglio e fiducia. Sono i sentimenti provati da Jannik Sinner dopo la vittoria contro Ben Shelton negli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells. Una prestazione che fa sorridere l'azzurro, soddisfatto per quanto fatto contro lo statunitense: "È stato un incontro diverso, sapevo che giocando contro di lui non ci sarebbe stato molto ritmo - ha spiegato Sinner - Sono orgoglioso di come ho giocato. C'era un po' di vento, il che non facilita le cose. Ci sono stati momenti difficili, soprattutto nel primo set, ma provavo a pensare positivo. Sono davvero felice per come ho approcciato positivamente il secondo set, questo mi dà tanta fiducia".

"Avere mio padre qui è fantastico"

Poi Sinner ha parlato del padre Hanspeter, presente nel suo box a Indian Wells: "Anche se non lo mostra, si agita. Comunque è fantastico averlo qui. È un torneo diverso, abbiamo preso una casa, cuciniamo insieme la sera e guardiamo delle serie TV. Mi erano mancate tantissimo queste piccole cose, perché non l'ho avuto spesso vicino a me negli ultimi anni. È bello passare del tempo con lui e con tutto il team".

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"Se non miglioro non sono contento"

"Anche oggi ci siamo parlati con Cahill prima di entrare in campo, abbiamo preparato la partita, però ci siamo domandati come faccio a diventare un giocatore migliore. Se oggi vinco e gioco uguale all'anno scorso non sono contento". Jannik Sinner commenta così la vittoria agli ottavi del torneo di Indian Wells contro lo statunitense Ben Shelton. Contro avversari così forti "devi giocare sempre aggressivo. La pressione c'è sempre, le aspettative mie su me stesso ci sono sempre. Mi sento preparato fisicamente, tennisticamente, mentalmente, poi il risultato è un aspetto piccolo di un lavoro grande che c'è dietro - ha spiegato l'italiano - Se oggi vinco e gioco uguale all'anno scorso non sono contento. Invece ho servito meglio la seconda, soprattutto nei punti importanti. Ho reagito anche bene mentalmente in momenti chiave. Nel primo set ho avuto un set point e lui ha preso il nastro. Nel tie-break da 4-1 mi ritrovo 4-4, ma sono questi i momenti che mi piacciono: in campo devi essere contento anche se le cose non vanno benissimo. Non do mai niente per scontato. In ogni torneo, in ogni partita, cerchi di dare il meglio, di restare mentalmente concentrato. Ogni giorno poi hai di fronte un avversario diverso, oggi ne avevo uno come Shelton che serve incredibilmente bene ed è anche mancino", ha aggiunto. "Quando sei giovane è più facile migliorarsi. Cresci tanto fisicamente, lavori molto in palestra, diventi più forte e puoi servire più veloce per un periodo di tempo più lungo - ha detto - Ho ancora 22 anni, ne compirò 23 (ad agosto) e spero di poter ancora migliorare il servizio finché non diventerà un colpo solido. Sento che lentamente ci sto arrivando. Non è solo una questione di velocità, ma di poter scegliere come servire, se tirare al corpo, giocare kick o slice. Ma per raggiungere quel punto, devi capire cosa funziona meglio. L'anno scorso ho cambiato il movimento del servizio a metà della stagione, c'è tanto lavoro dietro"